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AMARGAS
REFLEXIONES
Esistono a volte, delle realtà che si vorrebbero tenere
sepolte perché dolorose da vivere e da esibire. Non vuole questa,
essere una disamina attenta e politica dell’emisfero dei movimenti
italiani che si battono a favore di Cuba, ma solo un riflessione
amara a botta calda di stonature e piccolezze che sono davanti agli
occhi di coloro che si occupano seriamente o meno, della solidarietà
per l’isola di Fidel Castro, del Che e della Revolucion.
In un contesto attuale che vede un pugno di persone
duramente ancorate a quel sempre più piccolo relitto che è la
sinistra italiana dopo le scissioni, le controscissioni, le
minifusioni, le separazioni in casa o fuori di militanti che
militano poco o che sognano il potere, quelli che sono davvero a
fianco di Cuba recitando il vuoto slogan ‘senza se e senza ma’,
vivono anch’essi le loro belle crisi che, quando fisiologicamente
assenti, vengo appositamente create per smuovere l’ambiente
dall’immobilismo rotto solo da smanie di protagonismo nettamente
egocentrico.
Il concetto del ‘io sono meglio di te’ è l’unico
denominatore che accomuna associazioni, movimenti, groppuscoli di
mera collocazione politica e di reale peso che, piuttosto che unirsi
in un coro di azioni concrete e reali per rompere il vuoto mediatico
e politico che avvolge Cuba da molto tempo e che quando rotto, è
solo per blasfemare la sua realtà (basti vedere il documentario del
Tg3 Agenda dal mondo dal titolo ‘il grande sonno’
http://www.raiclicktv.it/raiclickpc/secure/stream.srv?id=13122&idCnt=47941&pagina=1&path=
RaiClickWeb^Home^Notizie^Archivio+^TG3+RUBRICHE#1
tanto per rendersene conto) , questi movimenti invece, paiono più
realizzati nel confrontarsi a suon di egocentrismi per raggiungere
un potere egemonico.
E, come il bravo cattedratico Alberto Cirese, noto
antropologo scriveva nel suo “culture egemoniche e culture
subalterne’, pare che l’unico attivismo militante sia il
sopravanzare l’uno sull’altro anche a costo di sputare facili
sentenze, imbastardire la verità a proprio piacimento, tradire gli
scopi primari, manovrare ogni possibile cosa per definire il proprio
scopo.
In questa breve riflessione, non si faranno nomi, esempi,
modi che possano alimentare gossip nostrani che poco necessitano
alla causa cubana ma siamo certi che i più critici potranno
decifrare episodi di un recente passato e giocare a indovinare
persone note e meno note.
Quello che ancora ci stupisce è il non aver raggiunto il
limite della misura ed assistiamo, colpo dopo colpo, alle bassezze
che inquinano e strangolano la nostra sinistra cosiddetta ‘radicale’.
Da osservatori da anni presenti come semplici distributori
di notizie, ci permettiamo di inviate tutti a fare un mea culpa
generale –noi inclusi beninteso!- e, laddove veramente consapevoli
del momento critico, di lavorare per realizzare una vera unità di
intenti che devono essere portati avanti nonostante le distinzioni
di movimenti, associazioni e persone per produrre il massimo sforzo
a fianco di Cuba e contro le ingiustizie del mondo.
Sappiamo, purtroppo consci di quanto sia duro il
retrocedere ed il chiedere scusa, che questo appello non solo
rimarrà dentro al cassetto delle buone intenzioni ma, addirittura,
potrebbe alimentare facili strumentazioni da parte dei terzi che si
riconoscono in queste poche righe.
Siporcuba può solo disporre di uno strumento di
informazione che, oggi, è quello che quantitativamente c’è di
visitato nel web italiano che tratta l’informazione cubana e da
notevoli rapporti e relazioni internazionaliste, costruite nel tempo
con costanza, coerenza e senza alcun altro scopo che non sia quello
di essere politicamente a favore di Cuba e di tutti i sud del mondo.
Questa non è arroganza bensì un dato di fatto oggettivo e
dimostrabile che, riteniamo, abbia la sua importanza in una fase
dove la politica, l’internazionalismo e Cuba, vivono una ase di
riflusso circa l’interesse riscosso verso la gente. Quindi, ne
emerge un valore aggiunto che non vogliamo sia sprecato in stupide
battaglie cretine e vuote giaculatorie che non producono quello che
tutti noi ci prefiggiamo e, al contrario, possono solo essere
drammaticamente deleterie per gli interessi politici che vogliamo
evidenziare.
Meno medaglie e più fatti concreti…magari lasciando da
parte radio bemba e rimboccandosi seriamente le maniche con la
stessa umiltà che contraddistingueva Ernesto Che Guevara e l’idea
dell’hombre nuevo che tanto apostolava.
E chi è con Cuba, con Fidel, con il Che non può fare
altrimenti.
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