MIRADA CUBANA ARCHIVIO


 

 

Celia Hart, la farfalla della cultura cubana


di Ida Garberi*

 

 

Noi italiani non siamo abituati a tante ricorrenze, invece ho imparato vivendo a Cuba che è molto stimolante che quasi ogni giorno dell’anno sia dedicato ad un mestiere, ad una scienza, insomma che ogni cittadino possa sentirsi orgoglioso e gratificato del suo operato almeno un giorno all’anno, è come se tutti avessero un compleanno addizionale.

Il 20 ottobre è il giorno della Cultura Cubana e le manifestazioni sono così tante, che bisogna utilizzare anche le date vicine.

Il 16 ottobre ho avuto il grande onore di essere una delle persone incaricate di raccontare la mia esperienza di vita accanto alla grande rivoluzionaria scomparsa Celia Hart Santamaria.

L’omaggio, intimo e tenero, è stato organizzato dai due intellettuali cubani, scrittori, giornalisti, storiografici, investigatori ma soprattutto una coppia affiatata con una famiglia meravigliosa, che mi ha praticamente adottato, che sono Froilan Gonzalez e Adys Cupull.

Il Museo Abel Santamaria, casa consacrata alla Rivoluzione cubana dove è nato il progetto dell’assalto al Moncada, è stata la cornice più appropriata per conversare su Celia, ricordarla come era e come continuerà ad essere ed ha lottare con tutti i rivoluzionari del mondo.

Froilan ha incominciato con alcune parole così tenere che mi hanno riempito gli occhi di lacrime, ricordando un commento di Compay Segundo, il grande suonatore cubano del tres scomparso pochi anni fa, che ha sostenuto in un’intervista concessa a loro che nessuno muore a questo mondo, solo si trasforma, passa ad essere una farfalla.

Per questa ragione lo scomparso cantante incitava sempre a non uccidere mai una farfalla, perché sicuramente è un’anima che continua a seguirci ed a consigliarci, soffiando sul nostro cuore.

“Così dobbiamo continuare a pensare a Celia, ad un farfalla, che non morirà mai e che continuerà a volare intorno a noi, per ispirarci ed infonderci coraggio per le battaglie future di questa Rivoluzione cubana, la Rivoluzione mondiale che tanto amava e che è in continuo movimento”, ha affermato Froilan.

Di seguito, ha letto l’articolo “Celia Hart Santamaria. Intellettuale del suo tempo” scritto con Adys, che è il commento dei due noti letterati sull’opera della scrittrice cubana.

A continuazione Adys ha spiegato perché i due noti intellettuali non avessero ancora scritto niente su questo tragico avvenimento, del perché la commozione ed il dolore non gli avesse permesso annotare neanche una lettera.

“Celia non meritava nessun articolo triste, anzi, la sua forza e la sua onestà politica meritavano uno scritto forte e militante, esattamente come sempre ha affrontato tutte le sue battaglie, conseguente al suo pensiero”.

Le idee di Celia sono sempre state rivoluzionarie, e di conseguenza martiane, con la sua grande cultura sugli scritti di Julio Antonio Mella, del Che Guevara e di Leon Trotsky, lei cercava di spiegare e argomentare che i tre grandi personaggi lottavano per la stessa causa: la Rivoluzione Permanente e l’Internazionalismo.

Ha sempre manifestato in ogni istante il suo grande amore per Fidel Castro, perché nessuno potrà mai accusarla di non essere stata una vera cubana, completamente “fidelista” e compromessa con il processo rivoluzionario in continuo movimento che si svolge in questa isola caraibica.

Adys continua affermando: “E’ ora che si dia spazio all’opera di Celia qui in Cuba, dove ha sempre vissuto nell’ombra e sicuramente non ha avuto il riconoscimento  e la comprensione che si meritava”.

Ha invitato i presenti a divulgarla, a studiarla, a fare dibattiti, a darle voce e luoghi dove poter ricordare il suo prezioso legato.

Dopo Adys, la ricercatrice Maria Aguilera del Museo Abel Santamaria ha letto un’intervista inedita fatta a Celia, che lei stessa ha scritto nel 1990, dove la giovane intellettuale cubana scomparsa parlava soprattutto di sua madre, Haydee Santamaria e di suo zio Abel.

Raccontava i grandi insegnamenti della rivoluzionaria instancabile, che con il suo grande impegno ha fondato la Casa delle Americhe, dove ha dato appoggio a musicisti a quell’epoca incompresi, come Silvio Rodriguez e Pablo Milanes, che alla luce di oggi sono tra i più acclamati della Nuova Trova cubana.

Celia da sua madre aveva appreso a non scoraggiarsi davanti a certi ostacoli che a volte ha dovuto scavalcare, se si sa che si lotta nel giusto e con principi validi non ci si deve lasciare fermare dalle idee differenti, ma come diceva il suo amato Che Guevara, Hasta La Victoria Siempre!

A concludere questo incontro, io ho raccontato la nostra grande amicizia nel Comitato Internazionale per la Libertà dei Cinque cubani, dove militavamo gomito a gomito, pronte a tutto per cercare di rompere il muro di silenzio che i grandi mezzi di comunicazione hanno costruito su questo caso di un’ingiustizia senza fine.

Ho raccontato del suo senso dell’umorismo, molto allegro ed intelligente, delle nostre discussioni amichevoli suoi processi rivoluzionari in Bolivia, in Venezuela ed in Ecuador: Celia era seguace del presidente Chavez ed io seguivo più da vicino la Rivoluzione Cittadina di Rafael Correa, con tanta passione e convinzione, che mi ero guadagnata con Celia la qualifica di “prima dama dell’Ecuador”.

Poi, ho letto l’intervista che io stessa ho scritto nel 2007, e che la stessa Celia mi aveva chiesto, per ricordare l’80° anniversario della nascita di suo zio Abel Santamaria.

Tra il pubblico presente si incontrava Estevan Llorach, premio nazionale di edizione, che collabora con diverse case editrici del paese e membro, come Adys e Froilan, dell’UNEAC, (Unione Nazionale degli Scrittori ed Artisti di Cuba): si è offerto di aiutarci in questo lavoro di diffusione, per scegliere il profilo editoriale più appropriato per l’opera di Celia ed incominciare a pubblicare i suoi articoli in riviste cubane.

Poi, ci accompagnava Teresa Villasante, rivoluzionaria peruviana residente in Cuba, grande amica di Celia e militante nel Comitato Internazionale di Libertà per i Cinque cubani e Graciela Rodriguez “Chela”, collaboratrice instancabile del padre di Celia, il grande rivoluzionario Armando Hart, e coordinatrice dell’Ufficio del Programma Martiano.

Per la famiglia era presente il figlio maggiore di Celia, José Julian e sua cugina Norma Maria Ruiz, figlia della rivoluzionaria Ada Santamaria, sorella di Haydee.

Froilan e Adys, con l’appoggio di altri intellettuali cubani, vogliono allestire una mostra di fotografie di Celia per il 4 gennaio 2009, nel giorno del suo compleanno.

Sempre con Froilan e Adys, io ho anche proposto che si possa creare una pagina web cubana che raccolga tutta la produzione di Celia, che in pochi anni ci ha regalato pagine indimenticabili, con delle riflessioni rivoluzionarie davvero innovative.

In questo momento di crisi mondiale non possiamo dimenticare il messaggio di amore rivoluzionario che “la farfalla” della cultura cubana ci ha lasciato.

 

*l’autrice è la responsabile della pagina in italiano di Prensa Latina    

 

 

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