I
Cinque di Cuba
L'Avana ha messo in circolazione la settimana scorsa una serie di
francobolli postali come parte di una campagna internazionale per la
liberazione degli implicati nel caso conosciuto come i Cinque di Cuba,
che sono stati arrestati nel 1998 a Miami e accusati di tentare di
distruggere gli Stati Uniti.
Uno
degli avvocati più famosi degli Stati Uniti racconta la storia delle
intime relazioni tra la famiglia Bush, il nipote di un ex dittatore,
due personaggi considerati i peggiori terroristi dell'emisfero
occidentale, la “contra” nicaraguense, l'FBI e la CIA e come
riuscirono a trasformare Cinque antiterroristi in una minaccia alla
sicurezza nazionale statunitense.
È una
storia che, se fosse fiction, o un romanzo, un copione di un film di
Hollywood, si considererebbe poco probabile. Ma è una storia
incredibilmente vera. Si deve solo raccontare un piccolo aneddoto per
comprovarlo.
C’era
una volta uno degli uomini che erano stati incolpati, tra le altre
cose, di ammazzare 76 persone, e che partecipò ad attentati contro
civili, assassinii ed in guerre illegali clandestine e che cercò di
ritornare negli Stati Uniti per potere vivere tranquillamente in una
delle loro principali città e dedicarsi a godere la vita della sua
terza età, camminare col suo cane ed essere festeggiato dai suoi
compatrioti come un eroe. Il Dipartimento di Stato raccomandò che non
gli fosse permesso questo lusso, e lo qualificò ufficialmente, dopo
avere fatto un esteso esame della sua vita adulta, come uno dei
peggiori terroristi dell'emisfero occidentale.
I
suoi amici chiesero aiuto ad un tipo che aspirava essere governatore
della Florida, un certo Jeb Bush. Questo, contemporaneamente, ottenne
un giovane avvocato per difendere il caso. Risulta che tutto questo ha
dato i suoi frutti, perché il presidente degli Stati Uniti scartò
l'opinione del Dipartimento di Stato, lo perdonò e gli permise di
stabilire la sua residenza legale come uomo libero a Miami. Il
politico, nel frattempo, arrivò ad essere governatore della Florida.
Negozio completo
Pochi
anni dopo, nel 2002, un posto della Suprema Corte della Florida rimase
vacante. Il governatore si ricordò del suo amico, il giovane avvocato
e lo postulò per questo posto, fu approvato ed ora è integrante della
Suprema Corte dello Stato. Il nome di quell'avvocato, ora giudice, è
Raoul Cantero III ed è niente meno che il nipote di Fulgencio Batista,
l'ex dittatore di Cuba, abbattuto dalla rivoluzione diretta da Fidel
Castro.
E
l'uomo che cammina oggi tranquillamente per le strade di Miami,
invitato ad atti ufficiali, e perfino quando arriva il presidente
George W. Bush, fratello di Jeb, a visitare Miami, è nelle prime file,
si chiama Orlando Bosch. Oggigiorno, si è ritrovato a Miami col suo
intimo amico Luis Posada Carriles, accusato dei peggiori atti
terroristi commessi in America Latina.
“Tutto rimane come un negozio completo”, commenta Leonard Weinglass,
uno degli avvocati leggendari di questo paese che, tra gli altri casi,
partecipò alla difesa di Daniel Ellsberg e Tony Russo nello scandalo
conosciuto come i Pentagon Papers, è stato difensore di alcuni dei
famosi leader dissidenti degli anni 60 e 70, avvocato della figlia del
presidente Jimmy Cárter, ed ora è uno degli avvocati del caso
conosciuto come i Cinque di Cuba, o Cuba Five. Parlò di questo caso in
un forum nella Scuola di Legge dell'Università Howard a Washington,
mentre si contava il nono anniversario della detenzione dei Cinque.
Weinglass offrì questi aneddoti (così come quelli del famoso caso di
Ellsberg, nel quale per ordine dello stesso presidente Richard Nixon
si commise un delitto per ottenere delle informazioni durante il
giudizio, dal quale filtrarono alcune informazioni segrete, cioè delle
decisioni politiche occultate al pubblico sulla guerra del Vietnam, e
poi si cercò di offrire al giudice il posto da direttore dell’FBI,
mentre procedeva il giudizio) per dare un contesto politico, oltre a
dei precedenti sull'intervento del Potere Esecutivo, nel sistema di
giustizia in cui si è sviluppato il caso dei Cinque di Cuba.
La
missione dei Cinque fu infiltrare le correnti anticastriste in
Florida, che pianificavano e commettevano atti di terrore contro Cuba
ed inviare queste informazioni al loro paese, e sono riconosciuti come
salvatori di innumerabili vittime potenziali.
Quando le autorità cubane invitarono l’FBI a rivedere questa
informazione sugli attentati terroristi ed altre attività illegali che
si pianificavano da dentro gli Stati Uniti, Washington decise non solo
di non agire contro questi gruppi in Florida, bensì di fermare quelli
che stavano cercando di ostacolare questi complotti del terrore.
I
Cinque sono stati arrestati il 12 settembre 1998. Il loro giudizio è
stato realizzato a Miami, epicentro del potere anticastrista, in una
città controllata dalle forze e dagli alleati di Bush, Bosch, Posada
Carriles, dirigenti della “contra” nicaraguense e veterani delle
operazioni clandestine schedati dalla CIA.
Questo è uno di quei casi criminali in natura (per le accuse), ma che
includono temi di sicurezza nazionale e politica estera, commentò
Weinglass.
Questo caso, come quello di Ellsberg, condivide elementi nei quali la
politica estera gioca un ruolo centrale e dove la Casa Bianca
interviene direttamente nel processo giudiziario, indicò. Il caso dei
Cinque, sottolineò, deve essere capito dentro quello che è, per molti
statunitensi, una storia non raccontata di una guerra di bassa
intensità derivando da un paese a 90 miglia di distanza. Una guerra
nella quale più di 3 mila cubani sono morti e che è costata loro
milioni in danni.
Dopo
il collasso dell'Unione Sovietica, l'industria del turismo diventò
chiave nella sopravvivenza dell'economia cubana, spiegò, e,
giustamente per questo motivo, si converte in bersaglio di attentati
terroristi da parte degli anticastristi, qualcosa che si annuncia
apertamente a Miami in una conferenza stampa, nella quale si dichiara
che ora Cuba è una free-fire zone, un termine usato in Vietnam per
designare una zona dove tutto quello che si muova è soggetto ad
attacco. Di lì incominciano le esplosioni in hotel e le minacce;
ammazzano perfino un turista italiano in un hotel. Per coloro che
dichiararono questa campagna da Miami non c'è nessuna conseguenza da
parte delle autorità statunitensi. Cuba protesta per ognuno di questi
atti davanti a Washington e l'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Tutto, senza risposta.
Weinglass racconta che, davanti a questo, Cuba decide di inviare
Cinque uomini per infiltrare i gruppi mercenari, che realizzavano
esercizi di allenamento con armi, dove partecipavano ex agenti della
CIA e si preparavano per realizzare attacchi contro civili, giusto la
definizione legale di terrorismo. Il governo statunitense era
informato di tutto questo. E è quando Cuba invita l’ FBI a rivedere
tutta l'informazione -includendo foto e documenti - ed offrire nomi
dei membri di questi atti illegali affinché siano investigati dalle
autorità statunitensi. Queste non fanno niente con tutto questo, ma
Washington decide di arrestare i Cinque accusandoli di cospirazione
per commettere spionaggio.
Questi Cinque arrivarono a questo paese per investigare, in maniera
non violenta, senza armi, i gruppi che avevano commesso assassinii,
espresse Weinglass, e finirono per essere accusati di tentare di
distruggere gli Stati Uniti, nelle parole dei pubblici ministeri.
Benché il caso sia stato sempre carente di prove reali o testimoni, il
giudizio si portò a termine a Miami, senza nessuna possibilità di un
processo imparziale, aggregò. Weinglass segnala che i 60 mila cubani
esiliati controllano quasi tutta la città, dal comune, la direzione
della polizia, l'ufficio locale dell’FBI ed i principali mezzi. I
Cinque furono dichiarati colpevoli e condannati ad un totale di
quattro ergastoli e 75 anni di prigione.
Il
riconosciuto avvocato dettagliò l'evoluzione del caso da questo primo
giudizio, e come appellando a questa ingiustizia, tre giudici di un
tribunale di appello federale per la prima volta nella storia legale
del paese non accettarono la sentenza di un giudice federale,
considerando che a Miami c'erano delle condizioni che rendevano
impossibile un giudizio imparziale, ed autorizzarono un nuovo
processo. Ma il governo statunitense rispose a questo appello
presentando una nuova accusa: cospirazione per commettere omicidio,
intorno all’abbattimento di due aerei da turismo degli anticastristi
da parte di aeroplani cubani.
Weinglass racconta che i pubblici ministeri sapevano che non avevano
un caso solido, e fino a prima che si annunciasse il verdetto stavano
sollecitando già un appello, ma dal momento che il giudizio ritornò
un'altra volta a Miami, la giuria li dichiarò colpevoli del delitto.
Poco
dopo, l'ex procuratore generale Alberto Gonzales (che ha appena
rinunciato al suo posto) ordinò che i suoi pubblici ministeri
appellassero alla sentenza anteriore dei tre giudici, ed ottenessero
un'altra volta il caso.
Il
processo del sistema giudiziario statunitense continua lentamente
intorno a questo caso, sul quale Weinglass afferma che è già un tema
al di là delle leggi; in questo già si tratta di giustizia.
Così,
Gerardo Hernandez, Antonio Guerrero, Ramon Labañino, Fernando Gonzalez
e René Gonzalez compiono nove anni nelle carceri statunitensi per il
crimine, secondo i loro difensori nordamericani e per il mondo, di
combattere il terrorismo.