di Red Ronnie
(per gentile concessione di www.roxyweb.it)
11 maggio 2003
E' incredibile come tutti i giornali abbiano dimenticato gli orrori di
Afganistan e Irak e si stiano accadendo contro Cuba, per le persone
arrestate e tre esecuzioni. Fatti gravissimi, ma perchè riescono ad
offuscare il massacro, anche di bambini, fatto in Irak? Cercherò di
raccontare quello che so, o quello che credo di sapere visto che tutti noi
siamo manipolati dai media e dalle forze politico-economiche.
Ho appena comprato "Stupid white man", il libro di Michael Moore (premio
Oscar 2003 per "Boowling for Columbine"). Michael racconta i trucchi usati
da Bush e dai suoi per sovvertire il risultato delle elezioni USA, che
hanno visto vero vincitore Al Goore. Bush ha giocato tutto sulla Florida,
stato governato da suo fratello. Lì hanno manipolato, contato e ricontato i
voti fino a quando non sono riusciti a dire che gli davano ragione. Una
cosa che Michael non scrive è che, per avere più voti, i due fratelli Bush
hanno contato molto sull'appoggio della comunità cubana di Miami, quelli
che se ne sono andati da Cuba e sognano di tornare una volta rovesciato
Castro e la sua Rivoluzione. I Bush hanno avuto vita facile anche perché il
predecessore Clinton aveva dovuto togliere il bambino Elian, tenuto in
ostaggio da parenti di Miami, per rimandarlo a Cuba dal legittimo padre. E'
chiaro che, in cambio dell'appoggio politico nelle elezioni, i Bush abbiano
promesso a quelli di Maimi la testa di Castro.
Stranamente, mentre Clinton stava tentando di eliminare l'embargo contro
Cuba in essere da 40 anni, con l'avvento di Bush tutto si è inasprito. A
L'Avana accusano membri della CIA di promettere soldi a chi compie atti di
terrorismo o dirottamenti ai danni di Cuba. Che improvvisamente si sono
moltiplicati. In un attentato è morto anche un turista italiano.
Uno dei crimini considerati più gravi è il dirottamento di un aereo,
soprattutto dopo l'11 settembre. Come mai, quando un cubano ha dirottato un
aereo, portandolo negli USA, non è stato arrestato ma considerato quasi un
eroe? Fatti come questo si sono moltiplicati, con "forse" lo scopo nascosto
di provocare un intervento degli Stati Uniti per rimettere a posto la
situazione in un paese caotico (con un caos creato ad arte proprio da loro)
. D'altra parte bisogna sempre avere una scusa per un'invasione.
A volte basta dire che in quel paese ci sono armi di distruzione di massa
per conquistare una nazione piena di petrolio, altre volte basta trasmettere
fino all'ossessione le immagini di aerei che distruggono due grattacieli
per avere il diritto di invadere un'intera nazione dove può passare un
bell'oleodotto che porti il petrolio nell'est.
E qui veniamo al fattaccio. Cuba si sente in guerra, attaccata da una forza
enormemente più grande di lei, e fa l'errore di applicare la legge marziale
(quella strana legge che ti permette di sparare ad un'auto che passa e
uccidere 5 bambini in un colpo solo e non essere neppure processato, come
succede ancora adesso in Iraq). Visto che i terroristi che agiscono a Cuba
hanno avuto rassicurazioni che, se anche saranno condannati a vari anni di
prigione, tanto poi Castro cadrà presto e saranno liberati come eroi e
pagati profumatamente, il governo cubano decide di condannare a morte tre
persone che avevano dirottato un'imbarcazione, tenendo in ostaggio i
passeggeri. "Sfortunatamente" la barca è dovuta tornare indietro per il
cattivo tempo. Ho messo tra virgolette la parola sfortunatamente perchè la
madre di uno dei condannati ha detto che chi li ha convinti a fare il
dirottamento in realtà voleva che morissero: aveva dato loro una barca a
fondo piatto e li aveva fatti partire quando sapeva che il mare era in
tempesta. Per di più, un elicottero americano aveva sorvolato per molto
tempo la barca in difficoltà, ma non era intervenuto per salvarli.
A cosa
serviva il loro naufragio? Ad una ulteriore campagna stampa su questi
poveri che scappano da Cuba e preferiscono rischiare di morire che abitare
in un regime così violento.
L'uccisione di questi tre dirottatori è stato un grave errore umano, ma
anche strategico. E' stata la svolta che gli USA aspettavano per scatenare
tutta una campagna stampa contro l'isola che, pur distando solo un
centinaio di chilometri dalle sue coste, tiene in scacco una potenza che
mai come oggi si sente forte nel suo desiderio di far guerra contro tutto
il mondo per conquistarlo (adesso hanno cominciato ad attaccare anche la
Siria con la solita accusa che avrebbe armi di distruzione di massa).
I giornali hanno cominciato a dedicare pagine su pagine non solo ai tre
uccisi, ma anche a quelli imprigionati. Solo il Corriere ha scritto dei
detenuti torturati dalle forze americane nella base di Guantanamo che gli
USA hanno proprio a Cuba. Lì vi tengono imprigionati da anni anche vecchi
di 98 anni e bambini, maltrattati. I politici votano contro gli aiuti
umanitari a Cuba, sotto un embargo che la priva di tutto: medicinali e
tecnologia.
Non difendo né Cuba, né Castro. Sono contrario ad ogni pena di morte e,
come vegetariano, rispetto anche la vita degli animali e non voglio che
nessuno debba morire anche solo per nutrirmi. Non sono comunista né amo le
contraddizioni del capitalismo. Cerco solo di leggere fra le righe. Così
non credo neppure esista Bin Laden (sul giornale ieri c'era scritto che
analisi accurate lo danno morto già nel 2001 - ma allora come ha fatto a
mandare i due aerei sulle torri gemelle?) e se esiste, appartiene ad una
famiglia che mi hanno detto sia in società con la famiglia Bush in
un'azienda finanziaria svizzera che credo si chiami Carlisle. Non credo
alla storia delle armi di distruzione di massa che avrebbe avuto Saddam (se
ne aveva, perché non le ha usate quando lo hanno invaso e gli hanno
distrutto nazione, città, palazzo e beni personali?). Non credo neppure
Saddam non fosse già d'accordo con chi lo stava invadendo. Nè che verrà
trovato e ucciso neppure stavolta. E se lo troveranno, sono sicuro che sarà
un sosia. Non credo neppure che gli USA volessero davvero trovare Bin Laden,
altrimenti lo avrebbero fatto da tempo. Con i satelliti che hanno,
come fanno a raccontarci che il Mullah Omar (peraltro cieco da un occhio)
abbia potuto scappare nel deserto con una moto e non sanno dov'è?!?
Mi spiace solo vedere tante vite spezzate. Gabriella Simoni, l'inviata di
Canale 5 a Bagdad, mi ha detto che non ha potuto mostrare tutti i morti
fatti dai bombardamenti perché gli stessi irakeni lo impedivano. Perché?
Non avevano interesse a mostrare i massacri? Cosa c'è sotto? Perché
bombardare così tanto le città quando poi potevano entrare di nascosto
persino le troupe televisive prima dei militari? Ah, però ogni bomba fatta
esplodere era denaro per i fabbricanti di armi e denaro futuro per le
aziende che avrebbero dovuto ricostruire ciò che veniva distrutto.
Tornando a Cuba, con i Nomadi, con Jovanotti o Andrea Griminelli ho sempre
cercato di aiutare ragazzi che non hanno spartiti per imparare a suonare,
strumenti con cui suonare. Ho dato gratis i miei programmi (che non sono mai
stati censurati, neppure quando mettevo artisti statunitesi) perchè così
potevano mostrare forme diverse di cultura musicale e dare spazi persino a
gruppi emergenti cubani nella loro stessa televisione. Ho trovato a Cuba
un'umanità e preparazione culturale nelle persone che non ho trovato in
nessun altro paese. Tutto qui.
E' chiaro che ci sono problemi, che vivono in un regime, che hanno ancora
la pena di morte (ma lo stesso Bush non ha firmato centinaia di condanne a
morte, comprese quelle a persone con handicap o minorenni?)... però io non
mi occupo di governi, ma di persone. Cerco di aiutare chi posso e non guardo
dove vive, che colore di pelle abbia, di che religione sia o in che regime
viva.
Però amo leggere tra le righe e quello che capisco è sempre l'opposto di
quello di cui vogliono convincermi.Visto comunque che certe informazioni non
arrivano da noi, ho deciso di pubblicare alcuni documenti. C'è una lettera
di Daniele Lorenzi, dirigente ARCI che è appena tornato da Cuba, un appello
di intellettuali messicani, preoccupati che gli attacchi a Cuba siano un
pretesto per un'invasione.
Questo appello è stato sottoscritto anche dal premio Nobel per la pace
Rigoberta Menchú, dal famosissimo scrittore Gabriel García Márquez, dal
cantante Harry Belafonte, dallo scrittore Luis Sepúlveda e dal nostro Gianni
Miná. Ho deciso di pubblicare anche una lunghissima conferenza stampa del
Ministro degli Esteri cubano Felipe Pérez Roque fatta il 18 aprile
2003. Ho messo anche una mail in cui mi si attacca, seppur non
pesantemente, per il fatto che io collabori con la gente di Cuba.