A ROMA, alla presenza di Radio
Città Aperta, della rivista
Nuestra América, dell’Associazione
Nazionale di Amicizia Italia-Cuba, di
Archivocubano e di addetti stampa di varie agenzie
giornalistiche (promossa dal Comitato Italiano Giustizia per i
Cinque, si è svolta)
nell’ex Hotel Bologna presso il
Senato, una conferenza stampa di
presentazione della iniziativa
solidaria a favore della libertà dei 5
eroi cubani imprigionati in USA da circa 10 anni.
Dopo la
presentazione del Coordinatore, Franco
Forconi (che ha ricordato che a breve sarà
on-line il sito, dove poter
far pervenire le proprie adesioni), ha preso la parola Tecla
Faranda, (avvocato dei giuristi
democratici), la quale ha riportato la testimonianza della sua
partecipazione all’Udienza Orale per il caso dei Cinque cubani, tenutasi
ad Atlanta il 20 agosto scorso e ha, nel suo intervento, ricordato le
parole con le quali il difensore di Antonio
Guerrero, l’avvocato Leonard
Weinglass, ha voluto sottolineare come
quello a carico dei Cinque possa essere
considerato uno dei processi più lunghi (e sicuramente tra i meno
corretti) di tutta la storia giuridica statunitense (dato questo che
contraddice la pur riconosciuta e proverbiale celerità dei processi
americani).
Tecla
Faranda, ha espresso profonda speranza nella
risoluzione positiva del caso giudiziario; il
suo ottimismo, è stato inoltre confermato anche dal forte interesse
manifestato dai giudici, presenti ad Atlanta, allorquando gli avvocati
della difesa hanno esposto le prove dell’innocenza dei Cinque cubani.
L’avvocato italiano ha anche raccontato dell’immenso imbarazzo del
procuratore capo (il corrispettivo del nostro Pubblico Ministero),
quando uno dei giudici lo ha sollecitato a formulare le accuse.
Altro
aspetto positivo riscontrato dall’avvocato
durante i giorni dell’Appello di Atlanta, è stata la presenza della
stampa USA, fino a quel momento totalmente disinteressata o peggio,
manovrata dalla mafia di Miami, gestita dalle varie organizzazioni che
lavorano e cospirano per mettere a repentaglio la vita e l’esistenza
stessa di un altro paese, ossia Cuba, uno Stato di diritto. Il già
citato Weinglass ha partecipato più volte a
trasmissioni della CNN per spiegare quello che stava succedendo ad
Atlanta.
È stata
quindi la volta del Prof. Luciano Vasapollo,
il quale ha tenuto a specificare, in una sorta di
augurio, che il Comitato, (formato da 12 persone, il gruppo
operativo e promotore), sarà davvero forte solo a patto che ci sia una
grande adesione alle future iniziative che il Comitato organizzerà nel
prossimo futuro per far conoscere il caso in Italia. Tutti i promotori
del Comitato sperano che questo appello venga
recepito soprattutto dalla società civile; questo è possibile, come ha
sottolineato Luciano Vasapollo, solo se gli
organi di informazione apriranno una breccia nel muro che circonda e
soffoca il caso dei Cinque nella realtà italiana. Nessun giornale, ad
esempio, ha mai dato notizia delle gravi violazioni delle norme
di diritto internazionale che subiscono dal
1998 i cinque agenti di sicurezza nelle carceri statunitensi. Il 12
settembre scorso, per l’ennesima volta, l’amministrazione statunitense
ha negato il visto a due delle mogli dei Cinque per motivi
di sicurezza nazionale.
Vasapollo ha concluso
il suo intervento dicendo: “Qualsiasi uomo e donna democratici,
qualsiasi organo di stampa che voglia realmente collaborare alla lotta
contro il terrorismo, deve pensare che i Cinque agenti
dell’antiterrorismo, appunto, hanno fatto il loro lavoro, per proteggere
il proprio paese, Cuba e l’intera umanità”.
Significativa è stata la presenza
dell’Ambasciatore cubano Rodney
López Clemente e del Consigliere Politico,
Yamila Pita
Montes. L’Ambasciatore si
è detto molto felice per la nascita, anche qui in
Italia, di un Comitato per i Cinque, perché solo continuando a chiedere
incessantemente giustizia per questi uomini, si arriverà ad una
soluzione. Ha quindi augurato buon lavoro ai membri del gruppo
promotore, a nome suo, dell’Ambasciata e del popolo cubano.
Dopo la rappresentanza
diplomatica, si è seduto al tavolo della conferenza l’On. Jacopo
Venier, che ha
sottolineato la crescente necessità di una mobilitazione sociale,
forte e partecipata, per far sì che questo non sia visto solo come un
“caso giuridico” ma anche come un “caso politico”. Ha ricordato inoltre
l’impegno che questo governo ha manifestato, per ottenere l’estradizione
del terrorista Luis
Posada Carriles, mandante
dell’attentato terroristico che ha ucciso nel 1997, in un albergo
dell’Avana, il nostro connazionale Fabio Di Celmo.
Venier ha concluso
dicendo che il PDCI sosterrà senza
se e senza ma la lotta a favore di Antonio
Guerrero, Fernando
González, Gerardo Hernández,
René González e
Ramon Labañino e che non farà mancare la sua
presenza a manifestazioni di solidarietà verso Cuba.
La
conferenza stampa si è conclusa con
l’intervento del Deputato Luciano Pettinari,
che ha voluto ribadire il suo appoggio incondizionato al caso, poiché
questa è una vicenda che va al di là delle convinzioni politiche,
riguardando la denuncia della violazione dei diritti umani. È doveroso,
quindi, cercare il più ampio consenso nelle istituzioni e nella società
civile, mobilitarsi per far sì che questo
appello arrivi al più esteso numero di parlamentari, necessariamente di
qualsiasi estrazione politica. Solo così si può sperare che questa
vicenda riesca ad avere, al più presto, una fine, in nome della legalità
e della giustizia.
Comitato Italiano Giustizia per i Cinque