CINQUE COSE DA VEDERE A PLAYA LARGA
Playa Larga è una località di mare che rimane nella parte settentrionale
dell’isola di Cuba e che può essere facilmente raggiunta da turisti
provenienti dalla capitale. La zona è ricca di meravigliosi luoghi
incontaminati e sono possibili delle interessanti escursioni, facendo
base a Playa Larga. Ecco di seguito, i nostri suggerimenti...
(se vuoi continuare a leggere, clicca qui e sarai indirizzato verso un
sito esterno dove potrai scoprire molte altre cose su Cuba)
CUBA
– L’AVANA - 15 APRILE 1961
Eravamo a Playa Girón
Alle sei in punto del 15
aprile aerei nemici invasero il territorio nazionale e cominciarono i
bombardamenti. Gli aerei raggiunsero gli aeroporti di Santiago di Cuba,
di San Antonio de los Baños e di Ciudad Libertad, distrussero due aerei
cubani e uccisero sette persone. Il giorno dopo si fecero i solenni
funerali delle vittime.
Una compagna oggi anziana, Clara, racconta: “ Io ero incinta del mio
primo figlio e piangevo per quei poveri morti, seguendo le bare… c’era
tantissima gente e la strada era tutta coperta di fiori. Eravamo
all’altezza di “23 y 12”, lo storico slargo della capitale. C’erano
tanti miliziani con i fucili alzati e Fidel lì proclamò il carattere
socialista della Rivoluzione. Noi, tutti i presenti eravamo convinti
che questa era la nostra Rivoluzione: la Rivoluzione dei poveri, con i
poveri e per i poveri… mentre nel Mar dei Caraibi la flotta che portava
la brigata degli invasori già navigava con la scorta delle navi da
guerra e dei sottomarini degli Stati Uniti.”
Fu
dichiarato l’allarme generale.
All’una circa della notte del 17 gli invasori sbarcarono a Playa Larga e
a Playa Girón. Le forze cubane con tutti i mezzi disponibili furono
inviate nell’area della battaglia. 14 battaglioni partirono per la zona
dei combattimenti e il resto restò per difendere la capitale. Alcuni
plotoni erano formati da autisti di autobus, da operai delle di birra,
delle fabbriche del tabacco, da calzolai…
Roberto Chiong che aveva 16 anni ed era apprendista calzolaio difese
alcune ambasciate assieme ad altri discendenti di cinesi che avevano
creato nel loro quartiere due compagnie di miliziani. Erano molte
le donne combattenti presenti.
Adelfa, che ora è molto anziana, racconta che la mandarono a custodire
una zona del cimitero di Colon. Aveva una mitraglietta cecoslovacca tra
le mani, ma aveva anche una paura terribile di stare da sola tra le
tombe.
“Ho
dovuto superarla la paura e ci sono riuscita!” dice ancora soddisfatta.
Anche Compay Segundo faceva parte di un plotone che si occupò del
migliaio di prigionieri nemici catturati. Ci furono molti arresti di
noti controrivoluzionari, perché si sapeva e si temeva che avrebbero
aiutato il nemico: si trovarono nascondigli di armi di piccolo calibro,
volantini contro la Rivoluzione, materiali sovversivi di ogni genere e
l’occasione, in un certo senso, aiutò nella scoperta di nemici della
patria e anche di speculatori che avevano nascosto prodotti che
cominciavano a scarseggiare La capitale rimase tranquilla, ma a Miami si
scriveva - il 17 di aprile – che: “Nelle strade dell’Avana si combatte
violentemente: l’Hotel Habana Libre è crollato dopo un attacco aereo
sferrato contro il regime di Castro.” Il giorno dopo gli Stati Uniti
dovevano ammettere la loro ridicola e umiliante sconfitta: quella fu la
prima di una lunghissima serie di vittorie di una piccola Isola
coraggiosa contro l’impero del male. Alla fine di marzo a Girón la pista
di atterraggio era quasi terminata assieme alla strada che unisce Jagüey
Grande alle spiagge. Fidel dichiarò: “Questi hijos de puta cercheranno
di sbarcare qui, perché è il luogo ideale… Mettiamo una mitragliatrice
calibro 50 nel contenitore dell’acqua - che era molto in alto - e una
seconda davanti alla pista dell’aeroporto. Facciamo venire un
battaglione di fanteria e quattro obici, lo stesso a Playa Larga ….”
Ma
non ci fu tempo per realizzare tutto questo perchè giunse il nemico.
WASHINGTON
Il 30 marzo Kennedy, neo Presidente,
invitò William Fullbright, Presidente del Comitato per le Relazioni con
l’Estero del Senato USA ad andare con lui in Florida; durante il
viaggio esaminò un documento di Fullbright, Senatore dell’Arkansas, nel
quale si dichiarava che l’invasione a Cuba era una pessima idea e nel
quale si raccomandava anche una politica di tolleranza. Sembrava molto
interessato. Però il 3 aprile negli USA venne reso pubblico il Libro
Bianco nel quale si preparava il popolo statunitense sull’invasione a
Cuba. L’autore era Arthur Schlesinger junior, il consulente speciale di
Kennedy che è venuto all’Avana per la Conferenza.
L’invasione di Cuba era già in elaborazione quando era Presidente
Eisenhower … La CIA aveva elaborato un piano in quattro punti e i costi
previsti erano di 4 milioni quattrocentomila USD. Gli aspiranti invasori
si addestravano nell’isola di Useppa, nel Golfo del Messico e in
Florida. Poi a Fort Gulk , poi a Panama poi nella base Trax, poi in
Guatemala… Nel marzo del1961 la CIA presentò un documento che si
chiamava “Proposta di operazioni contro Cuba”, raccomandando anche il
“Piano Trinidad” che era diviso in tre punti : Una invasione dal mare
dalla parte di Trinidad; la conquista di una spiaggia per la futura
organizzazione della guerriglia e la formazione di un governo
provvisorio subito dopo la conquista dell’area di spiaggia. Tutti gli
aspetti militari vennero approvati dall’insieme dei Capi dello Stato
Maggiore USA e l’azione venne chiamata “Operazione Pluto.” L’invasione
si doveva effettuare il 5 poi il 10 e alla fine Kennedy decise per il17.
Egli si era riservato il diritto di interrompere questa azione sino al
giorno 16. Allan Dulles era a Puerto Rico per non far nascere sospetti.
I mercenari vennero contati partendo dal numero 2000, per ingannare lo
spionaggio cubano, poi la Brigata venne chiamata 2506, che era il numero
di un morto durante un addestramento. Le truppe brigatiste vennero
trasportate in Nicaragua e la base in Guatemala venne distrutta dagli
uomini della CIA che arrestarono anche 17 aspiranti invasori perchè “di
sinistra”… Partirono per Cuba da Puerto Cabezas, salutati dal generale
Luis Somoza, Presidente del Nicaragua. Un giornalista, Haynes Johnson
del Washington Post scrisse:
-
Vestito come un ricco personaggio di una commedia musicale e circondato
da pistoleros, con il viso sporco di polvere, Somoza dichiaro:
“
Portatemi i peli della barba di Castro!” poi salutò col pugno chiuso e
voltò le spalle ai futuri invasori seguito dai suoi adulatori …-
CUBA
– 15 APRILE 1961
José
Ramón Fernández giunse alla Centrale Australia con la propria macchina
dall’Avana, per stabilire lì lo Stato Maggiore come Fidel gli aveva
ordinato. Cominciò a dare ordini e a organizzare le forze. Gli
attacchi erano iniziati con il bombardamento di un B - 26 che portava la
bandiera cubana ed era morta una donna con quattro miliziani.
Altri due B - 26 dipinti come quelli cubani stavano volando alti sopra
la Centrale Australia. Intanto da tutta l’Isola giungevano i
battaglioni cubani con i loro comandanti. Nella notte del 16 aprile
l’invasione si concentrò nel sud di Cuba. Due navi della marina da
guerra USA il Barbara J e il Blagar appoggiavano i mercenari con la loro
potente artiglieria. C’erano anche la porta elicotteri “Boxer”, la
portaerei “Essex” e - molto vicine - la “Shangri Là”, il Murray”, il “Conway”,
il “Coney”, la “Eaton”, il “Wailer” che erano distruttori. Inoltre
c’erano due sottomarini che navigavano davanti alle coste cubane . Il
pomeriggio del 17 la FAR era di nuovo padrona del cielo cubano. Quattro
aerei nemici furono abbattuti e tre riportarono gravi avarie e dovettero
atterrare in altri paesi. La nave “Rio Escondido” venne affondata e la
“Houston” venne danneggiata fortemente con i razzi. Le imbarcazioni che
la CIA aveva dato alla compagnia García Lines erano già tutte fuori
combattimento. Il “Blagar” e il “Barracuda” se ne andarono al largo. La
Brigata 2506 era composta da 1511 uomini tutti provenienti via mare.
Solo un battaglione era stato trasportato in aereo.
A
mezzanotte del 17 il Blagar si avvicinò nuovamente e un paramilitare
della CIA, Graystn Linch accompagnato da cinque cubani, tutti in tuta da
sommozzatori, si diresse verso la spiaggia per sistemare le luci di
direzione che segnalavano la zona dello sbarco. Linch, smentendo le
dichiarazioni di Kennedy : Gli statunitensi staranno al margine - era
assolutamente .
Cittadino USA. (come altri che sbarcarono a Playa Girón).
Gli
invasori avevano a disposizione moltissime armi: bombe dirompenti,
napalm da 750 libbre, razzi da cinque pollici, mitragliatrici M 3,
Thompson, fucili automatici Browning e altro. Questa quantità di armi
dava molta sicurezza agli invasori, mentre gli artiglieri cubani avevano
mediamente 17 anni…12 ragazzi morirono sparando contro gli aerei
invasori…
MIAMI
Il
giorno 18 aprile un aereo B 26 il giorno 15 atterrò forzatamente (per
avarie) a Miami e alcuni giornalisti notarono che aveva le insegne di
Cuba ma aveva anche lo sportellone trasparente della carlinga oscurato
mentre gli aerei cubani lo avevano tutti in plexiglas. Il pilota venne
rapidamente allontanato – lontano dai giornalisti - dagli uomini della
CIA, ma i fotografi fissarono anche le immagini nelle quali si notava
che le mitragliatrici erano nascoste. Stevenson ambasciatore
statunitense alle Nazioni Unite dichiarò che il pilota era un disertore
cubano ma nello stesso tempo Raúl Roa García Ministro degli Esteri di
Cuba dichiarò che Stevenson era un bugiardo e annunciò nelle stesse
Nazioni Unite dove si trovava “che gli USA avevano improvvisamente
sferrato un attacco vigliacco contro Cuba”.
Poi
si seppe la verità… Un consulente Usa chiamato Shik ordinò a Mario
Zúñiga uno dei piloti cubani mercenari assunti dalla CIA di volare in
Florida da Happy Valley dove si trovava, e dopo l’atterraggio forzato
di dichiarare che era un disertore cubano, che c’era stata la ribellione
dei piloti e che chiedeva asilo politico. I copri motori del B - 26
vennero smontati e colpiti per prove” Gli diedero tutto cubano dalle
etichette ai sigari… tutto corrispondeva. La stessa notte Zúñiga ritornò
a Happy Valley.
CUBA
Il
19 di mattina un B 26 che cerca di attaccare l’artiglieria
rivoluzionaria viene colpito e cade nel mare. I tre uomini
dell’equipaggio muoiono. erano Due erano statunitensi: Riley Shamburger
e Wade Carrol Gray. 15 miliziani vanno a cercare i piloti di un altro
aereo caduto vicino alla Centrale Australia. I contadini dicono che sono
fuggiti. Quando i nemici invasori vengono catturati dichiarano di
essere cittadini degli USA: Thomas Willard Ray e Leo Francis Baker.
Tutti i cittadini USA che parteciparono alla invasione di Playa Girón
appartenevano alla Ala 17 della Guardia Nazionale di Alabama, Arkansas e
Virginia, ed erano stati reclutati dalla CIA. Il Nicaragua aveva dato
loro sei aerei P-51 Mustang. La squadriglia era guidata da Buck Pearson
anch’egli statunitense. Alle 15,50 del pomeriggio del 19 aprile le navi
da guerra USA, dopo aver cambiato molte volte posizione, si
allontanarono definitivamente dalla costa di Cuba.
Il
nemico abbandonava le sue posizioni.
LA RIVOLUZIONE AVEVA VINTO.
ALLE 17, 30 DEL 19 APRILE DEL 1961 PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA
L’IMPERIALISMO DEGLI STATI UNITI AVEVA SUBITO LA PRIMA BRUCIANTE
SCONFITTA.
LA
STAMPA USA
La
stampa degli Stati Uniti non pubblicò mai nemmeno una riga sulla
denuncia ripetuta di Fidel Castro contro gli USA che stavano sosteneva
preparando una aggressione a Cuba. Quando le relazioni con Cuba vennero
interrotte il 3 gennaio del 1961 nel Sunday New York Times si lesse
:“Ciò che ha fatto perdere la pazienza agli Stati Uniti è l’accusa
offensiva dell’Avana di una presunta invasione statunitense nell’isola
di Cuba.” Ancora la stampa USA pubblicò che Cuba usava MIG sovietici ,
pilotati da cecoslovacchi. La marina da guerra USA smentì la notizia ma
la smentita venne ignorata. Dalla base di Guantanamo il 20 aprile del
1961 giunse una nota al New York Times che diceva: Il sensibile radar
delle navi USA non ha registrato la presenza di aerei comunisti o cubani
ad alta velocità. Non ci sono caccia MIG in questa area e nemmeno
sottomarini stranieri…” L’ultimo paragrafo venne accuratamente
cancellato
NOTA PUBBLICATA DA REVOLUCIÓN
IL NEMICO HA CERCATO DI IMPADRONIRSI DI UNA SPIAGGIA CON L’INTENZIONE DI
DISTRUGGERE LA NOSTRA GIOVANE RIVOLUZIONE, INSTALLARE UN GOVERNO
PROVVISORIO E CHIEDERE AIUTO AL GOVERNO DEGLI STATI UNITI: PER QUESTO
FIDEL HA VOLUTO RESPINGERE MOLTO RAPIDAMENTE GLI INVASORI!
SETTANTADUE ORE GLI STATE SUFFICIENTI PER FERMARE GLI AGGRESSORI!
CUBA 1961 · IL TENTATIVO DI INVASIONE DEI MERCENARI CUBANO -AMERICANI
LA CENTRALE AUSTRALIA
La
Centrale Australia è una fabbrica di zucchero che si trova a sud di
Jagüey Grande.
Ha
il suo batey - cioè il villaggio dove vivono lavoratori e dirigenti - la
ferrovia, con le locomotrici antiche e un andirivieni continuo, nei
tempi del raccolto, di camion pieni di canne da zucchero appena
tagliate. L’odore guida sino a questa fabbrica: uno strano profumo
dolciastro di melassa… Api, vespe e mosche non mancano mentre dalla
ciminiera altissima esce il denso fumo e le fontane destinate al
raffreddamento sono veramente belle: uno spettacolo straordinario che
apparentemente ha poco a che vedere con i grandi e rumorosi edifici
vicini. Il vecchio e maestoso edificio dell’amministrazione oggi è un
museo, piccolo e sintetico forse, ma che spiega bene quello che successe
quaranta anni fa proprio qui, dove il Comandante Fidel Castro organizzò
il suo Stato Maggiore durante la battaglia di Playa Girón, nella Baia de
Cochinos. Era il 17 aprile del 1961 quando è avvenuto lo sbarco nemico
all’alba e la milizia del Battaglione di Cienfuegos, accampato nella
Centrale Australia per lavorare al raccolto delle canne ha affrontato
l’invasione. Gli aerei dei mercenari hanno bombardato le povere case
contadine, tutta la zona che circonda la Cienaga di Zapata Gli
aggressori sono riusciti a sbarcare a Playa Girón e a Playa Larga e
hanno conquistato alcuni chilometri della strada che parte dalla
fabbrica di zucchero e giunge sino alla Baia de Cochinos. La gente che
abita nella Cienaga è stata evacuata dai nemici sotto il tiro della
mitragliatrice. Le famiglie dei contadini sono scappate nei pantani
della palude e molti sono morti. Gli aerei hanno bombardato tutto e la
case sono saltate in aria . Faceva molto caldo. Oggi è il 19 e la
battaglia sta terminando.
Ibrahim González, responsabile della Milizia della Centrale Washington,
tagliatore di canna, racconta di aver visto mitragliare un camion
pieno di bambini che è saltato in aria…
“ Ci
sparavano con calibro cinquanta e con i mortai” dice un giovane della
milizia orientale, abbiamo risposto al fuoco dalle due alle cinque, ma
già i nostri piloti avevano abbattuto altri due dei loro aerei. Portano
qui il primo prigioniero: i suoi occhi neri e il colore della sua pelle
ci parlano di Cuba. Lui arriva ridicolmente coperto da una strana
uniforme e sembra un animale braccato. Ha molta paura. Chiede acqua e
nel silenzio generale gli offrono un boccale: lui beve e poi beve di
nuovo e quasi sviene lasciando cadere la testa sul petto Si ode
solamente il pianto silenzioso di un tredicenne, Luis García, che è
indignato perché gli hanno negato il fucile per andare a combattere
contro gli invasori. Stanno sparando contro le ambulanze che
vengono dalla Baia de Cochinos. Ormai il nemico si è ritirato sino alla
costa. Ci sono ancora alcuni aerei che bombardano però. Playa Larga è
liberata, ma ci sono centinaia di granate inesplose e si vedono anche
molti cadaveri. Due invasori sono morti a lato di una mitragliatrice
calibro cinquanta che era situata a una Y della strada. Portano anche
loro quella ridicola uniforme imposta da un governo straniero; la mano
di uno è appoggiata a una cassa con la scritta “1000 cal. 45 Catridges
Bullets M 1911 In Cartoons Lot TW S 18492”
Erano molto giovani e sono morti per partecipare a una stupida avventura
senza speranza né gloria. A Playa Girón si vedono le imbarcazioni degli
invasori nell’acqua azzurra e tranquilla.
È
già pomeriggio tardi e alcuni aerei continuano a bombardare: le
batterie cubane rispondono al fuoco con successo. Un contadino ferito
racconta: “Ieri mattina alle otto siamo scappati, mia moglie, i miei
figli e altri bambini feriti durante i bombardamenti, in cerca di un
rifugio tra i nostri. Alla curva di Caletón però, anche se avevamo un
lenzuolo come bandiera bianca ci hanno mitragliato e sono morti quasi
tutti… anche mia moglie è morta poco dopo, ma ha fatto a tempo a
raccomandare a nostra figlia di non lasciare mai la Milizia, perché
questa è la nostra rivoluzione.” Sta aspettando la fine del
combattimento per toglierla dalla tomba provvisoria di sabbia. Lo
accompagno e lo aiuto a mettere il povero corpo di sua moglie in una
modestissima bara. I cannoni dell’esercito del popolo tuonano lontani
ormai la battaglia è stata vinta. Faremo giustizia anche per questa
contadina assassinata.
Dora
Alonso, la bravissima scrittrice e giornalista cubana recentemente
scomparsa, ricordava così quei giorni nei quali lei lavorò come inviata
di guerra per “Revolución” rischiandola vita più di una volta. I suoi
ricordi di questa battaglia si possono leggere nel libro “Era l’anno
1961”, già purtroppo quasi introvabile. Gli invasori avevano una
composizione sociale abbastanza straordinaria: più di un centinaio erano
grandi proprietari terrieri; 194 erano ex militari della tirannia di
Fulgencio Batista e molti tra di loro erano stati condannati a distanza
dai tribunali rivoluzionari per fatti criminali; 112 erano ricchi
commercianti; 67 erano grandi proprietari di case; 35 industriali; 24
proprietari medi; 89 erano stati importanti funzionari di grandi imprese
a Cuba; 415 appartenevano alla classe media e 112 erano invece
delinquenti comuni con precedenti penali. Costoro erano proprietari di
27.556 caballerias di terra; di 9.669 case o edifici con appartamenti:
di 70 grandi industrie; di 110 fabbriche di zucchero; due banche;
cinque miniere e due giornali quotidiani. La Brigata 2506 degli
invasori era formata da 1.500 uomini molti dei quali erano i figli dei
ricchissimi sfruttatori cubani fuggiti con il trionfo della rivoluzione.
Avevano cercato di invadere Cuba per riprendere i loro privilegi, per
riappropriarsi di quel loro “diritto alla ricchezza”. Tra gli invasori
c’erano i figli di un ricchissimo industriale del legno, reclutati e
pagati da una potenza straniera. La loro speranza era quella di divenire
i padroni delle imprese nazionalizzate per accumulare ricchezza
sfruttando gli altri cubani. Juan Sosa, ex latifondista; Raúl Armando
Rodríguez, uomo politico di Pinar del Río con Batista; Tomás Rodríguez,
capitano della polizia della dittatura; Rodolfo Salom, aiutante del
feroce Orlando Piedra; Felix Pérez Tamayo, ex ufficiale di Batista era
uno dei più famosi invasori. Juan Montalvo ricchissimo proprietario
terriero la cui famiglia era la padrona della Cienaga di Zapata e dove i
contadini morivano di fame; Mario Freyre, allevatore e proprietario di
una fabbrica di zucchero; il cinese King Yun, assassino del tenente Pupo
dell’Esercito Ribelle, che aveva anche ucciso col coltello il custode di
un’imbarcazione cubana. Ramón Calviño, poliziotto di Batista, che
piantava chiodi nella testa dei prigionieri…tutti costoro erano i
combattenti per la libertà di Cuba, come avevano il coraggio di
dichiarare… Vennero anche i medici mercenari: Juan Sordo; José Almeida;
Martín Longa… che portarono grossi carichi di medicinali. Manuel Artime
che era scappato negli USA con i soldi dei lavoratori di una zona
agricola orientale, delinquente comune, venne usato dalla CIA e divenne
uno dei responsabili della Brigata 2506. Altri ex ufficiali di Batista
facevano parte di quella “banda” che venne inutilmente difesa da un
avvocato di New York durante il processo. James Donovan ebbe
moltissime difficoltà nello svolgimento della sua povera difesa: tentò
tutti trucchi possibili. Ma dovette arrendersi al fatto che la giustizia
all’Avana era autentica ed era quella cubana.
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