Il presidente Raúl Castro ha presieduto la
sfilata per il Primo Maggio in Plaza de la Revolución José Martí,
iniziata alle otto di mattina, con la partecipazione di migliaia di “capitalini”,
come si dice in cubano.
Un blocco di giovani e di studenti ha aperto
il corteo che giunge dalle arterie principali della capitale e che ha
come slogan “Unità, fermezza e vittoria” a sostegno della Rivoluzione.
La sfilata evidenzia l’appoggio popolare alla
Rivoluzione e al suo leader Fidel Castro, al suo presidente Rául Castro
e rende omaggio al 50º anniversario del trionfo del 1º Gennaio e al 70º
della creazione della Centrale dei Lavoratori, CTC.
Uno degli obiettivi dei manifestanti è il
reclamo della libertà per i Cinque Eroi cubani ingiustamente reclusi
nell’impero. Milioni di cubani stanno sfilando in tutte le piazze di
Cuba con i dirigenti sindacali che hanno convocato tutti i lavoratori e
le famigli cubane per riaffermare le convinzioni patriottiche
rivoluzionarie e socialiste, assieme ai più alti dirigenti.
Il segretario generale della CTC, Salvador
Valdés, ha indicato che sono molte le ragioni per festeggiare il Iº
Maggio e tra queste l’ampio processo politico e ideologico che si sta
svolgendo nel movimento operaio, per dare un impulso allo sviluppo
economico e produttivo dell’Isola.
In questa giornata di festa e d’allegria sono
presenti come inviatati 1386 rappresentanti di 173 organizzazioni
sindacali e sociali di 61 paesi.
La catena nazionale di Radio e TV Cubavisión
Internacional e Radio Habana Cuba trasmettono dal vivo la grandissima
manifestazione.
IL PRIMO MAGGIO
NEL MONDO
Milioni di
lavoratori hanno marciato per la giustizia
• I manifestanti
hanno chiesto migliori condizioni di lavoro e sociali, si sono
pronunciati contro il progetto di scudo antimissili degli USA e la loro
presenza militare in diversi paesi
Milioni di
manifestanti hanno sfilato ieri in tutto il mondo con rivendicazioni
lavorative e sociali, per migliorare le loro condizioni di vita nelle
manifestazione del Giorno Internazionale dei Lavoratori, conclusesi, in
alcuni casi, con scontri con le forze di polizia.
A Santiago del
Cile ci sono stati 96 detenuti al termine della manifestazione della
Centrale Unitaria dei Lavoratori, in cui i leader sindacali hanno detto
che «i lavoratori non devono essere ostaggi dei neoliberali».
In Paraguay, dove
esiste un alto tasso di disoccupazione e povertà, il presidente in
pectore, Fernando Lugo, nel corso della manifestazione dei sindacati che
aderiscono all’Alleanza Patriottica per il Cambio, ha detto che «è
terminata l’esclusione e la persecuzione» dei lavoratori, promettendo di
non abbandonarli.
A Caracas, invece,
una gran manifestazione di lavoratori simpatizzanti del presidente Hugo
Chávez ha sostenuto l’aumento del 30% dei salari minimi, annunciato
mercoledì dal presidente e la nazionalizzazione di alcune imprese.
I lavoratori di
Brasile, Messico, Perù, Argentina, Honduras, Costa Rica, Guatemala e El
Salvator hanno partecipato alle manifestazioni del 1 Maggio rivendicando
aumenti salariali, la diminuzione dei prezzi di alimenti e combustibili,
la creazioni di posti di lavoro, la riduzione della giornata di lavoro,
il rifiuto alla coltivazioni transgeniche, la denuncia dell’impunità di
misure e dei trattati di libero commercio con gli USA, la protezione
della salute e la sicurezza della vita nella condizioni di lavoro, hanno
informato le agenzie ANSA, EFE, AP, DPA ed altre.
In Ecuador, in
migliaia hanno rifiutato la sottocontrattazione e il lavoro ad ore,
chiedendo dell’eliminazione, da parte dell’Assemblea Costituente, di
queste procedure che permettono alle imprese la contrattazione di mano
d’opera economica. La folla ha manifestato anche contro la presenza
militare nordamericana nella base di Manta.
I paesi asiatici,
per motivi orari, sono stati i primi a celebrare il Primo Maggio, in
città come Giacarta, Manila, Bangkok, Tokio, Seul e Singapore. In Cina
non era prevista nessuna manifestazione, ma ci sono state concentrazioni
in cinque città davanti a supermercati della Carrefour, per protestare
contro la posizione francese circa la crisi separatista in Tibet. Altre
proteste si sono verificate davanti alle sedi della CNN.
Migliaia di operai
giapponesi hanno chiesta maggiore sicurezza sul lavoro e migliori salari
per i milioni di lavoratori temporali, ha informato l’agenzia PL.
Circa 5mila
lavoratori sudcoreani hanno sfilato contro un patto di libero commercio
con gli USA per importare carne bovina. A Giacarta, invece, decine di
migliaia di indonesiani hanno protestato contro l’aumento dei prezzi di
alimenti e combustibili.
Migliaia di
filippini hanno chiesto, inoltre, le dimissioni della presidentessa
Gloria Macapagal, per non aver adottato misure contro l’aumento del
prezzo del riso.