La strategia militarista degli Stati Uniti porta il mondo
al caos
Berlino_ PL
Una entità specializzata in queste questioni ha richiamato
l’attenzione internazionale sulle spese illimitate per la fabbricazione di
armi negli Stati Uniti e sulla strategia degli USA per combattere
l’insicurezza con la violenza. Nella relazione del 2002 il Centro
Internazionale delle Conversioni in armamenti, la BICC, che ha sede a Bonn,
ha avvisato che l’applicazione di questa politica può causare solamente più
guerre e spese militari.
Condurrà a una nuova spirale di militarizzazione e di uso
della forza da parte di altri stati, mentre il mondo perderà la sua guerra
più importante, quella che deve sferrare contro la povertà e l’insicurezza
umana.
La relazione annuale del BICC ha confermato l’aumento delle
spese per la fabbricazione delle armi in senso globale. Gli Stati Uniti
coprono il 40% internazionale, cioè hanno speso 900 milioni di USD, il 13%
in più del 2001.
Washington inoltre spende in ricerche e sviluppo delle
tecnologie militari due terzi delle risorse che si dedicano nel mondo per
questa voce che mette in risalto l’importanza di questa quantità di denaro e
di armi per ottenere il potere assoluto.
Gli Stati Uniti usano le più nuove tecnologie per affermare
la propria supremazia ma solo 1.5 milioni dei 20.8 milioni di soldati del
mondo servono nelle loro forze armate e meno del 10% dei 408 mila elementi
da guerra corrispondo agli USA.
Il 42% di tutte le imprese che costruiscono armi,
includendo le statali con il 58% della cifra per gli affari nel settore si
trovano negli Stati Uniti e danno lavoro a 2.3 milioni di persone, con una
proiezione di aumento annuale del 3%.
In contrasto con il progressivo aumento degli investimenti,
in mezzo alla morte e la distruzione, il Centro Internazionale per le
Conversioni in armamenti, assicura che sono diminuiti i fondi dedicati alla
lotta contro la povertà che è la prima motivazione di tutte le tensioni del
mondo.
Nella relazione si segnala la crescita del conflitto tra i
gruppi di interesse e i punti di vista, come avevano già dimostrato i Summit
di Monterrey e di Johannesburg.
Nella presentazione della relazione annuale il direttore
delle ricerche dell’ente non governativo tedesco, Michael Brzoska, ha
criticato la strategia intrapresa dagli Stati Uniti per combattere
l’insicurezza con l’impiego delle nuove tecnologie e se necessario con
l’intervento militare come ha appena dimostrato in Iraq.
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