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Le idee vinceranno le armi!
Oggi si riaccenderà la battaglia a Ginevra dove il nemico
conta sul vantaggio numerico, difficile da raggiungere, costituito dalla
somma dei voti di questi paesi: Stati Uniti e Canadà, la superpotenza
dell’egemonia e un vicino relativamente pacifico ma totalmente dipendente
dagli USA per l’economia, con il rischio di venire disintegrati e assorbiti
dall’aggressivo e vorace sistema imperiale con il quale è costretto a
convivere. L’Europa della NATO e la Comunità Economica, con diversi stati
che appoggiano militarmente la guerra contro l’Iraq, anche se questa guerra
toglie loro quasi completamente lo scarso controllo sul petrolio del Golfo
Persico e del Medio Oriente che avevano prima.
Un gruppo degli ex paesi socialisti in Europa, recentemente
entrati nella NATO e nella Comunità Economica, con una condotta ripugnante
e particolarmente aggressiva contro tutto quello che ha odore di socialismo,
al servizio incondizionato della superpotenza. Miserabili marionette
latino - americane come i governi del Perù, Uruguay e Costa Rica, i cui
governi non hanno fatto nulla per impedire l’annessione e l’assorbimento da
parte degli Stati Uniti, firmando accordi bilaterali di libero commercio,
come il TLC e l’ALCA.
Infine i governi di paesi del Terzo Mondo, con situazioni economiche molte
critiche, che dispongono di margini limitatissimi per resistere alle
pressioni e alle minacce dei padroni del mondo.
Cooperano le vecchie potenze coloniali della divisa e
umiliata Europa.
La superpotenza distruggendo virtualmente l’autorità e le
prerogative delle Nazioni Unite ha sferrato una guerra non contro un
governo, che non aveva il diritto di attaccare, passando al disopra del
consiglio di sicurezza, ma contro un popolo e il suo territorio dove si
trova la terza riserva mondiale di petrolio. Una nazione, una cultura, una
religione utilizzando armi sofisticate, potenti e terribili, includendo
anche armi proibite per la loro enorme crudeltà come le bombe a grappolo,
facendo migliaia di vittime, con famiglie intere distrutte, donne a bambini
feriti, mutilati, morti atroci le cui immagini sono state viste da milioni
di persone e hanno provocato le più forti proteste mai viste nel mondo
intero, soprattutto nelle città degli Stati Uniti.
Anche se questi fatti hanno sicuramente leso il prestigio e
l’autorità della superpotenza, questa conta sui suoi alleati e i suoi
complici che sono sufficienti per imporre infami progetti in una istituzione
che si chiama “dei diritti umani” nonostante l’opposizione di paesi come la
Cina o l’India e di regioni intere dove l’80% della gente del mondo, tra i
quali i più poveri e dimenticati del pianeta. Comunque vada il
risultato finale della votazione a Ginevra il popolo cubano con il suo
valore e la sua fermezza e l’appoggio di coloro che valgono e brillano tra i
dirigenti del mondo, con il sostegno delle forze rivoluzionarie e
progressiste, ha già ottenuto in questa contesa una storica vittoria nella
sua battaglia delle idee contro coloro che con il gigantesco potere della
grande nazione, il cui governo è stato usurpato, trattano di imporre al
resto dei paesi una tirannia mondiale fascista, come è stato denunciato il
12 aprile da circa 400 leaders e rappresentanti dell’intellettualità cubana,
riuniti nel Consiglio Nazionale ampliato dell’Unione Nazione degli Artisti e
degli Scrittori nel documento indirizzato alle donne e agli uomini di buona
volontà per la creazione di un fronte internazionale antifascista.
Le condizioni che sono maturate in maniera rapidissima sono
propizie per far sorgere una coscienza indispensabile che renderà possibile
la preservazione dell’umanità salvandola dai mortali pericoli che la
minacciano. La battaglia a Ginevra dimostra che le idee possono e devono
vincere le armi, perchè sia possibile un mondo migliore.
Le decine di migliaia di intellettuali e di artisti
nordamericani che hanno firmato il manifesto “Non a nostro nome” sono una
prova che in prima fila tra coloro che nel mondo lottano per un mondo
migliore ci sono gli stessi figli del nobile popolo degli Stati Uniti.
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