Veramente non so neanche da dove devo cominciare,
il mio paese, l’Italia è diventato così triste e grigio, che non si sa
da che parte prenderlo per vederci un po’ di futuro.
Purtroppo, come in tutta la storia della penisola,
ancora un volta stiamo aggrappati all’autobus Europa senza riuscire ad
entrare veramente nel veicolo, come sempre siamo i parenti poveri e per
cercare di farci accettare, nonostante la nostra politica da tarallucci
e vino, ubbidiamo a quelli che nella Vecchia Signora fanno la voce
grossa e dirigono a Bruxelles.
Credo che il termine “Vecchia Signora” non sia mai
stato così azzeccato; l’Unione Europea sembra una vecchia imbellettata
che cerca di apparentare meno anni e che non accetta che il suo tempo di
gloria è miseramente terminato.
E’ duro dover accettare che adesso da
conquistatrice di nuove terre è passata ad essere una miserabile
conquistata.
Questo succede perché non sa vivere il momento,
continua ancorata al suo neoliberalismo, nega di riconoscerne il
fallimento, si contorce nella corruzione e nel tentativo diabolico dei
ricchi di essere sempre più ricchi.
Va bene, voi direte, questi sono i potenti, e la
base, i lavoratori, gli studenti, i contadini…dove sono?
Non lo so, credo troppo occupati a risolvere i
problemi quotidiani, a sbarcare il lunario con un meraviglioso lavoro
interinale, inventare una casa dove abitare senza indebitarsi fino alle
mutande con banche sanguisughe, rimbecilliti da una televisione e una
stampa completamente a senso unico, che oramai dice sempre la stessa
cosa, non importa il colore del partito, non ci sono più colori, ma solo
GRIGI.
E Liberazione, giornale suppostamente “comunista”
(come afferma presuntuosamente nella sua testata) con l’attacco contro
Cuba è l’esempio lampante.
Qualsiasi testata di destra avrebbe scritto lo
stesso, ma come, mi chiedo io, una testata della SINISTRA RADICALE, (non
chiedetemi per piacere cosa rappresenta ormai l’altra sinistra non
radicale……) può essere così cieca e volgare.
Hanno fatto proprio tutto come avrebbe fatto il
mitico Cavaliere Silvio, anzi, lui credo sia più onesto, perché sui
comunisti opina ancora che mangiamo i bambini, dunque è coerente.
Mi sto rendendo conto tristemente che ci sono
parole importantissime, che non hanno niente a che fare con la politica,
che hanno perso il loro significato, e sono proprio loro che hanno tolto
il colore al confronto e alla discussione.
Parole come valori, ideali, coerenza annoiano gente
come Sansonetti, il direttore di Liberazione, e la sua salariata di
Miami, che affermava in una risposta agli attacchi “stalinisti” dei
lettori, che adesso basta parlare delle conquiste positive della
Rivoluzione Cubana, adesso incominciamo a tirare spazzatura, (anche
se….credo che la parola giusta sia un’altra), cerchiamo di essere alla
moda.
Ma che cavolo significa essere di moda?
Ma come si può parlare di moda quando si sta
affrontando un discorso politico?
Ma Sansonetti, per te essere alla moda è comprarsi
una barca a vela, come fanno nella sinistra non radicale?
Guardate, sarà che io adesso vivendo a Cuba vedo
l’Italia da fuori e tutto mi sembra così ridicolo, è come se
l’importante fosse avere i blue jeans di uno stilista o di un altro. E
se non ti sei messo quelli giusti sei “OUT”.
Ma stiamo parlando sul serio?
Ma finiamola una volta per tutte e togliamoci la
maschera: Bush non ce la fa più, non può digerire il processo
IRREFRENABILE in America Latina, ha perso le sue colonie e deve cercarne
altre.
Chiaramente devono essere colonie sottomesse, che
quando alza la voce abbassano la testa a lui o alla sua inviata, la cara
Condolezza, che magari tentano di reagire, ma subito una frustata li fa
tornare ai loro posti, rinnegando di aver cercato di criticarlo.
La cara Rice, per ricevere una risposta meritata
alle sue ingerenze, è dovuta andare alla riunione dell’OEA, dove per
fortuna Nicolas Maduro, cancelliere venezuelano, ha avuto il coraggio di
replicarle come si doveva.
Ma ci rendiamo conto che L’Unione Europea ha
accettato di partecipare al piano Bush per una Cuba libera, che
significa un sonoro tentativo di golpe di stato contro la Rivoluzione
Cubana e mettere un proconsole nominato dalla Zio Sam, tutto in nome
della difesa dei Diritti Umani!!!
Pochi mesi fa mi è stato chiesto da un mio
conterraneo in visita a Cuba se non mi sembrava assurdo vivere in
un’Atlantide dimenticata, come se lui vivendo in Italia fosse al centro
del futuro del mondo!!!
Allora gli ho risposto che sì, ero molto orgogliosa
di vivere in un’Atlantide dove ancora i valori umani sono sacri, dove
anche se con situazioni migliorabili, lo stato cerca nonostante il
blocco nordamericano a provvedere ai bisogni dei suoi cittadini.
Fino a qualche hanno fa, è vero che Cuba era
rimasta sola a credere in certi principi, il socialismo sembrava
sconfitto e morto per sempre.
Ma per fortuna, come sempre tutti dovremmo fare,
l’isola non ha mollato perché sapeva di essere nel giusto, e come io
credo che si debba fare in tutte le nostre cose, se sei convinto di fare
la cosa corretta, ha continuato il suo cammino contro tutti e contro
tutto.
Il suo comandante aveva visto giusto, ancora una
volta ha stupido per la sua lucidità e lungimiranza, e alla fine gli
hanno dovuto dare ragione.
Il neoliberalismo ha fallito, continua cercando di
collassare le risorse del terzo mondo e cerca di portare il pianeta
verso un disastro ecologico.
Basta pensare che al G8 Bush ha detto che nel 2050,
(come se fosse domani!), ci saranno dei tagli sostanziali alle emissioni
di gas…..ma, scusate ci crede proprio imbecilli o non si può pretendere
molto da un alcolizzato che sa appena leggere?
E purtroppo per noi è il presidente di una delle
più grosse potenze mondiali.
Adesso poi qualcuno di Liberazione mi accuserà di
scrivere di “pancia”, io credo invece che quello che faccio è solo dire
semplicemente quello che risalta agli occhi di tutti, ma è solo un po’
scomodo da ammettere.
Il problema della sinistra in Italia è che sa fare
solo dei grandi voli intellettuali, si macina nei suoi grandi paroloni,
e preferisce credere alla “realtà” della salariata di Miami piuttosto
che ammettere che l’America Latina ha vinto.
Ma scusate, Chavez forse non è stato eletto con
elezioni libere? Non sta migliorando le condizioni disastrose dei più
poveri e dei non ricchi in Venezuela?
Morales non sta cercando di restituire al paese ed
ai popoli originari quello che per secoli gli è stato rubato dalle
multinazionali straniere?
Correa non sta forse lottando contro la corruzione
degli antichi governanti che, guarda caso, che coincidenza, sono
stipendiati da Miami?
Volevo solo chiedere una cosa, qualcuno in Italia
ha mai promesso di abbassare gli stipendi dei parlamentari per cercare
di riempire le casse dello stato, svuotate dai governi precedenti?
Prodi non è andato al potere dicendo che grazie al
Cavaliere ci sarebbero voluti anni di sacrifici per ristabilire le
finanza dello stato? E perché non ha fatto come Morales, perché non ha
sacrificato il suo di salario, incominciando da lui per dare il buon
esempio?
Mi sto rendendo conto che il mio articolo di
“pancia” forse è un po’ scomodo….
Sapete, non so se vi interessa, (o forse è meglio
non parlare bene dell’Ecuador a Liberazione perché altrimenti
incominciano a tirare spazzatura anche lì, dopo Cuba e Venezuela) che
per le elezioni dell’Assemblea Costituente in Ecuador sarà lo stato a
sorteggiare l’orario degli spot pubblicitari dei candidati e saranno
tutti della stessa durata?
Ma quando a noi italiani toccherà una democrazia
così, la cosiddetta par condition?
E scusate, se questi governi “stalinisti”
dell’America Latina riusciranno (CIA permettendo!) a migliorare le
condizioni del popolo in America Latina ancora di più, magari la
salariata di Miami resterà delusa perché i giovani non vorranno più
andarsene negli USA e lei non saprà di cosa scrivere.
Bè, poi potrei anche esagerare ricordando cosa ha
dimostrato il ministro di economia dell’Ecuador Ricardo Patiño, quando
ha smascherato la corruzione ed i maneggi oscuri del debito estero
provocati da finanziatori internazionali.
E già credo che sia molto anti-democratico non
permettere ai soliti ladroni di colpire le finanze dello stato, quelle
che dovrebbero essere di tutti e non solo di pochi.
E adesso scusate, lasciatemi parlare di Cuba, io
che almeno la conosco un po’ di più della salariata di Miami, che scrive
su Liberazione, perché ci vivo stabilmente da sette anni.
Sì, io per parlare di qualcosa devo conoscerlo,
vederlo con gli occhi dell’anima e dell’intelligenza, e tutto questo
richiede tempo: non credo che i pochi giorni concessi per legge ad un
turista (legalmente sono al massimo due mesi) possano dare una visione
sincera e completa agli informanti che la salariata di Miami invia
sull’isola.
Allora, perché voi della sinistra radicale non ci
provate a lavorare per anni gomito a gomito con i giornalisti cubani, a
mangiare alle loro mense aziendali, a partecipare alle loro riunioni
sindacali, agli incontri della loro associazione, l’UPEC (Union de
Periodistas de Cuba, che significa Unione dei Giornalisti di Cuba) prima
di sputare sentenze?
Voglio anche dire al direttore del giornale
Liberazione che per me è stato assolutamente ridicolo da parte sua
affermare che l’UPEC, un’associazione molto seria che è parte della
FELAP (Federacion Latinoamericana de Periodistas) un’associazione non
governativa che appartiene all’UNESCO, che riunisce a più di 80 mila
giornalisti della regione, si fosse abbassata così tanto da rispondere
ufficialmente agli articoli spazzatura di Liberazione su Cuba.
Mi dispiace doverlo dire, questa è la dimostrazione
lampante della poca professionalità e della grande malafede, sicuramente
ben retribuita che ha spinto a questo.
Ma qualcuno dei saccenti della sinistra radicale
che parla di Cuba come una dittatura senza libertà ha mai affrontato una
vera scarsità di alimenti e medicinali, due cose fondamentali per
vivere, solo perché un analfabeta alcolizzato ed i suoi predecessori al
governo nordamericano vogliono schiacciare un’opposizione politica
totale?
Ma la sinistra radicale è forse capace di difendere
i principi della base, che le hanno permesso di arrivare in parlamento,
dicendo NO quando il governo le propone di calpestare le promesse
elettorali?
Ecco, magari il punto della rabbia verso Cuba è
l’invidia di sapere dire di NO, e non ripetere la solita cantilena che
se diciamo no poi cade il governo e torna il lupo cattivo, cioè il
Cavaliere Silvio.
Allora è vero, non ci sono valori da difendere, ma
solo uno spauracchio da allontanare, fare i bravi bambini e soprattutto
restare al governo continuando ad intascare i salari vertiginosi da
parlamentari.
Ma la salariata di Miami ci ha mai provato a
parlare con Giustino di Celmo?
Ha mai visto da vicino il suo viso quando parla di
Fabio? Io sì.
Io credo che la gente per capire, quando è un po’
ottusa o la rendono ottusa i soldi, dovrebbe vivere le stesse esperienze
per comprendere e rispettare, forse quando un terrorista buono dello Zio
Sam le ammazzerà un figlio imparerà a rispettare il dolore altrui e
concepirà cosa significa lottare per arrestare il mandante e chiedere
che sia fatta giustizia.
E sempre lei, la salariata di Miami, ci ha provato
a parlare con i famigliari dei Cinque Eroi? Credo di no, perché la
campagna portata avanti dal governo cubano per liberarli secondo
Liberazione è un po’ stucchevole!
Però magari le farebbe bene, vedrebbe un barlume di
luce, quando al telefono una delle loro mogli le racconterebbe le ansie
e le paure di non sapere nulla da giorni del marito incarcerato solo per
colpa di una rivolta nella carcere di cui lui non è complice, è stato
messo in isolamento, al buio, senza potersi lavare per settimane e senza
comunicazione alcuna, né con i famigliari, né con l’ambasciata e meno
con il suo avvocato. Per fortuna che gli USA sono leader nella difesa
dei diritti umani….
E poi basta con questo termine delle spie, neanche
gli USA lo usano più.
Ma voi di Liberazione non eravate quelli alla moda?
Allora spiegatemi come può essere che i Cinque voi
li considerate spie se NON sono accusati di essere infiltrati nel
governo nordamericano, ma nelle associazioni mafiose di Miami!!!!
Ah, forse questo è un piccolo regalo ai veri
padroni della salariata di Miami, considerare cioè di fatto la
Fondazione Cubano Americana parte del Dipartimento di Stato.
Evviva! Ci sono riuscita, per la prima volta sono
d’accordo con la vostra salariata della NED, cioè, per parafrasare
Liberazione due diseguali (e per fortuna lo siamo totalmente!) sono
riuscite ad essere uguali almeno in un punto!!!
E per concludere, assolutamente in spagnolo…leggete
il Che, che già nel 1968 aveva visto quello che sta succedendo oggi!!
“Ahora esta masa anónima, esta
América de color, sombría, taciturna, que canta en todo el Continente
con una misma tristeza y desengaño, ahora esta masa es la que empieza a
entrar”..... “Ahora sí la historia tendrá que contar con los pobres de
América, con los explotados y vilipendiados, que han decidido empezar a
escribir ellos mismos, para siempre, su historia.....” “Y esa ola de
estremecido rencor, de justicia reclamada, de derecho pisoteado, que se
empieza a levantar por entre las tierras de Latinoamérica, esa ola ya
no parará más. Esa ola irá creciendo cada día que pase. Porque esa
ola la forman los más, los mayoritarios en todos los aspectos, los que
acumulan con su trabajo las riquezas, crean los valores, hacen andar las
ruedas de la historia y que ahora despiertan del largo sueño
embrutecedor a que los sometieron....” “Porque esta gran humanidad ha
dicho «¡Basta!» y ha echado a andar. Y su marcha, de gigantes, ya no
se detendrá hasta conquistar la verdadera independencia, por la que ya
han muerto más de una vez inútilmente. Ahora, en todo caso, los que
mueran, morirán como los de Cuba, los de Playa Girón, morirán por su
única, verdadera e irrenunciable independencia”.