IL COMPLEANNO DEL COMPAGNO FIDEL
Si stanno definendo gli ultimi dettagli
per festeggiare il Comandante Fidel Castro, in occasione del suo
compleanno dove spegnerà ben 80 candeline.
Certamente (e non sono pochi) quelli che avrebbero da tempo fatto a
meno di questo scomodo personaggio della storia moderna, paragonato
ultimamente ad una delle ultime cariatidi rimaste aggrappate al sogno
di un certo socialismo.
Indubbiamente il compagno Fidel è un
uomo che ha tracciato un indelebile segno negli ultimi
cinquantacinque anni, formandosi come eccezionale figura di una
politica che è passata dalle idee di un certo comunismo a quelle di un
mondo globalizzato dove, di giungle, rivoluzioni, cambiamenti politici
è ormai arcaico parlarne.
Nel mondo frenetico della comunicazione,
della rapidità con la quale si fanno e disfanno miti e mode, il
vecchio leone resta coerentemente legato alla sua idea di come si deve
fare politica e di come si deve restare coerenti con se stessi,
qualsiasi sia il prezzo da pagare.
Le aperture di Cuba al mondo (basti
ricordare quelle alla chiesa cattolica tramite gli incontri con
Giovanni Paolo II) non sono state seguite da fatti che si pensavano
inevitabili, come la fine del bloqueo e delle chiusure che il mondo
occidentale, a partire dagli USA e dai suoi alleati, da decenni ha
applicato a Cuba per tremenda punizione di aver fatto delle scelte.
Purtroppo, è facile supporre che il
problema non sia Cuba di per se, quanto del compagno Fidel, accusato
di essere scampato a centinaia di attentati fatti con il semplice
scopo di metterlo fuori gioco prima del tempo per liberare il mondo da
una presenza scomoda.
Il jefe in capo, invece, nonostante tutto resta saldamente ancorato
sul bastione di comando di questa piccola ma immensa realtà che si
chiama Cuba.
Agli storici, ai critici, ai politologi di sempre rode non poco il
fegato che Castro abbia avuto tutto questo tempo per mostrare al mondo
dei deboli e degli oppressi quanto sia possibile tener testa ad un
capitalismo imperialista che, con tutte le sue forze, non è riuscito a
sbarazzarsi della realtà cubana e, soprattutto, del suo leader
storico.
Il carisma di Fidel, non è scevro da
errori e da limiti ma, va riconosciuta l'immensa voglia di trascinare
il popolo e la storia di Cuba dagli anni '50 del secolo scorso, verso
traguardi inimmaginabili dove, partendo dalla sua indipendenza, quest'isola
ha saputo gestire al meglio una rivoluzione non solo politica ma anche
sociale, culturale e finanziaria.
Conosciamo bene i luoghi comuni con i
quali si vuole disprezzare e gettare nella fogna Fidel Castro e non
abbiamo antidoti per evitarli, anche perchè non ve n'è il bisogno.
I popoli deboli della terra conoscono da tempo che un mondo nuovo è
possibile e che se Cuba è stata ed è tutt'ora la spoletta vecchia ma
ancora in grado di funzionare, tutto il continente latinoamericano è
il detonatore in grado di far deflagrare questo capitalismo che si sta
ripiegando su stesso come predisse Marx quasi due secoli fa nel 'Capitale'.
A Fidel si deve la manutenzione di
questa 'spoletta cubana' che è sopravvissuta da Playa Giròn in poi con
tutte le fisiologiche debolezze di uno stato imperfetto perchè non
poteva essere altrimenti.
E a quanti stanno da anni pronosticando
un dopo Fidel, attendendo un ricondizionamento della politica cubana e
delle sue scelte, noi siamo fiduciosi che i cubani si ricorderanno di
quanto è stato fatto per loro dalla Revolucion e da questo grande uomo
che festeggerà i suoi primi 80 anni con la stessa energia che ha
sempre dimostrato di avere.
Un augurio prima del tempo, compagno
Fidel!
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