Discorso del Papa
Benedetto XVI al suo arrivo a Santiago di Cuba
Signor
Presidente,
Signori Cardinali e Fratelli nell’Episcopato, Eccellentissime Autorità,
Membri
del Corpo Diplomatico,Signori e Signore,
Cari
amici cubani!
La
ringrazio, Signor Presidente, per la sua accoglienza e le sue cortesi
parole di benvenuto, con le quali ha voluto trasmettere anche i
sentimenti di rispetto da parte del governo e del popolo cubano verso il
Successore di Pietro.
Saluto
le Autorità che ci accompagnano, come pure i Membri del Corpo
diplomatico qui presenti. Rivolgo un cordiale saluto all’Arcivescovo di
Santiago de Cuba e Presidente de la Conferenza Episcopale, Mons Dionisio
Guillermo García Ibáñez, all’Arcivescovo de La Habana, il Signor
Cardinale Jaime Ortega y Alamino, e agli altri Fratelli Vescovi di Cuba,
ai quali manifesto tutta la mia vicinanza spirituale. Saluto, infine,
con tutto l’affetto del mio cuore, i fedeli della Chiesa cattolica in
Cuba, i cari abitanti di questa bella isola e tutti i cubani, lì dove si
trovano. Vi tengo sempre molto presenti nel mio cuore e nella mia
preghiera e ancora di più nei giorni nei quali si avvicinava il momento
tanto desiderato di visitarvi e che, grazie alla bontà divina, ho potuto
realizzare.
Nel
venire tra voi, non posso tralasciare il ricordo della storica visita a
Cuba del mio Predecessore, il Beato Giovanni Paolo II, che ha lasciato
una traccia indelebile nell’animo dei cubani. Per molti, credenti e non,
il suo esempio e i suoi insegnamenti costituiscono una guida luminosa
che li orienta sia nella vita personale sia nella realizzazione pubblica
del servizio al bene comune della Nazione. In effetti, il suo passaggio
nell’isola fu come una brezza soave di aria fresca che diede nuovo
vigore alla Chiesa in Cuba, destando in molti una rinnovata coscienza
dell’importanza della fede, incoraggiando ad aprire i cuori a Cristo, e,
nello stesso tempo, illuminò la speranza e stimolò il desiderio di
lavorare con audacia per un futuro migliore. Uno dei frutti importanti
di quella visita fu l’inaugurazione di una nuova fase nelle relazioni
tra la Chiesa e lo Stato cubano, con uno spirito di maggiore
collaborazione e fiducia, benché rimangano ancora molti aspetti nei
quali si può e si deve avanzare, specialmente per quanto si riferisce al
contributo imprescindibile che la religione è chiamata a svolgere
nell’ambito pubblico della società.
Sono
vivamente lieto di unirmi alla vostra gioia a motivo della celebrazione
del quattrocentesimo anniversario della scoperta dell’immagine benedetta
della Vergine della Carità del "Cobre".
La sua
singolare figura è stata, fin dall’inizio, molto presente sia nella vita
personale dei cubani sia nei grandi avvenimenti del Paese, in modo
speciale durante la sua indipendenza, essendo da tutti venerata come
vera madre del popolo cubano. La devozione a “la Virgen Mambí”, ha
sostenuto la fede e ha incoraggiato la difesa e la promozione di ciò che
rende degna la condizione umana e dei suoi diritti fondamentali, e
continua a farlo anche oggi con più forza, dando così testimonianza
visibile della fecondità della predicazione del Vangelo in queste terre,
e delle profonde radici cristiane che danno vita all’identità più
profonda dell’animo cubano. Seguendo la scia di tanti pellegrini nel
corso di questi secoli, anch’io desidero recarmi a "El Cobre" a
prostrarmi ai piedi della Madre di Dio, per ringraziarla dei suoi
interventi in favore di tutti i suoi figli cubani e chiedere la sua
intercessione, affinché guidi i percorsi di questa amata Nazione sui
sentieri della giustizia, della pace, della libertà e della
riconciliazione.
Vengo
a Cuba come Pellegrino della carità, per confermare i miei fratelli
nella fede e incoraggiarli nella speranza, che nasce dalla presenza
dell’amore di Dio nelle nostre vite. Porto nel mio cuore le giuste
aspirazioni e i legittimi desideri di tutti i cubani, dovunque si
trovino, le loro sofferenze e gioie, le loro preoccupazioni e gli
aneliti più nobili, in modo speciale dei giovani e degli anziani, degli
adolescenti e dei bambini, degli infermi e dei lavoratori, dei detenuti
e dei loro familiari, così come dei poveri e bisognosi.
Molte
parti del mondo vivono oggi un momento di particolare difficoltà
economica, che non pochi concordano nel situare in una profonda crisi di
tipo spirituale e morale, che ha lasciato l’uomo senza valori e indifeso
di fronte all’ambizione e all’egoismo di certi poteri che non tengono
conto del bene autentico delle persone e delle famiglie. Non si può
proseguire a lungo nella stessa direzione culturale e morale che ha
causato la dolorosa situazione che tanti sperimentano. Al contrario, il
vero progresso necessita di un’etica che collochi al centro la persona
umana e tenga conto delle sue esigenze più autentiche, in modo speciale
della sua dimensione spirituale e religiosa. Per questo, nel cuore e
nella mente di molti, si fa strada sempre di più la certezza che la
rigenerazione delle società e del mondo richiede uomini retti e di ferme
convinzioni morali e alti valori di fondo che non siano manipolabili da
interessi limitati, e che rispondano alla natura immutabile e
trascendente dell’essere umano.
Cari
amici, sono convinto che Cuba, in questo momento così importante della
sua storia, sta guardando già al domani, e per questo si sforza di
rinnovare e ampliare i suoi orizzonti; a ciò coopererà quell’immenso
patrimonio di valori spirituali e morali che hanno plasmato la sua
identità più genuina, e che si trovano scolpiti nell’opera e nella vita
di molti insigni padri della patria, come il Beato José Olallo y Valdés,
il Servo di Dio Félix Varela o l’insigne José Martí. La Chiesa, da parte
sua, ha saputo contribuire con impegno alla promozione di tali valori
mediante la sua generosa e instancabile missione pastorale, e rinnova i
suoi propositi di continuare a lavorare senza tregua per servire meglio
tutti i cubani.
Prego
il Signore che benedica con abbondanza questa terra e i suoi figli, in
particolare quelli che si sentono svantaggiati, gli emarginati e quanti
soffrono nel corpo e nello spirito, affinché, per intercessione della
Nostra Signora della Carità del Cobre, conceda a tutti un futuro pieno
di speranza, di solidarietà e di concordia. Molte grazie.
Il Presidente Raúl Castro ha ricevuto
Sua Santità Benedetto XVI
Il
Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, Presidente dei Consigli di Stato e
dei Ministri, ha ricevuto nel pomeriggio di ieri, martedì 27, sua
Santità Benedetto XVI, Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica e Capo
dello Stato di Città del Vaticano, che realizza una visita apostolica
nell’Isola. Durante l’incontro privato, Sua Santità e il Presidente
cubano hanno parlato dello stato ascendente e ininterrotto delle
relazioni bilaterali tra Cuba e la Santa Sede. Machado Ventura ha
ricevuto il Cardinale Tarcisio Bertone Nel pomeriggio di martedì 27, il
primo vicepresidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, José Ramón
Machado Ventura, ha ricevuto il segretario di Stato della Santa Sede, il
Cardinale Tarcisio Bertone, che accompagna Sua Santità, Papa Benedetto
XVI nella sua visita apostolica a Cuba. Durante la conversazione le due
parti hanno parlato di temi di mutuo interesse. Hanno accompagnato il
Cardinale Tarcisio Bertone, Monsignor Giovanni Angelo Becciu, sostituto
per i Temi Generali della Segreteria di Stato; Monsignor Dominique
Mamberti, segretario per le Relazioni con gli Stati e Monsignor Bruno
Musaró, Nunzio Apostolico in Cuba. Per la parte cubana, erano presenti
il vicepresidente Esteban Lazo Hernández; il ministro delle Relazioni
Estere, Bruno Rodríguez Parrilla e l’ambasciatore di Cuba presso la
Santa Sede, Eduardo Delgado Bermúdez.
Incontro “molto cordiale” tra il Papa e
Raúl, ha detto il portavoce della Santa Sede
Il portavoce del Vaticano, Federico Lombardi, che ha
tenuto una conferenza stampa nell’ Hotel Nacional di Cuba, dove lavorano
i giornalisti accreditati, ha detto che il clima dell’incontro tra il
Presidente Raúl Castro e il Papa Benedetto XVI è stato molto cordiale e
sereno ed è durato circa 40 minuti.
Nel dialogo
sono stati trattati temi relazionati alla situazione di Cuba e alle
speranze di contribuire sempre al clima positivo del momento che il
paese sta affrontando.
Lombardi ha detto che Raúl ha informato il Papa della
situazione del popolo cubano, mentre il Papa ha presentato le
aspettative della Chiesa, tra le quali la proposta di dichiarare festivo
il Venerdì Santo, così com’è diventato festa nazionale il giorno di
Natale, dopo la richiesta di Papa Giovanni Paolo II. nella sua visita
del 1998.
Lombardi ha detto che sono stati scambiati dei regali: il
presidente Raúl la offerto una bella immagine della Vergine della Carità
del Cobre scolpita in legno di caiguarán, e il Sommo Pontefice ha
portato a L’Avana un facsimile di un volume antico della biblioteca
vaticana, la traduzione latina della Geografia di Tolomeo.
Questo testo fu scritto nei primi secoli dopo Cristo e
contiene la cartografia del 1400 e un planisfero elaborato nel 1530,
dove appare il continente americano con l’indicazione della presenza di
Cuba.
Lombardi ha valutato la visita del Papa nell’Isola “molto
positiva” ed ha elogiato il ricevimento dato al Sommo Pontefice al suo
arrivo dal popolo di Santiago che lo ha salutato per tutto il percorso,
dall’Aeroporto Internazionale Antonio Maceo, alla Nunziatura nella
città.
Anche se non si può assicurare che il tema del blocco
degli Stati Uniti, è stato toccato nell’ incontro il portavoce ha
reiterato la posizione della Santa Sede è contraria a questo meccanismo
di pressione contro un popolo.
Raúl Castro reitera la cooperazione di
Cuba, parlando davanti a Benedetto XVI
Il presidente cubano, Raúl Castro, ha annunciato in
presenza del papa Benedetto XVI che l’Isola manterrà la collaborazione
con il mondo, nonostante le carenze che deve affrontare.
“Posso assicurarle che con le modeste possibilità a
nostra disposizione, la nostra cooperazione internazionale continuerà”,
ha detto Raúl, dando il benvenuto al Sommo Pontefice nell’aeroporto
Antonio Maceo di Santiago di Cuba.
“Abbiamo affrontato molte carenze, ma non è mai mancato
il senso del dovere di condividere con chi ha meno”, ha segnalato,
facendo l’esempio delle decine di migliaia di medici che l’Isola aiuta a
formare per altri popoli.
“Inoltre abbiamo reso o migliorato la vista a 2.2 milioni
di persone con scerse possibilità economiche e 5.8 milioni di persone
analfabeta hanno imparato a leggere e scrivere”, ha spiegato Raúl
Castro, vestito per l’occasione con un elegante abito scuro.
Parlando dei pericoli per l’esistenza umana, includendo
le minacce alla pace e la presenza di enormi arsenali nucleari, il Capo
dello Stato cubano ha segnalato le coincidenze con le idee del Sommo
Pontefice, che sta svolgendo il suo secondo viaggio in America Latina.
“L’acqua e gli alimenti saranno, dopo gli idrocarburi, la
causa del prossima guerra dei depredatori”, ha sottolineato il
Presidente cubano, sostenendo che si potrebbe eliminare la miseria con
le risorse destinate alla produzione di armi letali. Inoltre ha
lamentato che lo sviluppo vertiginoso della scienza e della tecnologia
non è al servizio delle soluzioni dei problemi che apportano sofferenza
all’essere umano.
“Invece della solidarietà si generalizza una crisi
sistematica, provocata dal consumo irrazionale nelle società opulente
nelle quali un’infima parte accumula ricchezze, mentre crescono i
poveri, gli affamati, i malati senza cure e i diseredati. Gli
indignati non sopportano più l’ingiustizia, e soprattutto tra i giovani
cresce la mancanza di fiducia nei modelli sociali e ideologici che
distruggono i valori spirituali e producono esclusione ed egoismo”, ha
aggiunto Raúl Castro, a lato di Sua Santità. “Di fronte a tante sfide,
Nuestra America s’unisce nella sua sovranità e tenta un’integrazione più
solidale, per rendere realtà il sogno bicentenario dei suoi Eroi”, ha
sottolineato ancora il presidente di Cuba, parlando al Capo dello Stato
del Vaticano.
Dentro de pocas horas, en la Plaza de la
Revolución, los cubanos creyentes y no creyentes, estaremos en la
gran misa que oficiará su Santidad Benedicto XVI. Todos,
recordamos la grandiosa y emotiva misa oficiada en esta plaza por
el papa Juan Pablo II. Fue el domingo 25 enero de 1998, hace
apenas 14 años. Sin embargo, muchos desconocen que, el 28 de
noviembre de 1959, ese histórico lugar, entonces conocido como
Plaza Cívica, transformado en un gran templo al aire libre, fue
escenario de una misa memorable, la primera misa.
Hace 53 años, pocos meses después del triunfo
revolucionario, la jerarquía católica cubana convocó a un Congreso
Católico Nacional para los días 28 y 29 de noviembre. Varias
fueron las actividades religiosas programadas para esos dos días,
pero el acto cumbre del Congreso era una grandiosa misa en
homenaje a la Virgen de la Caridad del Cobre. Las expectativas
fueron diversas. Los enemigos, como también lo hacen hoy, trataron
de interferir la ejecución del evento. Primero dijeron que el
Congreso no podría ser celebrado o que sería dificultado por las
obstrucciones de un régimen al que se trataban de pintar como
enemigo de la religión. Cuando esos infundios fueron desmentidos
por los hechos, acudieron a otra versión: la de que el evento
sería una demostración de repulsa al Gobierno Revolucionario. Esta
última maniobra fue desvirtuada a tiempo, gracias a las oportunas
aclaraciones del episcopado, los dirigentes de Acción Católica y
la comisión organizadora del Congreso.
La revista Bohemia, en un editorial, denunció
que el Congreso Católico Nacional estaba “siendo centro de
numerosas suspicacias, de tendenciosos comentarios por parte de
aquellos que pretenden parcializar la multitudinaria demostración
de fe que hará el pueblo de Cuba, en beneficio de su particular
criterio político, de interesado enfoque de la actualidad nacional”.
En la Universidad de La Habana, durante la
velada solemne de homenaje a los estudiantes de Medicina
asesinados el 27 de noviembre de 1871, el propio Comandante en
Jefe, explicó como la contrarrevolución había intentado utilizar
la celebración en Cuba del Congreso Católico Nacional para
enfrentar la religión a la Revolución:
Incapaces de comprender el profundo sentido
humano y justo del pensamiento cristiano, sobre todo con lo que
entraña de prédica a favor de los pobres y de los humildes, y que
por lo tanto no puede ser de la devoción de los egoístas y de los
avaros y que sí puede caber dentro de una Revolución justa y de un
pueblo justo, pero jamás en las mentalidades inescrupulosas de los
explotadores de los humildes y de los pobres, para que pueda
estarles rondando la idea de enfrentar el sentimiento religioso al
sentimiento revolucionario de una manera inescrupulosa, porque con
los sentimientos religiosos del hombre no se comercia ni se juega.
Lamentable
es que tengamos que salir al paso a las maniobras, y que sentemos
bien claro, que los elementos latifundistas y garroteros y
especuladores de toda laya, elementos sin escrúpulos, incapaces de
comprender el sentido revolucionario de las prédicas de Cristo,
elementos inescrupulosos que quieren herir el tradicional
sentimiento religioso y la devoción de nuestro pueblo noble hacia
la propia virgen de la Caridad, porque esa imagen es de todos los
cubanos, es incluso de la Sierra Maestra, y surgió en la fe de los
cubanos, [...] entendemos que no es justa ni es honesta la
maniobra de querer aprovechar el congreso, que es un acto legítimo
de los creyentes cubanos, como es un acto legítimo y respetado
para las demás religiones; de haber querido aprovechar esa fe de
nuestro pueblo, las decenas y los cientos de miles de devotos de
nuestro pueblo, que van a ir allí a rezar por Cuba y por las leyes
revolucionarias; porque estamos en la calle y son miles las
personas que en estos meses y durante la guerra se nos han
acercado para darnos alguna estampa, para exclamar algún deseo
cristiano, para expresarnos alguna bendición, porque esa forma
abierta de la naturaleza espiritual de nuestro pueblo, que está
con la Revolución porque es justa, porque es humana y porque en
ella caben todos los sentimientos nobles del hombre. Y los que no
cabrán ¬jamás en ella son los sentimientos egoístas e inhumanos. Y
bueno es que no se ande tratando nadie de alzar con la fe sana y
la devoción honesta de nuestro pueblo, porque ese sentimiento no
servirá ¬jamás para encubrir actos que van contra la caridad
cristiana, y que van contra los sentimientos humanos. (Revolución.
28 de noviembre de 1959, p. 13.)
En vísperas del evento, el Monseñor Evelio Díaz,
entonces Administrador Apostólico de La Habana y Pinar del Río,
declaró: “Nunca un gobierno, en el tiempo que llevamos de prelado,
ha dado tantas facilidades a la Iglesia”. Y por su parte, el
Monseñor Pérez Serantes afirmó que recibía de las autoridades
oficiales incondicional apoyo para la celebración de su Primer
Congreso Nacional y “nos sentimos deudores de las autoridades por
las facilidades brindadas a este evento”.
El Ministerio de Obras Públicas, trabajó
intensamente para que en la fecha de inauguración del Congreso
estuvieran terminadas varias calles cercanas a la Plaza Cívica; el
de Transporte facilitó el arribo a la capital de cubanos
procedentes de otras provincias y puso, a disposición del Congreso,
un servicio de ómnibus entre la noche del sábado y la mañana del
domingo; la Policía Nacional Revolucionaria cooperó estrechamente
con la comisión de parqueo, integrada por cien estudiantes de la
Agrupación Católica Universitaria; y el Ministerio de Gobernación
tramitó sin demora todos los permisos necesarios.
Además, la Iglesia recibió el apoyo de las
Fuerzas Aéreas Rebeldes para transportar, en el avión Sierra
Maestra, a la venerada Virgen de la Caridad desde su Santuario a
La Habana y de su regreso a El Cobre en la tarde del domingo 29.
Las acciones del Gobierno Revolucionario echaron por tierra los
infundios lanzados en torno al Congreso con ánimos de enfrentar el
catolicismo a la Revolución.
El sábado 28 de noviembre, comenzaron las
actividades del Congreso Católico Nacional. A las ocho de la noche,
desde Prado y Neptuno partió el desfile de antorchas que, tras
recorrer varias calles habaneras, acompañando a la Virgen, llegó a
la Plaza Cívica para participar en la misa convocada para la
medianoche.
Alrededor de la una de la madrugada, poco antes
de llegar la Virgen de la Caridad del Cobre, las exclamaciones del
público aumentaron, anunciando la llegada de Fidel Castro.
Numerosos feligreses se disputaban el acceso a Fidel quien se
aproximaba acompañado del presidente Osvaldo Dorticós, los
comandantes Juan Almeida y Efigenio Ameijeiras, varios ministros y
otros altos oficiales rebeldes. En la Plaza Cívica se confundían
los comandantes del Ejército Rebelde con los eclesiásticos y
devotos.
La escolta del Comandante en Jefe luchaba en
vano por abrirse paso, chocando contra la muralla del entusiasmo
popular. Al fin, el líder de la Revolución consiguió avanzar,
llegando hasta donde se hallaban su madre y sus hermanas.
Seguidamente, cambió impresiones con altos dignatarios de la
Iglesia y con el sacerdote, comandante del Ejército Rebelde,
Guillermo Sardiñas, quien vestía su tradicional sotana verde
olivo.
A pesar de la inclemencia del tiempo, la lluvia
y el viento no hicieron mella en el entusiasmo cristiano y
patriótico. Nadie se movió de su puesto, nadie se quejó, nadie
desertó. En medio de la noche llegó la Virgen a los acordes del
Himno Nacional. La Misa de Pontifical, fue oficiada por monseñor
Pérez Serantes quien agradeció emocionado la firmeza y sacrificio
del pueblo y repitió sus manifestaciones, hechas a todo lo largo
del desfile, de reconocimiento a las autoridades revolucionarias
“que nos han ofrecido mucho más de lo que hubiéramos podido
solicitar”.
Terminó su oración con las siguientes palabras:
-Bendice a las autoridades de tu pueblo…
Los micrófonos y altavoces llevaron después a
toda la Isla las palabras de Monseñor Evelio Díaz en su ofrenda de
homenaje a la patrona de Cuba. Otro momento de gran emoción fue
cuando se escuchó la voz del pontífice Juan XXIII, trasmitida por
la Radio Vaticana, dirigiéndose al pueblo de Cuba, y muy
especialmente a la feligresía católica cubana. La palabra clara y
firme de Juan XXIII, en perfecto castellano, se escuchó a través
de los micrófonos de la Federación de Radioemisores de Cuba. El
papa concluyó su mensaje exclamando: “¡Cómo queremos en estos
momentos poner a Cuba entera a los pies de su amada Patrona, María
Santísima de la Caridad del Cobre, para que reine su amor en el
alma de cada cubano, para que bendiga sus hogares, para que
brillen sin nubes días de paz y tranquilidad sobre esa querida
Isla!”
En horas de la mañana del domingo 29, tuvo
lugar el segundo acto del Congreso en el Estadio de la Tropical,
con la Asamblea del Apostolado Seglar y clausura del evento. En la
tarde, la Virgen de la Caridad, regreso a su sitial permanente en
el Santuario del Cobre.
Santa Messa a Santiago di Cuba: “Siamo
orgogliosi d’essere cubani”
“Ringrazio Dio che mi ha permesso di venire qui e fare
questo viaggio tanto desiderato”, ha detto Papa Benedetto XVI iniziando
il suo discorso nella Santa Messa, celebrata in Piazza della
Rivoluzione Antonio Maceo, a Santiago di Cuba, nell’oriente dell’Isola,
alle 18.45 ora locale con la presenza del Presidente cubano Raúl
Castro.
Il Papa ha ricordato che questa santa messa s’inserisce
nel contesto dell’Anno Giubilare per onorare e venerare la Vergine della
Carità del Cobre, Patrona di Cuba, nel 400º anniversario della scoperta
e la presenza della sua venerata immagine in questa terra benedetta.
Il pontefice ha parlato del mistero della reincarnazione,
nel quale Dio si avvicina a noi e ci mostra la dignità incomparabile
della vita umana, ed ha detto ai presenti nella piazza che: “Cuba ha la
necessità della testimonianza della sua fedeltà, la sua unità e la sua
capacità d’accogliere la vita umana, soprattutto quella più indifesa e
necessitata”.
In una piazza colma di fedeli, centinaia di migliaia di
persone hanno salutato il Papa, che ha percorso il tragitto nella ‘Papamobile’,
prima della messa.
“Benedetto, amico!”, si sentiva gridare dalla folla che
da molte ore prima aspettava il Papa per offrirgli un caloroso
benvenuto.
I Vescovi di Cuba e del Vaticano erano presenti alla
messa, come molte personalità politiche dell’Isola e il Presidente di
Cuba, Raúl Castro.
Un enorme pannello con il messaggio “La carità ci
unisce”, ha accompagnato la folla riunita per celebrare i 400 anni della
Vergine del Cobre.
“Dovunque siamo, portiamo con orgoglio il nome di
cubano”,ha detto l’arcivescovo di Santiago di Cuba, Dionisio García
Ibáñez, dando il benvenuto a sua Santità Benedetto XVI.
Il Pontefice è giunto a Santiago di Cuba proveniente
dal Messico ed è stato ricevuto all’aeroporto dal Presidente cubano
Raúl Castro, con cui si riunirà oggi ufficialmente.
I 17 Vescovi cubani guidati dal Cardinale de l’Avana,
Jaime Ortega, e numerosi prelati Latinoamericani hanno partecipato alla
celebrazione.
L’altare è stato posto davanti al monumento di Antonio
Maceo, uno degli Eroi della resistenza cubana e nello stesso dominavano
i colori bianco, rosso e blù che sono quelli di Cuba.
Benedetto XVI ha offerto la Rosa d’Oro
alla Vergine della Carità del Cobre
Il Santo Padre Benedetto XVI ha posto ai piedi della
Vergine della Carità del Cobre, la Rosa d’Oro, una delle più alte
decorazioni della Chiesa Cattolica, concessa a personalità e devoti
della Vergine María. Benedetto XVI ha invocato tutti i fedeli a
celebrare con devozione questa festa di Maria, ed ha chiesto al Signore
che conceda allegria e benedizione per tutti i cubani. La Rosa d’Oro fu
creata nel 1049 dal Papa Leone IX. Questa è una nuova distinzione
offerta dalla Santa Chiesa alla Vergine della Carità del Cobre, che è
stata incoronata da Giovanni Paolo II durante la sua visita nel 1998.
Il Presidente cubano, Generale d’Esercito, Raúl Castro, che ha
assistito alla messa, ha salutato Sua Santità al termine della cerimonia
religiosa.
SCARICA QUI' IL
PDF Cubadebate En fotos FOTOREPORTAGE DELLA VISITA DEL PAPA
Poco dopo la conclusione della affollatissima messa
officiata nella Piazza della Rivoluzione, il Papa Benedicto XVI ha
ricevuto nella Nunziatura Apostolica a L'Avana il leader storico
della Rivoluzione Cubana Fidel Castro Ruz.
Fidel è giunto alle 12,20 alla sede della Nunziatura ed è stato accolto
dal cardinale Tarcisio Bertone, Sottosegretario della Santa Sede con il
quale si era trovato anteriormente in Cuba quando il secondo nella
gerarchia vaticana visitò Cuba.
Durante l'incontro col Papa che durò per mezz'ora, Fidel ha spiegato al
sommo pontefice che aveva seguito tutti gli avvenimenti del suo viaggio
attraverso la televisione cubana e si era informato sui dettagli
della liturgia della Chiesa Cattolica.
Il Papa Benedicto XVI ha ringraziato per le dimostrazioni di
affetto ricevute a Cuba e spiegò il senso dei suoi viaggi
per il mondo per confermare nella fede ai cristiani, come il servizio
della chiesa ai paesi.
Entrambe le personalità hanno parlato animatamente su temi ecologici,
culturali, scientifici, religiosi e sui gravi problemi che angosciano
all'umanità. Fidel ha sollecitato il Papa che gli invii alcuni libri coi
punti di vista che egli difende.
In conferenza stampa a L'Avana, il portavoce del Vaticano Federico
Lombardi, ha assicurato che l'incontro tra il leader della Rivoluzione
cubana Fidel Castro ed il Papa Benedicto XVI è stato "molto cordiale"
risaltando il buon coraggio e la giocosità di entrambi.