"...una
sintesi a partire dalla quale si potrebbe indagare la storia dettagliata
e obiettiva di fatti che qualcuno con tempo, salute ed energia
sufficiente, potrebbe ricostruire..."
Il finale
di quel discorso fu, senza dubbio, un’accesa arringa di risposte e
domande rivoluzionarie. Alla fine, con i Viva per la classe operaia,
i contadini, gli umili, la Rivoluzione Socialista, i martiri della
Patria, terminai con "Patria o Morte!" che è divenuto abituale da
quando demmo sepoltura ai morti di un anno prima nell’esplosione del La
Coubre.
Quello che
non sapeva nessuno è che mentre io parlavo, ed era già quasi notte, un
compagno della scorta si era avvicinato e mi aveva comunicato che il
nemico stava sbarcando in prossimità della baia di Cabañas, a Ovest de
L’Avana.
Lo sbarco
era assolutamente logico e atteso, dopo l’attacco per distruggere le
nostre piccole forze aeree all’alba del giorno precedente.
Feci allora
quello che non avevo mai fatto prima alla fine di un discorso. Dopo
l’abituale frase di Patria o Morte, continuai a parlare brevemente. In
realtà stavo dando le istruzioni ai combattenti.
Dopo gli
applausi finali dissi testualmente: “Al combattimento... Cantiamo
l’Inno nazionale compagni!” (I presenti intonarono l’Inno Nazionale).
"Compagni,
tutte le unità devono dirigersi verso la sede dei loro rispettivi
battaglioni in vista della mobilitazione ordinata per mantenere il paese
in stato d’allerta, di fronte all’ imminenza che si deduce da tutti
fatti dell’ultima settimana e dal vile attacco di ieri, dell’
aggressione dei mercenari.
“Andiamo in
marcia alle Case dei Miliziani, formiamo dei battaglioni e disponiamoli
a partire, di fronte al nemico, con l’Inno Nazionale, con le strofe
dell’Inno Patriottico, con il grido ‘Al combattimento’, con la
convinzione che morire per la Patria è vivere e che in catene, vivere è
vivere oppressi dall’obbrobrio e dall’affronto!”
"Marciamo
verso in nostri rispettivi battaglioni e aspettate lì gli ordini,
compagni”
Dopo la
manifestazione andai al "Punto Uno", il nome in chiave dello Stato
Maggiore delle Forze Armate, per conoscere la situazione.
Non c’era
stato nessuno sbarco, era un simulacro strumentato dalla Marina degli
Stati Uniti. Si controllò la situazione e di diedero istruzioni.
Poi mi
ritirai circa a mezzanotte. Persuaso che il nemico era al punto di
attaccare, decisi di guadagnare alcune ore di sonno.
Roxana
Rodríguez, morta pochi giorni fa, moglie dell’allora direttore del
Piano di Sviluppo della Ciénaga de Zapata, Abraham Maciques,
testimoniò che lei aveva chiamato Celia per comunicarle che il tenente
Antelo Fernández, capo dell’ unità militare di Jagüey Grande, l’aveva
informata di uno sbarco a Playa Larga, e che si sentivano forti spari
di mitragliatrice e cannonate da quel punto.
In una nota
trasmessa da Celia al "Punto Uno", affermava che in una comunicazione
con la Centrale Australia aveva avuto conferma che stavano attaccando
Playa Girón e Playa Larga.
La nota del
Posto di Comando segnalava le 03:29 del 17 aprile del 1961.
Ripassando
le mie stesse parole nel programma televisivo Università Popolare, ossia
tre giorni dopo la vittoria, parlai delle 03:15 come dell’ora in cui
avevo ricevuto la notizia. Celia realmente non perdeva un minuto di
fronte a qualsiasi situazione.
Da quel
momento avvennero avvenimenti difficili da credere. Su quelli scrivo una
sintesi a partire dalla quale si potrà indagare la storia dettagliata e
obiettiva dei fatti che qualcuno con tempo, salute ed energia
sufficiente potrà ricostruire.
L’importante è l’essenza, che non deve mai essere alterata. I dettagli
sono di speciale significato per gli storiografi più rigorosi. In
questo caso, il mio interesse si relaziona al desiderio che la nostra
gioventù abbia accesso agli avvenimenti accaduti in quegli anni
decisivi, che conosca la battaglia nella quale i suoi predecessori
rischiarono la propria esistenza per la Rivoluzione e per l’immensa
ricchezza culturale che oggi i nostri giovani possiedono ed ai quali
corrisponde continuare a difenderla.
"Patria è umanità!"
Come
spiegai al programma Università Popolare "...mi comunicano e comunicano
agli altri compagni che si stava combattendo a Playa Girón e Playa
Larga, dove il nemico era sbarcato...".
"Mandiamo a
verificare, a confermare. In queste cose si deve avere sempre sicurezza,
perchè poi giungono le notizie che ci sono navi in quel punto, ci sono
navi in un altro punto [...] il fatto è già, in maniera certa, totale,
e con i primi feriti dei combattimenti, giunge la notizia che una forza
di invasori sta cannoneggiando fortemente con bazuka, con cannoni
senza rinculo, con mitragliatrici 50 e con cannoni da nave. Stanno
attaccando a Playa Girón e a Playa Larga, nella Ciénaga di Zapata. Già
non avevo il minimo dubbio che effettivamente stava avvenendo uno sbarco
in quel punto e che quello sbarco era fortemente appoggiato con armi
pesanti.
"Le
microonde di Playa Girón e Playa Larga comunicavano il risultato
dell’attacco [...] sino allo stesso momento in cui come conseguenza
dell’attacco smisero di funzionare [...] e alle tre o alle quattro
della mattina già non c’erano più da Playa Larga e da Playa Girón."
"La
penisola di Zapata ha queste caratteristiche: questo pezzo di terra
ferme sulla riva della costa [...] terra ferma rocciosa e di montagna
[...] Ma a nord di questo pezzo di terra ferme c’è una zona di palude
assolutamente intransitabile."
"Prima non
esisteva la minor comunicazione [...] una ferrovia stretta era l’unica
comunicazione che avevano i contadini in quella zona."
"C’erano
duecento maestri nella zona della Ciénaga di Zapata, alfabetizzando, nel
momento che si produce l’invasione."
"Era uno di
luoghi piloti della Campagna d’Alfabetizzazione. Tutti quei villaggi -
Jagüey Grande, Covadonga, Australia-, [...] non avevano accesso al
mare, erano paludosi esclusivamente. Adesso tutta questa gente ha una
spiaggia. A Playa Larga e a Playa Girón vanno migliaia di persone, la
domenica, anche se non sono ancora terminate."
"C’erano
[...] trecento figli di contadini della Cienaga a L’Avana che stavano
studiando ceramica, meccanica, falegnameria, uso del pelli."
"La
Ciénaga di Zapata era diventata uno dei luoghi più visitati ed
apprezzati."
Nel luglio
del 1976 commentai al cineasta della televisione svedese, Gaetano
Pagano:
"Loro
sbarcarono in un luogo che potevano mantenere per un certo tempo, perchè
era un posto molto difficile da recuperare, dato che le vie d’accesso
dovevano attraversare vari chilometri di palude intransitabile e
diventava una sorta di Passo delle Termopili.
La costa de
Playa Larga, che i mercenari pretendevano occupare, si torva ubicata a
una distanza di 29 chilometri dalla piccola centrale Australia.
Da Playa Larga a
Girón, in
una strada molto vicina al mare, ci sono 39 chilometri, per un totale
di 68 chilometri tra la fabbrica di zucchero Australia e Playa Girón. A
Nord di Girón, a 11 chilometri, c’è Cayo Ramona, che non è circondato
dal mare; è uno spazio di terra ferme circondato dalla palude. A 14
chilometri da Girón, c’è San Blas; a 30 chilometri, Covadonga; a 36
chilometri a nordest s’incontra Horquita; e a 44 chilometri, Yaguaramas.
Sulla
Sierra Maestra io no avevo scorta di sicurezza e non la necessitavo.
Marciavo
con la truppa e quando mi muovevo da un punto all’altro, ero
accompagnato da persone che mi aiutavano in diversi compiti. I
responsabili di armi, servizi di salute, rifornimenti e trasporti si
mossero per i loro rispettivi compiti sino alla fine della guerra.
Celia si occupava della logistica del Piccolo gruppo che mi
accompagnava e dei combattenti della Colonna 1.
Quando
avvenne il collasso della tirannia, mi stavo muovendo verso la capitale
con una forza della Colonna 1 e i carri armati, l’artiglieria e due mila
soldati delle truppe scelte- sconfitte nella controffensiva e
nell’offensiva ribelle già narrata nei testi corrispondenti- che si
erano uniti a noi, che curavamo i soldati feriti in combattimento e
rispettavamo i prigionieri senza una sola eccezione.
Li portavo
con me perchè la situazione nella capitale non era ancora ben definita.
Camilo e
il Che ricevettero istruzioni d’avanzare rapidamente per Carretera
Centrale e occupare l’Accampamento di Columbia e la Cabaña,
rispettivamente. Ebbi allora, per la prima volta, una scorta di
combattenti selezionati da Raúl delle Forze del Secondo Fronte
Orientale Frank País.
Furono
eccellenti e mi accompagnarono per più di due anni. Poi marciarono per
svolgere altri compiti importanti della Rivoluzione.
La
sicurezza divenne un compito del Ministero degli Interni, sotto la
direzione del compagno Ramiro Valdés e dei suoi assessori. Ramiro fu
combattente della Moncada, del Granma, e invasore con il Che. Non
discussi mai nessuna delle persone scelte. Erano, come norma, giovani
provenienti da umili famiglie contadine ed operaie con conosciute idee
di sinistra.
Come si sa,
nel nostro paese c’era un caos ideologico seminato dagli yankee, che
dominavano più con le menzogne e l’ignoranza che con la forza.
I nuovi
compagni della scorta ricevevano corsi rapidi di addestramento per i
loro compiti ed erano generalmente coraggiosi e decisi, ma non avevano
esperienze di combattimenti.
Questo non
mi preoccupava molto. Mi importavano soprattutto le qualità personali di
ognuno di loro. Tra le altre cose, che maneggiassero bene le armi e i
carri armati.
Tutti avevamo molte cose da imparare.
Vi racconto
quello che uno di loro disse testualmente, ed esiste lo scritto della
sua testimonianza, su quello che accadde all’alba del 17 apri, quando
giunse la notizia dello sbarco: "Io ero di guardia nel corridoio di
fronte alla scala e ricordo che verso l’alba cominciò un movimento
anormale nel piano. Rapido il Comandante si alzò e cominciò a chiedere
chiamate telefoniche con i distinti capi militari.
Mentre
comunicava, camminava avanti e indietro e diceva: ‘Sono già sbarcati e
dove immaginavo.
Ma non importa. Li schiacceremo![...]
Andiamo!'
Io pensai:
Adesso tutto quando è andato in malora, gli americani stanno sbarcando e
quest’uomo è impazzito.
Andiamo veloci al Punto Uno."
Nel "Punto
Uno" erano riuniti, all’alba del 17 aprile, il comandante Sergio del
Valle Jiménez, capo dello Stato Magiore; il capitano Flavio Bravo Pardo;
i capi di settore della difesa de L’Avana: il comandante Filiberto
Olivera Moya, il capitano Emilio Aragonés Navarro, il capitano Osmany
Cienfuegos Gorriarán, il capitano Rogelio Acevedo González, il capitano
Raúl Curbelo Morales, che sarebbe stato poi nominato capo della Forza
Aerea Rivoluzionaria, e il capitano Sidroc Ramos Palacios, tra gli
altri. Già comunicavo con i distinti capi.
Devo
segnalare che durante la battaglie di Girón, stenografi di prima qualità
lavoravano a turno nel "Punto Uno" annotando con incredibile precisione
ogni conversazione che io sostenevo con i diversi Punti, e anche con il
Quartiere Generale Centrale e con qualsiasi capo della zona delle
operazioni. Qui trascrivo molte di quelle comunicazioni che segnarono lo
sviluppo della battaglie con il minimo di spiegazioni che elaboro solo
quando sono indispensabili.
Se qualcosa
non è chiara, la completo; molte volte elimino parole grosse e le
trascrivo solo quando servono per offrire l’idea dell’ardore che
sperimentavamo.
NOTE E
ORDINI EMESSI DAL PUNTO UNO:
"03:30 ore.
Il Comandante Sergio Del Valle (comandante dell’Esercito Ribelle e Capo
dello Stato Maggiore delle Forze Armate Rivoluzionarie) comunica alla
Scuola dei Responsabili delle Milizie di Matanzas di prepararsi per
partire in operazione e d’includere anche i camions”.
"03:35 hrs.
Il Comandante Fidel Castro comunica al capitano (dell’Esercito Ribelle)
Osmany Cienfuegos Gorriarán che tenga pronti tutti i battaglioni del suo
settore neicmaions per partire in operazione”.
"03:36 hrs.
Confermato
lo sbarco a Playa Larga. Il battaglione 339 delle Milizie - che sta
nella Centrale Australia- deve avanzare sino a Playa Larga
urgentemente. Il battaglione delle Milizie di Matanzas deve avanzare
urgentemente verso Jovellanos."
Il
battaglione 339 di Cienfuegos doveva stare a Girón e a Playa Larga, in
accordo con le istruzioni che personalmente trasmisi con tempo
sufficiente prima dello sbarco nemico. Una testimonianza fatta molti
anni fa, il 17 marzo del 1986, 24 anni dopo, da Abraham Maciques,
direttore del Piano di Sviluppo della Penisola della Ciénaga de Zapata,
affermava: "Una settimana prima dello sbarco, il Comandante si trovava
nella zona di Girón. Aveva percorso il malecón, l’aeroporto, e le opere
turistiche, in compagnia del comandante Guillermo García e di altri
ufficiali. Aveva commentato che se lui avesse dovuto realizzare uno
sbarco lo avrebbe fato in quella zona, perchè aveva due accessi di
partenza e altre condizioni Aveva dato istruzioni di mettere la
mitragliatrice a quattro bocche nell’aeroporto e una mitragliatrice
calibro 50 nel contenitore dell’acqua di Girón. Aveva mandato mille
fucili cecoslovacchi M-52 per le milizie e aveva indicato al
comandante Juan Almeida di trasferire il battaglione 339 da Cienfuegos
verso questa zona. Questi orientamenti non si verificarono, perchè pochi
giorni dopo avvenne l’invasione.
Almeida
inviò il battaglione. Per una confusione, il battaglione aveva un
plotone a
Playa Larga.
Dese fose
stato piazzato a Girón e a Playa Larga, e non nella Centrale Australia,
a 68 e 29 Km. rispettivamente, le conseguenze sarebbero state
considerevoli per gli invasori che stavano già navigando verso tali
punti.
Le
istruzioni che avevo dato alle 03:36, prima dell’alba, perchè questa
unità si muovesse nelle ore della notte per appoggiare gli uomini che
resistevano a Playa Larga, erano quelle andavano trasmesse. Dare
quell’istruzione in pieno giorno, quando i paracadutisti nemici erano
stati lanciati, non sarebbe stato corretto.
Fu verso le
6.30, cioè tre ore dopo, che il nemico lanciò il battaglione dei
paracadutisti per occupare le vie d’accesso attraverso la Ciénaga.
Com’era
logico i B-26 nemici, tra i quali c’erano i piloti batistiani che
lanciarono tante bombe su di noi sulla Sierra Maestra, davano appoggio
aereo ai paracadutisti che scendevano su Pálpite, dove non poteva
giungere a quell’ora l’antiaerea che doveva partecipare al contrattacco.
Questa è
un’importante osservazione per comprendere gli avvenimenti successivi.
"03:55 ore.
Si informi il Comandante in Capo delle FAR (della Forza Aerea
Rivoluzionaria) che mantenga pronti due Sea Fury y e un B-26 con tutto
il carico pronto.
Julio. (capitano Flavio Bravo Pardo).
"04:06 ore. Fidel
ordina al Capo FAR di tenere pronti gli aerei, organizzare due
Squadriglie, due Sea Fury e un B-26.
"04:45 ore.
Fidel
ordina a Silva (capitano dell’Esercito Ribelle e pilota di combattimento
Luis Alfonso Silva Tablada) della Base di San Antonio de los Baños di
compiere la missione. Due Sea Fury e due B-26; un aereo T-33 a
retropropulsione a spruzzo di fabbricazione nordamericana, dev’essere
pronto a partire per difendere la Base. Silva e gli altri aerei con
missili e mitragliatrice, per attaccare la testa di spiaggia a Playa
Larga e a Punta Perdiz [...] Decollo alle 05:20, attaccare primo le
navi e poi ritornare a L’Avana per informare. Il ‘Chorro’ (lo spruzzo)
dev’essere pronto per difendere la base, e anche le anti aeree [...]
importa anche Punta Perdiz (molto vicino a Girón), ma adesso interessa
di più Playa Larga."
La base
aerea di San Antonio de los Baños si trova a 149 chilometri e 600 metri
da Playa Larga, e a 176 chilometri e 800 metri da Playa Girón; era
questione di
minuti.
"04:48 ore.
Muovere un
altro battaglione per Matanzas, è importante occupare tutti i ponti
per L’Avana e Matanzas e lasciare quattro (battaglioni) di riserva a
Kukine.
"05:10 ore.
La chiamata
del Comandante Fidel a Silva, nella Base di San Antonio de los Baños per
ratificare gli ordini precedenti, è la seguente: Si assicuri che hanno
preso Playa Girón e non Playa Larga come avevano informato, se avanzano
forze considerevoli di nemici, se questi sono situati all’entrata della
Baia dei Porci, verso est, dove s’incontra un villaggio costruito da noi
(Girón), e c’è anche un campo d’aviazione con la pista. Silva,
immagina un ferro di cavallo con il suo centro verso nord e le due punte
verso sud. Guardando con l’estremo sud a destra, più o meno lì, c’è
questo punto: Girón, e devi osservare se ci sono aerei nell’aeroporto;
se ci sono sparagli e se no attacca le navi, se stanno in acque
giurisdizionali. Primo obiettivo gli aerei, secondo le navi. Osserva se
c’è movimento di camion vicino a Girón, qualsiasi camion vedi tra Girón
y Playa Larga, a due chilometri partendo da Girón a Playa Larga, tutto
quello che è in questi termini, attaccalo. Allora gli obiettivi da
seguire sono i seguenti:
"Primo
obiettivo: attaccare con tutte le armi l’aeroporto, se ci sono aerei.
"Secondo
obiettivo: attaccare le navi.
"Terzo
obiettivo: osservare se ci sono movimenti di camion molto vicino a Girón,
e se è positivo attaccarli a loro volta, così come il personale.
"Se si
vedono manovre di navi e personale, spara prima alle navi e poi alla
gente.
Prendere da
sudest la Baia dei Porci, l’aereo deve partire alle 05:20 ." (ossia
prima dell’alba )
"05:45. Il
Comandante Del Valle ha effettuato una chiamata alla Base San Antonio
al comandante Raúl Guerra Bermejo, Maro (capo della Forza Aerea
Rivoluzionaria), per informare che è stato inviato là il Ministro
Curbelo per trattare il tema dell’aria, che si coordini tra tu e lui,
già che lui è al disposta comprendendo civili e militari."
"Alle 05:50
del 17. Avvisati Olivera e Acevedo per ordine del comandante Del Valle
di mobilitare tutto il personale senza utilizzare la radio e ho tutto
pronto per ricevere ordini. È stato informato dello sbarco e di come
sta avvenendo.
Tenente Crabb.
"Tutto
pronto a Managua, aspettando gli ordini di Fidel."
(Continua)
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