SIAMO TUTTI
FIGLI DEL CHE
di GIANFRANCO
GINESTRI
Nel biennio 2007-2008 a Cuba e in Italia sono previste diverse iniziative
storico-culturali per ricordare il 40° della morte e l’80° della nascita del
Che. E siccome tutti conoscono il suo bel volto, ma molti ignorano la storia
della sua vita, desideriamo pubblicare una sua breve biografia su queste pagine.
A Cuba esistono alcuni monumenti a lui dedicati. I più imponenti e importanti
sono nella città di Santa Clara, dove i suoi resti sono sepolti nel Memoriale, e
all’Avana nella grande parete di Plaza de la Revoluciòn dove lui aveva l’ufficio
quando era ministro. Ma altri più piccoli ve ne sono in tutte le singole
province, come ad esempio a Santiago de Cuba di fronte all’Hotel Santiago,oppure
a Moa davanti allo stabilimento del nikel che porta il suo nome. Anche in Italia
c'è un'opera monumentale dedicata al Che: è stata inaugurata nel 1977, nel
decennale della morte e si trova a Collegno (Torino) nella piazza a lui
intitolata. Su Che Guevara ha così scritto lo scrittore internazionalista
Edoardo Galeano: "I giovani di oggi scoprono e amano il Che perchè ammirano in
lui l'altruismo e l'onestà. Osservando come sono opportunisti e disonesti i
politici in generale, il mito del Che appare destinato a ingrandirsi sempre più"
BREVE BIOGRAFIA DEL COMANDANTE ERNESTO CHE GUEVARA DE LA SERNA
= Il 14 giugno 1928 Ernesto nasce in Argentina, in una clinica di Rosario,
nella Provincia di Santa Fè. E' il primogenito dell'architetto-ingegnere
socialista di origine irlandese Ernesto Guevara Lynch e della nobildonna
cattolica di origine spagnola Celia de la Serna Llosa. Vivono nel nord-est
dell'Argentina, nella grande e verde Foresta di Missiones, al confine con il
Brasile. Nasceranno poi altri quattro figli: Celia, Roberto, Ana Maria e Juan
Martin. Fin da piccolissimo Ernesto è perseguitato dall'asma, e così la famiglia
emigra ad Alta Gracia de Còrdoba, località montana, dove egli vive e studia dai
5 ai 16 anni di età. Poi, nel 1944 tutta la famiglia si trasferisce nella
capitale Buenos Aires. Nel 1945 Ernesto si iscrive prima a ingegneria, come
voleva il padre, quindi nel 1946 a medicina, come gli suggeriscono amici medici.
Dal 1947 al 1951 lavora come infermiere per mantenersi agli studi. Tutto l'anno
1952, con l'amico biologo neolaureato Alberto Granados viaggia per l'America
Latina, a bordo di una moto e di vari mezzi di fortuna. Nella primavera 1953, a
24 anni, si laurea in medicina a Buenos Aires con una tesi sull'asma e sulle
allergie. Nell'estate 1953 riparte per il suo secondo viaggio in America Latina.
Nel 1954 è in Guatemala, dove conosce l'affascinante intellettuale marxista
peruviana Hilda Gadea Acosta, più colta e più adulta di lui, la quale prima lo
educa politicamente e poi lo sposa a Città del Messico nel 1955. Qui Hilda ed
Ernesto conoscono Raul Castro e successivamente Fidel Castro. I due fratelli
sono appena usciti dalle prigioni batistiane dopo il fallito attacco alla
caserma Moncada. Ernesto non conosce Cuba, ma chiede a Fidel di essere arruolato
come medico nella spedizione per la liberazione della repubblica cubana. Il 5
febbraio 1956 nasce in Messico la primogenita di Hilda ed Ernesto, cioè Hilda
Beatriz Guevara Gadea, detta Hildita, che da adulta diventerà bibliotecaria
della celebre istituzione culturale avanera Casa de las Americas. Nei primi anni
90 fa un giro di conferenze in Italia, e a Bologna riceve la tessera ad honorem
della Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba. (E in questa occasione mi
disse: << Siamo tutti figli del Che >>). Purtroppo nell’agosto 1995
Hildita morirà di tumore al cervello a soli 39 anni: la stessa età che aveva suo
padre quando fu assassinato dalla Cia in Bolivia… Ma riprendiamo la biografia
del Che… Nel giugno 1956 Ernesto viene arrestato a Città del Messico assieme a
Fidel e a molti altri, a causa di un banalissimo permesso di soggiorno scaduto:
restano in prigione per due mesi, e in cella inizia ad essere chiamato
scherzosamente El Che dai sempre burloni compagni cubani, (la paroletta Che è un
tipico intercalare argentino: come il Ciò lo è per i romagnoli e i veneti). Da
questo momento inizia l'epopea cubana di Che Guevara. All'alba del 25 novembre
1956 dal porto messicato di Tuxpan salpa il battello Granma con 82 a bordo (tra
cui Gino Donè Paro, un partigiano veneto 83enne che ora vive a San Donà di
Piave) e sbarcano sulla spiagga Las Coloradas, ai piedi della Sierra Maestra
Cubana, il 2 dicembre 1956. Dopo le prime sconfitte iniziano le prime vittorie.
Il biennio 1957-58 è pieno di scontri con i soldati batistiani. La battaglia
finale avviene a Santa Clara nell’ultima settimana dell'anno 1958. Il trionfo
della rivoluzione coincide con la festa del 1° gennaio 1959, quando Batista
fugge da Cuba. Nel maggio dello stesso anno Ernesto divorzia dalla peruviana
Hilda Gadea Acosta e in giugno si sposa con la cubana Aleida March de la Torre,
giovane guerrigliera conosciuta durante la battaglia di Santa Clara: da lei avrà
4 figli tutt’ora abitanti all’Avana: Aleida (medico), Celia (veterinario),
Camilo (avvocato), Ernesto (storico). Nel 1959 Ernesto Che Guevara diventa
presidente del Banco Nacional de Cuba e firma le banconote con il suo tipico
nome di battaglia: Che. Nel 1960 Alberto Diaz Gutierrez detto Korda (morto nel
2001) gli scatta la famosa foto che tutto il mondo conoscerà attraverso i
posters nelle manifestazioni sessantottine. Nel 1961 diventa ministro
dell'industria. Nel 1962-63-64 parla all'Onu e visita numerosi paesi. Nel 1965
Ernesto è in Congo come combattente anticolonialista, ma poi torna a Cuba per
preparare altri progetti. Nel 1966 parte per la Bolivia dove raggiunge
l'argentina-tedesca Haydèe Tamara Bunke Bider, la leggendaria Tania la
guerrigliera, e dove inizia la guerra di liberazione assieme a cubani e
boliviani, col nome di battaglia Ramon. L'8 ottobre 1967 viene catturato,
ferito, alla Quebrada del Yuro, dalle squadre boliviane comandate dalla Cia, e
il giorno dopo viene ucciso nella scuola de La Higuera, su preciso ordine del
36° Presidente degli Stati Uniti d’America, il democratico Lyndon Baines Johnson.
Il corpo del Che viene poi massacrato, bruciato e sepolto di fianco alla pista
dell'aeroporto di Vallegrande, vicino a dove lo hanno assassinato all’età di
soli 39 annni. Si è poi saputo che il soldato semplice boliviano che sparò al
Che uccidendolo si chiamava Mario Teran, mentre l’ufficiale che diede l’ordine
di sparare era un fascista cubano, agente della Cia, in contatto radio con gli
Usa, di nome Felix Ismael Rodriguez Mendiguia, detto Felix Ramos, che
attualmente vive da pensionato tra i mafiosi anticubani di Miami. Dopo 30 anni
da quel tremendo 9 ottobre 1967 i poveri resti del Che, di “Tania” e dei loro
compagni di lotta sono stati rintracciati, e dal 1997 sono omaggiati nella
grande tomba-museo-memoriale di Santa Clara de Cuba (che il sottoscritto ha
visitato nel maggio 2007, durante una commossa cerimonia per il 40° della morte
di questi eroici combattenti antimperialisti).