SPECIALE CHE
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QUALSIASI COSA CERCHI DI SCRIVERE
di ITALO
CALVINO*
Qualsiasi cosa
cerchi di scrivere per esprimere la mia ammirazione per Ernesto Che Guevara, per
come visse e per come morì, mi pare fuori tono. Sento la sua risata che mi
risponde, piena d'ironia e di commiserazione. Io sono qui, seduto nel mio
studio, tra i miei libri, nella finta pace e finta prosperità dell'Europa,
dedico un breve intervallo del mio lavoro a scrivere, senza alcun rischio, d'un
uomo che ha voluto assumersi tutti i rischi, che non ha accettato la finzione
d'una pace provvisoria, un uomo che chiedeva a sè e agli altri il massimo
spirito di sacrificio, convinto che ogni risparmio di sacrifici oggi si pagherà
domani con una somma di sacrifici ancor maggiori,
Guevara è per noi
questo richiamo alla gravità assoluta di tutto ciò che riguarda la rivoluzione e
l'avvenire del mondo, questa critica radicale a ogni gesto che serva soltanto a
mettere a posto le nostre coscienze.
In questo senso egli resterà al centro delle nostre discussioni e dei nostri
pensieri, così ieri da vivo come oggi da morto. E' una presenza che non chiede a
noi né consensi superficiali né atti di omaggio formali; essi equivarrebbero a
misconoscere, a minimizzare l'estremo rigore della sua lezione. La "linea del
Che" esige molto dagli uomini; esige molto sia come metodo di lotta sia come
prospettiva della società che deve nascere dalla lotta. Di fronte a tanta
coerenza e coraggio nel portare alle ultime conseguenze un pensiero e una vita,
mostriamoci innanzitutto modesti e sinceri, coscienti di quello che la "linea
del Che" vuol dire -una trasformazione radicale non solo della società ma della
"natura umana", a cominciare da noi stessi- e coscienti di che cosa ci separa
dal metterla in pratica.
La discussione di
Guevara con tutti quelli che lo avvicinarono, la lunga discussione che per la
sua non lunga vita (discussione-azione, discussione senz'abbandonare mai il
fucile), non sarà interrotta dalla morte, continuerà ad allagarsi. Anche per un
interlocutore occasionale e sconosciuto (come potevo esser io, in un gruppo
d'invitati, un pomeriggio del 1964, nel suo ufficio del Ministero
dell'Industria) il suo incontro non poteva restare un episodio marginale. Le
discussioni che contano sono quelle che che continuano poi silenziosamente, nel
pensiero. Nella mia mente la discussione col Che è continuata per tutti questi
anni, e più il tempo passava più lui aveva ragione.
Anche adesso, morendo nel mettere in moto una lotta che non si fermerà, egli
continua ad avere sempre ragione.
ottobre 1967
Che Guevara fu ucciso in Bolivia il 9 ottobre 1967, e
il suddetto testo di Italo Calvino fu scritto il 15 ottobre 1967 a Parigi
(dove da alcuni mesi abitava con la moglie argentina: era il giorno del suo
44° compleanno). Esso fu pubblicato in spagnolo nel gennaio 1968 sulla
rivista cubana "Casa de las Americas" (in un numero speciale tutto dedicato
al "Che"). Invece il testo originale integrale italiano fu pubblicato
in Italia solamente 30 anni dopo, nel 1998, sul numero 1 della rivista "Che"
della Fondazione Italiana Ernesto Guevara presieduta da Roberto Massari (con
sede ad Aquapendente, nel Lazio).
MINIBIOGRAFIA di
ITALO CALVINO (nato a CUBA) a cura di gin (Gianfranco Ginestri)
IL celebre scrittore italiano
Italo Calvino (ufficialmente Italo Giovanni Calvino Mameli) nacque a Cuba
(esattamente a Santiago de Las Vegas, in provincia dell'Avana) il 15 ottobre
1923, dentro a un grande bungalow del coloratissimo giardino botanico
tropicale (che allora era diretto dai genitori scienziati: Mario Calvino ed
Eva Mameli), il quale attualmente si chiama Istituto di ricerche di
agricoltura tropicale Alejandro Humboldt, e ora è gestito dall'Accademia
cubana delle scienze. Tale luogo è in Calle 1, nella prima strada a destra,
arrivando dall'Avana, all'ingresso del paesino di Santiago de Las Vegas, a
pochi chilometri dall'aeroporto internazionale avanero dedicato a Josè Martì...
Dopo un uragano che nel 1925 semidistrusse la loro casona-bungalow, i coniugi
Calvino-Mameli (dopo una sosta di lavoro a Santiago de Cuba) decisero di
ritornare in Italia nel 1926 a Sanremo, in Liguria, dove avevano ereditato una
villa con parco... Nel 1943 Italo Calvino andò a fare il partigiano adottando
come nome di battaglia "Santiago", in omaggio al paesino cubano ove era nato
20 anni prima... (ricordate la sua bella canzone sulla Resistenza, intitolata
"Avevamo 20 anni", musicata da Sergio Liberovici dei torinesi Cantacronache?)
... Nel 1964 lo scrittore tornò all’Avana per sposarsi con la sua compagna
argentina-parigina Esther Judith Singer (detta “Chichita”) in un ufficio
notarile di Calle Obispo, e con brindisi finale nel bar della piscina del
loro "Hotel Avana Libre". In quella occasione egli fu chiamato a fare parte
della giuria del Premio Casa Las Americas, e qui conobbe il comandante Ernesto
Guevara, al quale poi dedicò due pagine dopo la sua morte in Bolivia, le
quali furono pubblicate sul numero speciale dedicato al "Che" della rivista
culturale avanera "Casa de Las Americas". (Su questa rivista cubana le due
pagine di Calvino sul Che furono pubblicate in spagnolo nel gennaio 1968.
Invece in italiano furono pubblicate solo 30 anni dopo, sul numero 1 della
rivista della Fondazione Italiana Che Guevara: vedasi il testo originale
integrale in italiano, sopra questa minibiografia)... Quando a fine 1964
Calvino tornò in Italia, a Torino e a Roma, dove lavorava presso la casa
editrice Einaudi come addetto stampa, si attivò per cofondare la Associazione
Nazionale di Amicizia Italia-Cuba. Poi nel 1965 nacque la figlia Giovanna
Calvino, la quale 30 anni dopo, fu contattata dalle autorità cubane per dare
l’ok ad una lapide che poi fu da lei inaugurata nel 1996 nella casona
restaurata, nel giardino botanico di Santiago de Las Vegas, a cura
dell’Ambasciata Italiana all’Avana, dell’Oficina de l’Historiador de La Habana
e del Comune di Sanremo. Ora in questo bel parco caraibico c'è pure un
alberghetto per ricercatori botanici e per giornalisti stranieri. Nel vicino
museo municipale (dove vi è la "Sala Calvino" dedicata allo scrittore che qui
considerano non solo italiano ma anche cubano) è possibile comperare un bel
foto-libro a lui dedicato, stampato a Cuba nell’anno 2000. il cui titolo è
“Las dos mitades de Calvino” (cioè: “il Calvino dimezzato”, parafrasando "il
Visconte dimezzato"; cioè: metà italiano e metà cubano), di 100 pagine,
scritto dal locale poeta-scrittore-musicista-musicologo Helio Orovio, per le
Ediciones Union, Ciudad de LaHabana. In questo museo è possibile anche sapere
dove sta circuitando a Cuba la bellissima mostra fotografica bilingue sulla
vita e sull’opera di Calvino (che sarà presto in Italia) ... Italo Calvino, a
causa di un ictus avvenuto a Castiglion della Pescaia, morì all'ospedale di
Siena il 19 settembre 1985... Nel 1995, in occasione del decennale della sua
morte, all'Avana sorse il comitato promotore (detto dei "calvinisti")
Pro-Fondazione-Calvino, sponsorizzato dall'Arci Nazionale di Roma e
dall'Ambasciata Italiana all'Avana. Tale Fondazione nel 1996 dette vita al
Premio Letterario Biennale Italo Calvino, riservato a giovani talenti cubani,
per teatro, poesia, narrativa e saggistica... Ora Italo Calvino riposa nel
panoramico e grazioso cimitero-giardino di Castiglione della Pescaia, in
Toscana, di fronte all’Isola d’Elba (a poca distanza dalla villetta dove egli
abitava d'estate con la famiglia, prima di morire all'ospedale di Siena)...
L'Ambasciata Cubana a Roma sta progettando di attivare due comitati promotori
per realizzare un futuro gemellaggio culturale tra le cittadine di Santiago de
Las Vegas (a Cuba) e di Castiglione della Pescaia (in Italia), in omaggio a
Calvino "Italo", ma anche "Cubano".
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