STORIA
Lo storico primo viaggio di Fidel in Viet Nam
di Gustavo B. Estorino
Poche volte nella storia è cresciuta un’amicizia tanto ricca e con
radici tanto profonde come quella che esiste tra i popoli di Cuba e
del Viet Nam, nonostante l’enorme distanza geografica che li separa.
Questi sentimenti d’amicizia si sentivano, evocati dai patrioti
vietnamiti durante le lotte di liberazione contro l’aggressione
statunitense. E si sono ascoltati ora, durante la visita che il
Presidente della nazione indocinese, Nguyen Minh Triet, ha appena
realizzato a L’Avana, ricevuto e decorato con l’Ordine José Martí
dal presidente cubano, Raúl Castro.
“Portiamo il miglior messaggio di solidarietà, di appoggio e
d’amicizia costante del popolo vietnamita a quello cubano”, ha detto
il capo dello Stato asiatico, giungendo nell’Isola.
Il
Vietnam attualmente è il secondo socio di Cuba in Asia, con un
commercio bi-nazionale che ha toccato i 560 milioni di dollari nel
2008. Inoltre è il primo fornitore di riso per l’Isola.
Questo è il risultato rivoluzionario degli stretti vincoli
combattivi che si stabilirono storicamente tra i due popoli, i due
governi e i due Partiti - tra Fidel ed Ho Chi Min, anche che se i
due leader non si sono mai conosciuti personalmente - nella lotta
per l’indipendenza, la sovranità ed il socialismo, e contro la
politica imperialista degli Stati Uniti.
Va
segnalata soprattutto nella storia di questi vincoli, la visita che
Fidel realizzò nelle zone liberate del sud del Vietnam, nel 1973,
primo ed unico Capo di Stato straniero che lo fece, e che incontrò
nel luogo i combattenti.
“Abbiamo percorso circa 20.000 chilometri per giungere sino qui,
come simbolo dell’enorme amicizia e simpatia che il nostro popolo
professa per l’eroico popolo del Viet Nam. Cuba è il primo paese che
riconobbe il governo
Rivoluzionario Provvisorio del Viet Nam del Sud; Cuba è stato il
primo paese ad inviare una rappresentazione
diplomatica
nel territorio liberato presso il governo
Rivoluzionario Provvisorio del VietNam del Sud; e Cuba si onora nel
giorno di oggi d’essere il primo Partito ed il primo Governo che
manda una delegazione ufficiale nel territorio liberato del Viet Nam
del Sud. La nostra delegazione si onora di questo incontro con
soldati tanto coraggiosi come siete voi e con un popolo tanto eroico
come quello del Viet Nam del sud. Nessun popolo nei tempi moderni ha
dovuto lottare tanto duramente per la sua indipendenza.”
Così cominciava il discorso del leader cubano ai combattenti del
Fronte di Liberazione del Viet Nam del sud, il 15 settembre del
1973.
Era
arrivato nelle eroiche terre del Viet Nam dall’India, dove aveva
saputo, assieme alla prima ministra Indira Gandhi, quello che era
successo in Cile, con il colpo di Stato fascista contro il
presidente Salvador Allende, l’11 settembre.
Nonostante la gravità della situazione per il continente
latinoamericano, Fidel decise di proseguire il viaggio com’era
previsto, sino al Viet Nam.
Il
dottor José Miyar Barruecos, allora segretario del Consiglio di
Stato che accompagnava il capo della Rivoluzione in quello storico
viaggio, rifletteva nelle note del suo diario:
“12
settembre. Voliamo verso Hanoi, passiamo sul Fiume Rosso e vediamo
bellissimi campi di riso ed i villaggi. Tutto appare inondato dalle
piogge di questi giorni, le coltivazioni di riso sono perfette e
bellissime. Atterriamo ad Hanoi. il ricevimento è impressionante,
commovente ed estremo. Nel percorso incontriamo una massa piena
d’entusiasmo Giungiamo alla Casa di Protocollo No, 1, dove il
compagno Presidente della Repubblica Democratica del Viet Nam, Pham
Van Dong, dice parole di saluto al Comandante”.
Il
giorno dopo il 13, scrive:
“Andiamo alla casa di Ho Chi Minh, vicino al Palazzo di Governo (…)
È situata dietro i giardini del Palazzo di governo, antico Palazzo
del governatore francese dell’Indocina. È una piccola casa di legno
a due piani; al pianterreno c’è una piccola stanza da lavoro aperta,
con un tavolo ed alcune sedie. Il piano superiore presenta piccole
stanze; c’è l’ufficio di Ho Chi Minh, con il suo tavolo, la sedia
ed i libri e in particolare le opere di Lenin in francese. Poi la
sua stanza da letto, d’estrema semplicità”.
“Pham Van Dong ha mostrato al Comandante ogni pezzo, oggetto e libro
con grande rispetto ed emozione. Siamo scesi ed abbiamo raggiunto un
altro piccolo edificio dove in un ufficio ci sono un tavolo ed
alcune sedie, una mappa alla parete con la situazione della guerra
nel giorno della sua morte, ed un letto dove riposava a volte
durante le riunioni, per via della sua età avanzata”.
Il
14 Fidel decide d’andare verso sud, anche se è previsto il passaggio
di un ciclone nella zona, che può rendere pericoloso il viaggio.
Miyar Barruecos narra nel suo diario:
“Andiamo tra estreme misure di sicurezza. Il Comandante in un’auto
chiusa, e parte della delegazione ha già preso un aereo.
Realmente Pham Van Dong esprime preoccupazione del Partito e del
Governo su questa visita del Comandante nel sud .Si teme che il
nemico sia al corrente ed organizzi sforzi per eliminarci. Inoltre
c’è il pericolo del ciclone.
Voliamo con un AN-24 delle forze aeree della Repubblica Democratica
del Viet Nam. Il cielo è leggermente nuvoloso Fa un caldo
tremendo”.
“Voliamo sul ponte eroico di Ham-Rong. Qui furono abbattuti 99
aerei yankee. Questo è un ponte molto strategico, perchè unisce
il nord al sud . È un ponte piccolo, circondato da un’infinita di
buchi delle bombe yankee. Voliamo sulla provincia agricola di
Tan-Hoa e ci avviciniamo alla costa. Sorvoliamo il fiume Caballo
che sbocca in Tonchino”.
“Mentre ci avviciniamo al sud, i buche delle bombe appaiono
frequentemente. Pham Van Dong chiede aiuto per la provincia Ha Tinh.
È contento con la brigata che invieremo. È già stabilito: un Centro
Genetico, un ospedale ed una fattoria per l’allevamento dei polli.
Ci riceve con calore un piccolo gruppo di ufficiali (...) la
cerimonia si svolge nella collina 241, alla periferia di quella che
era la base yankee Caroll.”
Fidel pronuncia un discorso straordinario.
“In questa lotta del popolo del Viet Nam, i rivoluzionari cubani,
il popolo intero di Cuba — che costruisce il socialismo a 90 miglia
dagli Stati Uniti, starà sempre spalla a spalla al vostro fianco”.
“Partiamo da questa bella, eroica ed indimenticabile terra”,
conclude Miyar Barrueco nelle sue annotazioni.
“Le
emozioni che abbiamo vissuto in questi giorni l’affetto del popolo,
non li dimenticheremo mai; questo sentimento di solidarietà
militante, d’identificazione totale, è stato fortemente espresso con
l’accoglienza, l’affetto, la devozione e il rispetto espressi per il
nostro Comandante.”
Pie
de foto:Fidel ad Hanoi con un gruppo di combattenti vietnamiti nel
1973
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