Discendente di toscani e nato a L’Avana, avrebbe compiuto
domani 70 anni
di
GIOIA MINUTI
Era il presidente dell’Istituto d’Amicizia con i Popoli, un organismo
molto complicato da dirigere, che ha sempre sviluppato un enorme lavoro,
cresciuto costantemente con la moltiplicazione incontenibile
dell’amicizia, della stima e della solidarietà verso l’Isola.
Sergio Corrieri è morto dopo aver lavorato anche all’organizzazione del
Congresso della UNEAC, l’Unione degli Artisti e degli Scrittori, che si
svolgerà tra un mese circa, fatica quasi terminata e consegnata nelle
mani di Miguel Barnet.
“La Rivoluzione ha cambiato le nostre vite ed ha aperto nuove
prospettive per la cultura cubana... sin dal principio ci siamo resi
conto che era indispensabile fare arte nella Rivoluzione e con la
Rivoluzione: arte di alti valori, ed essere nello stesso tempo un
cittadino, un soldato” disse in un’occasione.
Si potrebbe aggiungere quel che ha detto Fidel pochi giorni fa nel suo
messaggio: un soldato delle idee.
Io ho avuto la fortuna non solo di conoscerlo di persona, di seguire il
suo operato come uomo politico in tante occasioni e anche di vedere le
sue interpretazioni tra le quali l’indimenticabile “En silencio ha
tenido que ser”, un serial nel quale interpretava la parte di un agente
segreto cubano, David, uno dei Cinque del principio della Rivoluzione...
Nel 1968 Sergio fondò con sua madre Gilda, validissima donna di teatro,
il Gruppo Teatro Escambray con il quale, disse: “Volevamo giungere alla
gente con elementi di giudizio per far si che intendesse la sua realtà e
perchè poi tutti fossero capaci di operare su quella realtà”.
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Giuliana Grando segretaria di
Italia Cuba di Venezia e Sergio Corrieri |
La zona del Escambray era in dinamica trasformazione sociale ed
economica in un territorio che la contro rivoluzione aveva scelto per
cercare di mettere radici.
“El ombre de Maisinicù” è la storia di un maestro alfabetizzatore ucciso
dai controrivoluzionari proprio nell’Escamabray e l’interpretazione di
Sergio commuove ancora oggi per la sua splendida partecipazione e per
la verità di quel che racconta.
Poi ci fu il film “Memorie del subdesarrollo” del grande regista Tomás
Gutiérrez Alea e Sergio si consacrò non solo per la maturità delle sue
concezioni estetiche, ma per le sue qualità come quadro rivoluzionario.
Sergio fu delegato al Primo Congresso del Partito Comunista e fu
membro del Comitato Centrale dal 1980. Deputato sin dalla prima
legislatura dell’Assemblea Nazionale del Poder Popular, nella quinta
legislatura fu eletto membro del Consiglio di Stato.
Dall’Escambray, con i suoi attori andò in Angola, quando l’offensiva a
favore del apartheid era al massimo, per portare la sua arte agli
internazionalisti cubani che combattevano in Africa e dopo la vittoria
Sandinista in Nicaragua andò in questo paese, portando la solidarietà
cubana e sua grande arte di attore e regista.
È
stato, nel 1985, Vicepresidente dell’Istituto Cubano di Radio e
Televisione. Nel 1987 divenne capo del Dipartimento de Cultura del
Comitato Centrale del Partito e dal 1990 Presidente dell’Istituto Cubano
d’Amicizia con i Popoli.
È
stato decorato con l’Ordine Félix Varela, la Medaglia Alejo Carpentier,
la Replica del Machete del Generalissimo Máximo Gómez che viene
consegnata dal Ministro delle FAR e il Premio Nazionale di Teatro nel
2006.
È
indimenticabile per me che per vedere “ El hombre de Maisinicú” dovemmo
andare allo stesso cinema per tre volete di seguito, perchè era il 1993
e c’erano “apagones” terribili in tutta Cuba. Era il momento peggiore
del periodo speciale, ma volevo vedere ad ogni costo quel film che ha
lasciato un segno nella storia della cinematografia internazionale, come
le “Memorie del subdesarrollo”. Chi vuole conoscer Cuba e la sua storia
deve vedere i films interpretati da Sergio. Oggi è facile: ci sono le
cassette, i DVD. Per fortuna il suo splendore non si è disperso.
Stanno giungendo dall’Italia molti messaggi di condoglianze e di
rimpianto di Sergio. La redazione di Granma Internacional in italiano e
Gioia Minuti personalmente porgono le più sentite condoglianze alla
direzione del ICAP, ai compagni tutti dell’organismo, alla famiglia e
agli amici di Sergio.
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