|
Condannati! Non
sono dissidenti: vendono la loro Patria!
Pastor Valle Garay - Professore dell’Università di York
Qual’è la parte della condanna che non comprendono i
mentecatti che strillano per la condanna dei 78 cubani che lavorano contro
il loro paese agli ordini di diplomatici degli Stati Uniti accreditati
all’Avana? Sono stati catturati, sono stati sottoposti a un processo
davanti a un tribunale, sono stati rappresentati da avvocati privati o di
ufficio, è stato provato che minacciavano la sicurezza dello stato e sono
stati dichiarati colpevoli e condannati al carcere. Punto! Che prove in più si dovrebbero portare? Il Governo di Cuba
ha presentato prove più che sufficienti, voluminose, con le quali si
dimostra che gli accusati hanno attentato contro lo Stato e contro la
popolazione con il proposito di destabilizzare e minacciare la sicurezza
della nazione, di sovvertire l’ordine costituzionale, di violare le leggi e
di cospirare contro l’ordine sociale. E ancora. Gli accusati erano
finanziati da James Cason, il capo dell’Ufficio di interesse degli Stati
Uniti all’Avana. La missione di Cason a Cuba, stando alle sue stesse
dichiarazioni, è di creare le condizioni per annullare la Rivoluzione
cubana. In altre parole i sovversivi erano agenti al servizio di una potenza
straniera il cui solo proposito durante gli ultimi 40 anni è stato provocare
e fomentare atti di terrorismo nell’Isola per eliminare il legittimo e
sovrano Governo di Cuba. Una condotta del genere da parte degli
accusati equivale a tradimento della Patria in qualsiasi parte del mondo e
il Diritto Internazionale giustifica la condanna a morte per i colpevoli! Il
Governo degli Stati Uniti è implicato nella protezione e negli atti
sovversivi dei rei cubani ed ha poi reclamato giustizia per i condannati! Vediamo pazientemente che cosa è successo recentemente e in
circostanze simili proprio negli Stati Uniti. Nel 2002 il talebano – americano John Walker Lindh di 20
anni venne catturato in Afganistan e la Corte Federale degli USA lo dichiarò
colpevole di associazione con il nemico. Venne condannato a 20 anni di
carcere ma il giudice gli ridusse la pena perchè il reo cooperò, dando
informazioni sulle attività di Osama Bin Laden. Walker è rinchiuso in una
prigione di Los Angeles, in California. José Padilla eYaser Esam, cittadini americani, sono in
prigione da un anno per il sospetto di aver sovvertito l’ordine e di aver
cooperato con il nemico. Walter Padilla, detto il Talibano IIº, è stato
detenuto a Guantanamo, ma poi lo hanno mandato negli Stati Uniti per il
processo. Costui è accusato di aver violato le leggi e di aver cospirato
contro l’ordine sociale fabbricando “bombe sporche”. La maggior differenza tra gli accusati di Cuba e quelli
degli Stati Uniti è il paese dove si è somministrata la giustizia. I crimini
commessi e le prove contro gli accusati sono straordinariamente simili nei
due casi. Si tratta di criminali e mercenari al soldo di governi stranieri,
il cui proposito era causare irreparabili danni materiali e fisici alla
popolazione. La somiglianza dei casi termina nel processo illegale e
immorale che gli Stati Uniti e Canadà, con altri paesi alleati, proprio
rispetto alle migliaia di prigionieri politici che sono stati messi in
carcere dopo i fatti dell’11 settembre. Questi individui vengono
imprigionati senza ordine di cattura, senza prove, solamente per il sospetto
che “siano membri di gruppi terroristi”.
Negli ultimi dieci mesi
gli Stati Uniti hanno
imprigionati circa cinquemila cittadini nordamericani di discendenza araba o
stranieri o con “un profilo arabo”, per poi investigare se “per caso” sono
affiliati a gruppi di terrorismo. La maggioranza dei detenuti è in carcere
senza accuse legali o formali. La legge contro il terrorismo degli
Stati Uniti e del Canadà permette l’uso di ampi poteri allo Stato nei due paesi e permette di
imprigionare indefinitamente persone nazionali o straniere che le agenzie
della sicurezza indicano. Permette le intercettazioni telefoniche, della
posta elettronica, le informazioni private nelle banche, nelle casseforti,
sulle carte di credito, la perquisizione di biblioteche, controlli di
assicurazioni, ecc., senza ordini legali della Corte di Giustizia. In Nicaragua si sta discutendo sulla possibilità di
togliere la nazionalità ai cittadini di discendenza araba, come si sta
facendo in Canadà, dove cittadini arabo – canadesi sono imprigionati senza
accuse. Le leggi di questi paesi giudicano colpevoli cittadini innocenti,
senza prove di crimini commessi. In Spagna e in Germania si arrestano
arbitrariamente e con la violenza individui sospetti di simpatia con le
organizzazioni arabe. Negli Stati Uniti e in Canadà si deportano gli stranieri
che a giudizio delle autorità dell’emigrazione e della dogana non sono
soddisfacenti per il profilo dei nuovi regolamenti. La condotta razzista di queste nazioni nei confronti dei
cittadini di origine araba con l’infame “profilo arabo” creato e promosso
dalle agenzie di sicurezza nordamericane, indicano chiaramente che queste
nazioni mancano di autorità morale o legale per formulare proteste contro
Cuba. A differenza di Cuba dove gli accusati di crimini contro lo
Stato sono stati rappresentati dai propri avvocati, le nazioni che
condannano Cuba, e in particolare gli Stati Uniti, approfittano del clima
antiterrorista per formulare leggi che violano i più elementari diritti
umani dei cittadini, nazionali e stranieri, arrestandoli senza motivazioni,
senza rappresentanti legali, mentre il dovere pubblico è proteggere una
nazione assediata dai nemici interni ed esterni. Cuba non deve nessuna
spiegazione a nessuno dei critici che la condannano in questa “caccia alle
streghe” auspicata da Washington. È suo diritto assoluto, suo impegni
inviolabile e suo sacro obbligo proteggere la sovranità e l’integrità dalla
popolazione e della sua Rivoluzione contro tutte le pericolose manovre
provenienti dall’esterno o dall’interno. Lo ha fatto negli ultimi 44 anni. Mercenari e terroristi senza coscienza, nè patria o
convinzioni si vendono per pochi dollari al miglior offerente... le loro
azioni li hanno resi meritevoli delle condanne. Punto! I difensori di Bush non dovrebbero illudersi tanto. La
guerra, la strage in Iraq con tutta la sua disuguaglianza prova
l’irrazionalità del Presidente degli USA; la sua conquista minaccia di
volersi estendere in Siria, Iran e altre nazioni del Medio Oriente. Non va
scartato che Bush cerchi di creare la sua egemonia in questo emisfero. I
suoi apologisti però farebbero bene a riconoscere che nella sua ossessione
di creare un nuovo ordine mondiale Bush non riconosce nemmeno gli alleati o
la lealtà, il rispetto della sovranità, l’integrità delle altre nazioni o
degli individui, nella sua assurda megalomania tutti coloro che si oppongono
alla “sua agenda” sono dissidenti che scartano la propria convenienza! Cuba dimostrerà ancora una volta come e quanto il Sig.
Bush si sta sbagliando!
|