I CINQUE

 

  

Messaggi di speranza

 

Si devono apprezzare la vita e la verità negli uomini

Non esiste maggior diletto che vedere gli uomini combattere per la libertà e per ciò che a loro sembra vero. Non c’è spettacolo più doloroso di quello di uomini sottomessi per ignoranza, per passione o per interesse  a una volontà estranea.

José Martí - Opere complete - t. XXIº Pag.380

 

Lino Oramas

Nella sua lunga vita professionale l’avvocato di Puerto Rico Rafael Anglada López non ha mai dovuto scartare motivazioni di stupore nel suo lavoro. Il fatto di dover percorrere più di 12.800 Km. in aereo e altri 1.226 su strada in circa cinque giorni per poter visitare cinque punti disseminati nella geografia nordamericana è stata una delle prime “sorprese” degli ultimi tempi.

Il vecchio avvocato ha terminato di realizzare una visita all’Avana per trasmettere ai familiari dei Cinque Eroi  Cubani prigionieri  le sue impressioni sugli incontri che ha avuto con loro, sul loro stato di salute dopo le vessazioni e le torture alle quali sono stati sottoposti nelle condizioni più orribili di isolamento. I Cinque hanno mandato messaggi ai loro cari e a tutto il popolo cubano. L’avvocato ha detto che ogni incontro separato con i Cinque ha avuto un livello superiore di eroismo e patriottismo e che i loro messaggi danno l’impressione di essere coordinati, mentre la distanza tra di loro ha il solo scopo di debilitare la loro volontà, ma non ha avuto risultato.

Una volontà tale, fisicamente, emozionalmente e moralmente, è ciò che ha permesso loro di resistere ai rigori aberranti del “buco  o e all’insieme delle arbitrarietà che ogni giorno si commettono contro di loro nella prigione, nonostante il comportamento modello tra la popolazione penale come hanno dovuto riconoscere nelle valutazioni periodiche.

Nei cinque casi, quando il 28 febbraio e il 3 marzo sono stati tolti dal “buco” – un regime che permette al direttore della prigione di non rispettare i regolamenti - ognuno stava facendo la sua vita normale di prigioniero.  Gli stessi carcerieri hanno dovuto ammettere che si tratta di una questione che viene “dall’alto”.

L’avvocato, che si occupa della difesa dei Cinque, dice che è stato un ordine del Segretario della Giustizia degli USA, John Aschcroft, dato il 24 febbraio, e non si può dimenticare che il Procuratore di Miami che generò le accuse nel 1998 oggi è il braccio destro del generale Attporney a Washington.

Tra le molte cose che si raccontano sui Cinque si dice che un aiutante di un dirigente della prigione cercò di creare una similitudine con i terroristi imprigionati per le bombe delle torri gemelle con il caso di Renè e che René, sapendolo reagì dicendo: “ Lei confonde i terroristi con noi che invece abbiamo lottato contro il terrorismo!” Nessuno sa tutta la verità, ma è stata utilizzata la scusa che c’è `una guerra e che i Cinque conoscevano segreti sulla sicurezza nazionale.

Questi argomenti non hanno solidità poichè si tratta di persone che affrontavano il terrorismo e che hanno alle spalle quattro anni di comportamento esemplare nel carcere, senza mancanze di rispetto, in prigioni dove sono rinchiusi già da più di un anno, meno René che è stato trasferito dalla Pennsylvania alla Carolina del sud. I Cinque non hanno nemmeno la possibilità di presunte trasmissioni di segreti!

Sicuramente il Segretrio alla Giustizia degli USA è il terzo o quarto uomo più potente della Cupola, uomo di estrema destra, vincolato alla FNCA, la fondazione di Miami. Sicuramente la contro rivoluzione ha relazioni  a questi livelli!

Tutto rafforza la tesi che con questo procedimento si è cercato di dare molte difficoltà per la presentazione dell’appello presso la Corte di Atlanta anche se gli avvocati hanno lavorato accanitamente e quattro hanno presentato a  tempo debito la documentazione corrispondente.

Leonard Winglass, avvocato di Gerardo ha ottenuto un mese di proroga fino al 7 di maggio.

Joaquín Mendez ha chiesto che il suo difeso Fernando González che era restato senza il suo aiuto nel momento più critico del processo di appello – il governo lo ha negato - ha fatto sì che la situazione cominciasse a ad avere una soluzione per lo meno rispetto al tribunale, dice Anglada. Winglass ha dichiarato che sta studiando di presentare un’azione civile contro il Governo degli Stati Uniti.

Rafael Anglada è rimasto stupito anche per la risposta di dignità che ha incontrato in questi cinque professioni artisti e intellettuali che  sono stato sottoposti a torture fisiche e mentali.    

Anglade racconta il suo incontro con René, il primo che ha visitato e che ha avuto la fortuna di tenere anche nel buco la foto della figlia; con Fernando pieno di speranza nel suo popolo; con Gerardo, 16 giorni seminudo e lo ha visto ancora in quelle condizioni; con Antonio che ha scritto 26 poesie in isolamento. I Cinque  gli hanno dato l’impressione di essere messaggeri della speranza!

 

René González – Edgefield, sud della Carolina del sud. 26 marzo.

Il primo che ha potuto vedere nonostante il “buco” faceva piegamenti perchè non poteva più correre ed ha comunicato  nel messaggio diretto alla famiglia: “Non vi preoccupate, sto bene. Un bacio grande. Siate forti, non ci lasceremo vincere!”

 

“Da come parla della figlia Ivette ti rendi conto - dice Anglada - che soffre perchè le condizioni erano terribili. È pronto ad affrontare qualsiasi rappresaglia perchè le circostanze non sono cambiate dopo l’uscita dall’isolamento... Stavo andandomene quando mi ha chiesto di dire a Olguita, la moglie  che non soffra  per tutto questo,  che stia pronta per ogni cosa ma che non dimentichi che questa gente non li vincerà! Più ci colpiscono, più forti diverremo!”

È il primo che mi ha parlato dei carcerieri dicendo: “ Credo che qui ci siano persone oneste che fanno un lavoro sporco per gli Stati Uniti e lavorano per un governo che mente anche a loro.”

Molti custodi sanno che i Cinque non sono delinquenti ma “prigionieri speciali” e a volte li trattano con una certa deferenza, con un certo rispetto.

Sulle condizioni terribili dell’isolamento mi ha detto: ”Il buco non è il peggio... il problema è nel castigo. I buchi sono simili, ma a Miami avevamo più acceso che qui, dove siamo completamente isolati e senza nulla  di ciò che ci appartiene.”

 

Ramón Labañiño

Nord dello stato de Texas -  27 di marzo

 

Gli hanno negato anche la matita. L’incontro è stato corrispondente alla sua personalità. Anche lui era nel buco, ed ha ricordato che ogni volta che i 5 avevano davanti a sè un momento importante per il processo il Governo degli Stai Uniti  ha sempre fatto lo stesso, li ha messi nel buco.

A Elizabeth, sua moglie, ha mandato questo messaggio. “Antonio Maceo nudo, a cavallo, con un machete nella mano affrontò le pallottole spagnole e così è stata conquistata l’indipendenza di Cuba. Io ho tutto quello che aveva Maceo. Sto bene, vi penso molto e la vostra visita per me è stata una fonte di forza straordinaria. Nel buco ho una foto del compleanno di Lisabeth, la sola cosa che ho potuto conservare. Sto bene e sono più che mai convinto della nostra vittoria!”

 

“Per noi è lo stesso stare nel buco o in qualsiasi altra prigione e in qualunque circostanza. Per noi l’importante è che non si fermi il processo di Atlanta, che si presentino i documenti il 7 aprile. Non si deve perdere di vista il quadro generale, l’idea centrale di difendere la verità di Cuba, la nostra sovranità. Credo che stiamo vincendo questa battaglia perchè loro non possono fermare il tempo o il processo che sta avvenendo. Siamo prigionieri nel buco con la popolazione penale, siamo prigionieri e non possiamo perdere di vista la battaglia fondamentale nei tribunali o la campagna politica della solidarietà, è chiaro questo? Ha detto all’avvocato che se continuiamo con l’appello saremo liberati non solo dal buco ma anche dal carcere e questa è la cosa principale”.

Il suo messaggio al popolo è questo: “ Abbiamo lo stesso spirito di sempre, lontani dal sentirci deboli o sottomessi. Siamo sempre più convinti, più forti e decisi nel continuare questa battaglia per la vita. Io sto bene anche se sono molesto per tutte queste ingiustizie, nelle condizioni peggiori, nella massima sicurezza e nessuno può dire che siamo pericolosi per nessuno... e quando ti mandano al buco è un’ingiustizia enorme, ma come ho detto a mia moglie mi metto a pensare a Maceo e capisco che in confronto le mie sono sciocchezze!”.

 

Fernando González

Oxford - Nord del Winscosin - 28 di marzo

 

Nella prigione gli è giunto nelle mani il romanzo storico di Gore Vidal sulla vita di Lincoln e, anche se mancavano delle pagine, I fratelli Karamazov di Dostoieswy.  Mi ha detto- l’importante è avere qualcosa da leggere, potevo scrivere ma mi hanno tolto tutte le mie cose  anche i documenti legali. Non sapevo nemmeno se li avrei recuperati.-

Il suo stato d’animo si rivela ben forte. “Sto bene e starò bene in ogni circostanza. Questo governo non ha inventato nè potrà inventare mai condizioni di isolamento o adottare metodi che distruggano la mia morale rivoluzionaria, il mio amore per il popolo, per la Rivoluzione. 

La storia di Cuba è piena di esempi di sacrifici per la libertà e per la speranza. Sono sicuro che possiamo contare su tutto l’appoggio del nostro popolo che non si stancherà di reclamare per la nostra libertà. Milioni di uomini e di donne in tutto il mondo hanno gli occhi posti  su Cuba, che è la  speranza di un mondo differente, di giustizia e di uguaglianza. Siamo orgogliosi di questo e con la dignità del popolo che ci accompagna affronteremo qualsiasi situazione con dignità a nostra volta. Il Governo degli Stati Uniti per quanto crudele possa essere non ci vincerà! Sono sicuro che vinceremo! Voglio bene a tutti voi e andiamo avanti! Quando usciremo saremo forti, molto forti, ancora più forti che adesso!”

 

Gererdo Hernández - Lompoc

170 miglia  a nord di Los Angeles

California - 30 di marzo

 

“Da 36 ora è uscito dal buco ed è tra i cinque quello che ha sofferto le condizioni più atroci. Gli hanno dovuto prestare dei vestiti  per vedermi perchè le sue cose sono sequestrate. Nel buco lo hanno lasciato sempre seminudo.”

 

Nonostante le condizioni sicuramente peggiori rispetto al carcere di Miami - dice nel suo messaggio - c’è una piccola, ma grande differenza, è era una stella dorata che ogni mattina mi dava la forza necessaria per affrontare tutto quello che poteva avvenire, lo status  di Eroe della Repubblica di Cuba che ci ha reso immuni da molte cose, includendo l’odio e il rancore di coloro che non perdonano che in tutto questo tempo siamo riusciti a mantenere in alto la nostra dignità e i nostri principi. Pensare nei nostri compagni e nelle nostre compagne, fratelli e sorelle che con certezza ci stanno accompagnando nella lotta e combattono con noi contro questa nuova ingiustizia ci ha dato la forza necessaria per resistere ed andare avanti, anche se non ho mai avuto la possibilità di rivelarlo, io sono sempre stato con tutti loro in ogni marcia e in ogni manifestazione per la pace,  contro la guerra!”

Il messaggio per Adriana, sua moglie: “ Sono tutto intero. Mi sento meglio di quando sono entrato, fisicamente e mentalmente. Ho avuto l’appoggio della popolazione penale e di alcuni ufficiali che extra ufficialmente riconoscono che questa è una situazione ingiusta per una persona con le mie caratteristiche...

 

Antonio Guerrero - Florence

Ovest di Denver - Colorado

31 di marzo

La sua liberazione dell’isolamento in un carcere costruito in una città fantasma, su un deposito nucleare,  è avvenuta con la visita dell’avvocato Anglada alle 11.40 di mattina. La maggioranza delle 29 poesie che ha scritto sono sonetti ed egli si è ispirato a un’antologia di poesie romantiche spagnole. Ha letto Papà Goriot di Balzac, che lo ha commosso moltissimo.

“Attraverso il vetro mi ha letto qualcuno dei sonetti. La metà degli incontri tra di noi – commenta l’avvocato di Puerto Rico – avvengono rispettando il “diritto nordamericano” del non contatto: uno si mette in un cubicolo con un vetro a prova di pallottole e parla con l’altro per telefono. Ho con me alcune strofe che Antonio ricordava a memoria perchè qui hanno violato tutte le condizioni legali e tutti i Cinque sono venuti a vedermi senza la documentazione legale.”

“Mi ha letto qualche poesia e in particolare una scritta il 29 marzo dopo il suo incontro con Weinglass, il suo avvocato, che gli aveva annunciato che lo avrebbero fatto uscire dal buco. Dice:

Per apprezzare la vita e la verità dell’uomo

Per le centinaia di lettere gridate,

Io ti guardavo in tutto e tutto udivo

Sapevo che saresti venuto.

 

Ho creduto che sarebbe stato così presto

sottovalutando la forza che rappresenta la ragione

Ho continuato a guardarti e  a udire tutto

Sapevo che saresti venuto

 

Adesso so che vieni, è questione di ore

Guarderò di nuovo il cielo e le montagne

Ma non tralascerò di udirti  e di guardarti

perchè la lotta continua e la libertà ci manca.

 

Il paesaggio del Colorado è molto bello e Antonio si riferisce a questo cielo e a queste montagne. Anche se la prigione sta sopra i resti di un deposito nucleare, Florence è molto bella, sembra dipinta e le montagne sono quelle di Rocallosa, un vero spettacolo. Dalla cella Antonio le può vedere, ma non dal buco!

Mi ha detto che sta terminando una raccolta di poesie che si intitola “La hombradia de Maceo” (Il valore di Maceo)” iniziata quando entrò in prigione. Nel buco ha potuto scrivere ed ha materiale sufficiente per un nuovo libro di poesie che si intitolerà “Gli ardui sogni”.

Il suo messaggio è breve: “ Non sono mai stato così ottimista e sono sicuro che  questa battaglia la vinceremo. Il mio ottimismo  si sostiene ogni volta che la verità trionfa e ogni volta che qualcuno si unisce alla nostra causa è una vittoria. La verità si apre la strada ogni giorno. Più di quello che io posso dire  lo diranno le mie poesie e il diario che ho scritto “alla vecchia”! Mi sostengo con la verità e solo con la verità! La fiducia è che la vittoria sarà totale perchè io so a che popolo appartengo! Non perderemo mai, contro qualsiasi condizione.!”   

 

 

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