SFUMATURE DELLA GUERRA DELL'IMPERO

  

 

Un patriota trasformato in agente della CIA

 

Pedro Mora, un giornalista cubano  ha intervistato a Bayamo  Abel Haidar che ricorda che la CIA lo inviò a Cuba con un fucile per ammazzare Fidel, e che fa comprendere meglio le giuste ragioni alla base della lotta per la liberazione dei Cinque Eroi Prigionieri Politici  dell’impero. Questo patriota ha vissuto da infiltrato per 18 anni nelle fila nemiche e per otto anni ha lavorato per la CIA. Anche lui avrebbe potuto ricevere una severa e ingiusta condanna per aver difeso il suo popolo dalle attività dei terroristi.

“Mi reclutarono a Contramaestre nel 1959, attraverso un gruppo che cinicamente si faceva chiamare “Movimento 30 Novembre”, formato soprattutto da ricchi proprietari terrieri” racconta il colonnello in pensione del Ministero degli Interni, Abel Haidar Elias.  Sin da giovane aveva combattuto la dittatura di Fulgencio Batista, prima come clandestino e poi sulla Sierra Maestra e in pianura. Pochi giorni dopo il trionfo della Rivoluzione cominciò però una storia diversa.

“La CIA – egli precisa - pensò che con me avrebbe avuto successo poichè alcuni miei familiari avevano avuto relazioni con Batista e così mi reclutarono. Io avevo consultato i mie superiori a Santiago di Cuba e in breve tempo ebbi un curriculum come agente della sicurezza cubana nelle fila del nemico.

La prima attività fu quella di distruggere quel movimento e creare il detto “Recuperazione Rivoluzionaria Cubana” che poi divenne “Recuperazione Rivoluzionaria” (MRR) del quale io divenni coordinatore a livello nazionale.

La CIA nel 1961 gli ordinò di andare negli Stati Uniti per addestrarsi e così ebbe l’opportunità di conoscere da dentro i i piani criminali e terroristi che si organizzavano contro l’Isola e i suoi dirigenti. Molte missioni del genere vennero poi rese note con il serial “En silencio ha tenido que ser”, (ha dovuto accadere in silenzio)  con quelle di altri suoi compagni.

“Mi addestrarono per realizzare sabotaggi, per distruggere massivamente, per operazioni segrete, per l’uso di diversi tipi di esplosivo. Venni preparato come un vero terrorista, includendo l’uso di pillole di veleno per persone e animali.”

Abel Haidar ha scritto molte pagine di eroismo a Miami, che lo obbligarono a vivere vicino a noti mafiosi e assassini, come Rolando Masferre e altri.

La CIA negli USA gli assegnò la missione di preparare a Cuba i gruppi per le azioni di attentati e sabotaggi. Inoltre doveva portare nell’Isola il fucile con il mirino telescopico Magnum – 44, di alta potenza, poichè lo si doveva usare per  un tentativo di omicidio del Comandante in Capo.  Per compiere questa macabra missione lo portarono a otto miglia dalla costa cubana con un motoscafo B - 20 da lì giunse in una zona vicina al litorale dell’Avana con un canotto e il mare molto agitato. Doveva muoversi rapidamente per impedire l’azione, poichè il franco tiratore era stato inviato in un altro luogo. Abel seppellì le sue cose nella sabbia e si avviò per la capitale in fretta, entrando in un punto  che si trova tra Santa Cruz del norte e Boca de Jaruco. In questo modo riuscì a denunciare immediatamente il sinistro piano e agire in conseguenza. L’attentato doveva avvenire a Piazza della Rivoluzione.

“I nemici non ci stimavano abbastanza e si sbagliavano” dice Abel, “poichè il piano fallì come molti altri. Oggi i Cinque nostri Fratelli sono prigionieri perchè hanno evitato fatti similari, proprio dalle viscere del mostro e della mafia. Il mondo deve conoscere la verità e si deve unire a noi in questa battaglia contro il terrorismo.”

 

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