BUSH, ROMA, UNA PIAZZA ED IL CORTEO DEI
MOVIMENTI
Che giornata strana.
In una città paralizzata da zone chiuse al traffico anche pedonale,
dominata da imponenti schieramenti di servizi di ordine pubblico e di
security italo-americana, il presidente USA George W Bush jr, ha
terminato la sua visita istituzionale in Italia. Un saltino dal Papa, un
altro al Quirinale per parlare con il Presidente della repubblica
Napolitano, poi a Palazzo Chigi per la visita da Prodi e pranzo a base
di pesce, mentre il caffè lo ha sorbito melodiosamente con il suo caro
amico Silvio Berlusconi.
Tutto
questo mentre migliaia di manifestanti erano bloccati su treni diretti a
Roma con notevolissimo ritardo per ostacolare al massimo il corteo
NO-WAR (cioè NO BUSH e NO PRODI) che è partito solo dopo le 16,
snodandosi lentissimamente per via Cavour, i Fori Imperiali, Piazza
Venezia, Corso Vittorio per terminare a Piazza Navona. Dopo i disagi e
le incazzature, finalmente, i compagni provenienti dal nord Italia e
sbarcati alla stazione Tiburtina anziché nella più centrale Termine si
sono ricongiunti al corteo all'altezza di Via Cavour.
150 mila partecipanti è la stima degli
organizzatori che fanno impallidire Piazza del Popolo dove, la sinistra
istituzionale aveva convocato un sit in contro Bush ma senza criticare
il governo di centro sinistra della quale fa parte. Con moltissima
difficoltà, rifondazione comunista, i comunisti italiani, i verdi, l'arci
ed altre firme, hanno a malapela riempita la storica piazza solo dopo
molte ore di snervante attesa, temendo il completo fallimento
dell'appuntamento convocato.
La sinistra istituzionale paga, e
duramente, la sua tolleranza verso questo governo Prodi che tutto è,
fuorchè di centro-sinistra.
I nostri politici che ancora si
definiscono 'comunisti', sono gli stessi che autorizzano l'aumento delle
spese militari per le missioni italiane di guerra; sono gli stessi che
non hanno fatto nulla contro il conflitto di interessi; sono gli stessi
che non hanno portato avanti una seria politica sociale fregandosene del
lavoro precario, della mancanza dell'assistenza ai bisognosi ed anziani,
nonchè della sanità pubblica. Quella sinistra che si era festeggiata
seppur per pochi voti e che aveva cacciato il governo di destra di
Berlusconi, è quella che dalle pagine dei quotidiani come Liberazione,
danneggiano l'immagine di Cuba, del Venezuela e di tutti gli altri paesi
latinoamericani che stanno guerreggiando contro l'arroganza imperialista
nordamericana. E' la stessa sinistra che saluta Bush dichiarando che gli
USA sono partner ed alleati fondamentali del nostro paese che, una botta
al cerchio ed uno alla botte, vorrebbero salvare capra e cavoli non
prendendo alcuna posizione critica e risolutiva.
D'altronde, le recenti elezioni
amministrative ha ben fatto capire quale vento di disillusione spira tra
le fila della base di votanti che, o si astengono, oppure passano la
mano scegliendo un altro partito.
In questa giornata dove l'estasiato
Presidente USA si scusava per il traffico generato per sua colpa, la
città intera era in pieno stato d'allarme neppure ci si attendesse lo
sbarco di marziani cattivi pronti ad incenerire la blidatissima berlina
alla quale era affidato il compito di trasportare l'uomo più importante
del mondo attraverso le storiche strade di Roma.
E in questo clima da guerre stellari ha
perso una importante occasione la sinistra italiana che, a differenza di
quanto dichiarato da alcuni suoi esponenti come Giordano di RC e
Diliberto del PdCI, ha tracciato un solco forse insanabile tra la
sinistra definita radicale e i movimenti, e quella filo governativa
attaccata al carro del potere del quale, raccatta le povere briciole
senza avere nessun possibile momento di ribellione altrimenti sarebbe
responsabile di una certa caduta dell'attuale governo.
Però, dal momento che a noi comunisti, non
ci arriva nulla in tasca e la situazione è addirittura peggiorata, non è
che ci importi poi tanto se Prodi cada e se ne ritorna a casa con tutto
il suo esecutivo. Sarà la volta di un Berlusconi ter? Probabilmente il
male minore: forse questa volta la sinistra tornerà tutta unita in
piazza e, magari, ritroverà la smarrita via comune.
Noi con questo governo democristiano non
ci stiamo, come non stiamo con D'Alema, troppo impegnato a partecipare
alle veleggiate dell'Americas Cup che di fare qualcosa a proposito degli
interessi della popolazione italiana....però, ora che ci viene in
mente...sempre di America si tratta per il prode Massimo vicepresidente
di consiglio.
...Eppoi che Bush non dica che non ha
amici!
clicca sulla foto per ingrandirla. Servizio fotografico La Villetta
di Piombino |
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