APOLOGIA DEL
REGIME TERRORISTA COLOMBIANO E DISINFORMAZIONE STRATEGICA: BENVENUTI A
“LA REPUBBLICA” DELLE BANANE!
Nell'ambito della produzione giornalistica
di spazzatura mediatica per il rapido e nocivo consumo del disprezzato
lettore italiano, ogni giorno viene pubblicata una serie di materiali
riguardanti il panorama internazionale e i diversi scenari di conflitto
dislocati sulle coordinate “calde” del pianeta.
Uno di essi, la Colombia, è sempre più
oggetto delle disgraziate penne nostrane al soldo dei media della
borghesia, la cui funzione è quella di sfornare articoli di un livello
così basso e privo di qualsiasi rapporto con la realtà, che viene da
chiedersi se in un paese come l'Italia, nelle attuali condizioni
socio-economiche, esistano realmente degli spazi per uno straccio di
dignità professionale e di diritto del pubblico ad essere informati
quanto meno decentemente.
Nello specifico, ci riferiamo al
penosissimo esercizio di riproposizione acritica della propaganda
governativa colombiana, basata su una grossolana falsificazione della
realtà, apparso su La Repubblica il 28 giugno scorso, a firma di Daniele
Mastrogiacomo, dal tragicomico titolo “Santos, l'uomo del miracolo
colombiano” (http://www.repubblica.it/mobile-rep/sera/2012/06/28/news/santos_l_uomo_del_miracolo_colombiano-38152057/)
Noto e palese è l’interesse del regime
colombiano (di cui Santos è la massima espressione in questa congiuntura
storica) di cercare di vendere all'estero un’immagine dorata e
immacolata della Colombia, al fine di attrarre capitali che
contribuiscano a riempire senza ritegno le tasche di un’oligarchia tanto
vorace quanto sanguinaria. Il tutto, naturalmente, a spese della
stragrande maggioranza del paese e sulla pelle di un popolo precarizzato,
represso, umiliato e sfruttato da ingorde sanguisughe al potere.
Quest’operazione goebbelsiana (ripetere una menzogna migliaia
di volte fino a farla percepire come verità) collima con il disperato
bisogno dei governi dei paesi a capitalismo avanzato, vere e proprie
locomotrici della crisi sistemica e multidimensionale, di sventrare i
territo ri in cui giacciono le maggiori quantità di materie prime, e
farne incetta; in cambio, ai paesi cosiddetti “in via di sviluppo”
dispensano riconoscimento internazionale e diplomatico, lodano i loro
tassi di crescita annuali e garantiscono impunità per l'infinita serie
di crimini contro l'umanità di cui sono responsabili. Crimini grazie ai
quali è più facile saccheggiare a tutto vapore petrolio, gas, carbone,
oro, uranio, coltano, smeraldi, prodotti agroindustriali, risorse
idriche e biodiversità, che in Colombia abbondano straordinariamente.
Tornando all’articolo di Mastrogiacomo, va
detto che costui si dimostra addirittura più realista del re, con un
eccesso di zelo adulatorio di cui, francamente, dovrebbe soltanto
vergognarsi.
Mastrogiacomo inizia con una folkloristica
quanto gratuita sviolinata nei confronti delle presunte qualità umane
dell'oligarca Santos, per poi passare ad una lunghissima serie di
affermazioni “politiche” che risultano totalmente false o vistosamente
distorte. Vediamole in ordine:
1) “Per spiegare il miracolo
colombiano di oggi bisogna partire proprio da Juan Manuel Santos...”.
Evidentemente l’autore dà per scontata
l'esistenza di un “miracolo colombiano”, che non è altro che una
politica tesa a garantire continuità ad un ciclo neoliberista, come
negli altri paesi della regione all'inizio degli anni '90. Dopo la lunga
notte delle dittature militari, la lunga notte delle dittature dei
mercati in chiave neoliberale, che, dopo un decennio, hanno portato al
collasso completo di quei paesi e hanno provocato ondate di ribellioni
popolari che hanno riconquistato spazi di democrazia, sovranità e
giustizia. Le “miracolose” politiche “alla Santos” avevano lasciato un
deserto di disperazione, emarginazione e violenza.
2) “Santos
ha avuto l'abilità di decapitare il vertice delle Farc (Fuerzas armadas
revolucionarias de Colombia), con la cattura di molti alti dirigenti
fiaccati dalla morte, per infarto, del leader storico Manuel Marulanda,
detto "Tirofijo", tiro preciso. Un colpo militare, ma soprattutto
politico, che ha gettato le basi per una ripresa dei negoziati di pace”.
No! In una guerra civile si muore
continuamente da una parte e dall'altra, ma Mastrogiacomo non deve
ignorare, visto che ormai anche gli ambienti governativi a lui cari lo
riconoscono, che non vi è segno d’indebolimento della guerriglia, la cui
struttura ha dimostrato di essere in grado di rimpiazzare immediatamente
qualunque suo membro che nell'asprezza dello scontro possa cadere. Anzi,
secondo gli analisti di diversi osservatori sul conflitto colombiano, si
assiste dal 2008 in avanti ad una costante crescita della capacità della
guerriglia di colpire la pachidermica macchina militare statale. E per
gettare le basi di un processo di pace non serve a nulla strillare frasi
da guerrafondaio, come fa quasi quotidianamente Santos, né firmare nuovi
accordi militari con israeliani e statunitensi per l'acquisto di nuova
tecnologia e di droni. Occorre implementare politiche che attacchino le
cause storiche e socio-economiche del conflitto, esattamente il
contrario di ciò che Santos può e vuole fare. La politica di Santos e le
sue molteplici frottole non fanno altro che alimentare le cause del
conflitto stesso, e le crescenti mobilitazioni popolari di protesta in
ogni angolo della Colombia lo dimostrano.
3) “Ha rilanciato il tema della
restituzione delle terre a milioni di colombiani costretti a esodi
forzati dalla violenza del terrorismo, dei cartelli dei narcos e degli
squadroni paramilitari”.
Non è vero, non è stato restituito neanche
un ettaro delle terre usurpate dai narco-paramilitari organici
all'esercito colombiano nella guerra controinsorgente, terre che sono
state sottratte con la violenza, causando la mostruosa cifra di 5,3
milioni di sfollati, proprio per fare spazio allo sfruttamento selvaggio
dei loro territori da parte di oligarchi, narcotrafficanti e
multinazionali agroindustriali o minerario-energetiche. Quanto al fatto
che il governo affermi che molte delle terre ancora sotto il controllo
dei contadini o degli indigeni siano in realtà della guerriglia, che
avrebbe sfrattato i legittimi proprietari, si tratta di una ridicola
menzogna funzionale a sottrarre “per vie legali” e impuni nuove terre
alle popolazioni contadine ed indigene. Menzogna molto in linea con lo
stile di Santos, e cioè dare continuità in tutto e per tutto alla
politica del suo predecessore mafioso Uribe, ma facendo ipoc rita mente
finta di no... Tutto davvero molto liberale, non c’è che dire!
4) “Ha deciso di indennizzare la massa dei
sequestrati, di restituire giustizia alle centinaia di oppositori
scomparsi, uccisi, sepolti in fosse comuni”.
No! I prigionieri nelle mani della
guerriglia sono stati tutti rilasciati unilateralmente, mentre 9000
prigionieri politici, di coscienza e di guerra continuano a marcire in
carceri che assomigliano a gironi infernali danteschi. Quanto agli
oppositori scomparsi, uccisi, sepolti in fosse comuni, non sono
centinaia, bensì centinaia di migliaia, secondo i dati della
Fiscalía colombiana, e i loro familiari non intravedono neanche
l'ombra di una qualche forma di indennizzo, figuriamoci di “restituzione
della giustizia”!
5) “Nonostante gli arresti e le uccisioni,
i narcoterroristi continuano ad occupare vasti territori lungo i confini
con il Venezuela. Santos ha affrontato il problema alla radice: quello
delle protezioni politiche. Ha compiuto un gesto reso possibile solo dal
suo pragmatismo e ha riallacciato i rapporti con Hugo Chavez”.
Proprio non ci siamo! La guerriglia
colombiana, che il suo squallido articolo bolla avventatamente come
“narcoterrorista” in ossequio alla fallimentare dottrina Bush, non
occupa solo le aree di confine col Venezuela, ma vastissimi territori in
lungo e in largo per tutta la Colombia, da nord a sud, da est a ovest, e
non ha nessuna protezione politica, come non l'ha mai avuta in tutta la
sua storia, crescendo unicamente a causa di fattori interni, per
l'appoggio che il popolo colombiano le assicura.
6) “La
supponenza del caudillo venezuelano aveva fatto peggio: minacciava di
scatenare una guerra con il suo vicino”.
La menomata memoria storica di
Mastrogiacomo gli impedisce di rammentare che per otto anni (2002-2010)
è stato il governo Uribe, di cui Santos fu ministro della Difesa, a non
aver alcun rispetto per i paesi vicini, cercando di obbligarli a
partecipare alla guerra civile colombiana e arrivando addirittura a
bombardare il territorio ecuadoregno. Il presidente Chávez, che ha
riportato la democrazia in Venezuela a forza di successive vittorie
elettorali, ha mantenuto in tale occasione un atteggiamento di difesa di
quella dignità e sovranità nazionale completamente sconosciute al
governo colombiano, reagendo alla minaccia guerrafondaia di Uribe e di
Washington, artefici di tentativi di assassinare il Presidente
venezuelano, dell’infiltrazione paramilitare in Venezuela e della gran
parte del sicariato interno, c he ha massacrato oltre 200 leaders
contadini.
7) “Ma è sui rapporti con gli Usa che
il nuovo presidente ha impresso la vera svolta. Con Tony Blair ha
scritto un libro sulla Terza via: la strada che sta percorrendo. La
totale dipendenza di Uribe da Washington aveva quasi compromesso la
sovranità di Bogotà. Santos ha recuperato autonomia”
Pazzesco! Il presidente che ha fatto della
svendita delle risorse del paese l'asse portante della propria politica
economica, se così si può chiamare, con il suo corollario di
militarizzazione, incremento dell'intervento USA con il proliferare di
basi militari, repressione sociale, precarizzazione di ogni forma
contrattuale, omicidi di sindacalisti ed oppositori, omicidi di persone
umili vestite da guerriglieri (i cosiddetti “falsi positivi”, criminale
eufemismo coniato proprio da Santos) per dare l'idea di vittorie
militari mai conseguite, sarebbe un campione di recupero della autonomia
perduta durante il governo precedente, di cui lui stesso era il più
importante ministro. Si ricordi bene, Mastrogiacomo, che per Washington
la Colombia è un protettorato, e Santos un proconsole.
8) “Rivitalizza
l'economia interna, grazie anche alla riforma del sistema fiscale che
produce nuove entrate. La crescita si è già assestata attorno al 6 per
cento. E le previsioni, legate ai forti impulsi che avvolgono l'intero
continente, parlano di un 8 per cento per il prossimo biennio”.
Un altro abbaglio! Nonostante la Colombia
abbia sperimentato una crescita di alcuni indici macroeconomici negli
ultimi anni grazie allo sfruttamento intensivo e al saccheggio delle
risorse del sottosuolo, ma soprattutto grazie al narcotraffico (che
continua a essere il vero volano dei profitti dell’oligarchia), le
condizioni di vita della stragrande maggioranza della popolazione
continuano a peggiorare. Infatti, il primo fattore dell’equazione
rappresenta il rovescio della medaglia del secondo, nella misura in cui
la crescita del vetusto PIL (che sarà comunque lontana dall’8%) e
l’aumento dei profitti per l’oligarchia ed il capitale transnazionale
sono direttamente proporzionali all'incremento del grado di sfruttamento
della forza lavoro e del saccheggio del territorio e delle risorse
colombiane. Nonos tante a Santos e ai liberisti dotati di pedigree
piaccia farlo, non si devono né si possono confondere i conti
dell'oligarchia con quelli del paese. Essendo un modello che
nell'economia interconnessa di oggi presenta gravi debolezze strutturali
e non essendo sostenibile sia per questioni sociali ed ambientali, sia
per la generale dinamica economico-finanziaria, esso si presenta sotto
forma di una bolla destinata a scoppiare molto presto. L'Argentina di
Menem è un ottimo esempio, per capire dove sta andando la Colombia, dal
punto di vista economico, sotto la guida del governo di Santos. E la
debolezza europea e nordamericana farà presto sentire la propria
influenza, tanto che a differenza di quello che Mastrogiacomo scrive, è
lo stesso Santos a registrare un rallentamento degli affari,
riconoscendo mestamente che il mito di un’economia colombiana immune
dagli effetti della crisi del capitalismo potrebbe presto svanire.
Il pezzo pubblicato da La Repubblica,
presenta in conclusione un ulteriore azzardo politico, davvero degno di
Santos, notoriamente giocatore d'azzardo che sarebbe maggiormente a suo
agio in una bisca piuttosto che a fare lo statista. Si tratta di un
paragone tra la figura di Santos e quella di F.D. Roosvelt, cosa che fa
davvero sorridere ed in fondo si tratta della parte meno dannosa
dell'articolo.
Si consoli Mastrogiacomo: come dicono gli
affaristi che tanto apprezza, “niente di personale!”
In effetti non siamo abituati a dare
troppa importanza alle “perle” della stampa italiana, soprattutto se
provengono da giornali come La Repubblica, la cui funzione precipua è
quella di disinformare.
Purtroppo, però, esiste il rischio che
falsificazioni madornali come l’articolo di Mastrogiacomo vengano lette
da migliaia di persone che, loro malgrado, di questioni colombiane sanno
poco o nulla. A tutte loro consigliamo vivamente di non farsi ingannare,
e di chiedersi sempre per chi lavorano i Mastrogiacomo di turno, chi li
paga, che interessi economici e politici stanno dietro ad ogni singola
parola contenuta nei loro articoli; una volta trovata la risposta, delle
note maldestre e stonate dei pifferi imbonitori dei media al servizio
del gran capitale resterà ben poco.
Associazione nazionale Nuova Colombia
Il Plan Colombia sorvola
l’America Centrale
Il segretario aggiunto per l’Ufficio degli Affari Narcotici
Internazionali e Applicazione della Legge del Governo degli Stati Uniti,
William Brownfield, è stato chiaro nella sua proposta: la Casa Bianca
vuole applicare in America Centrale un programma simile al Plan
Colombia.
Durante la sua visita della scorsa settimana in Guatemala, El Salvador,
Honduras e Colombia, il funzionario si è incontrato ripetutamente con i
governi di questi paesi e ha promesso aiuti milionari per combattere
nell’istmo quello che ha definito “la rotta del narcotraffico”.
Denunciato come un piano a forte carattere interventista e con risultati
precari, il Plan Colombia è stato attuato in Colombia durante il governo
di Andrés Pastrana nel 1999.
Nella presentazione del bilancio statunitense per il 2011 martedì
scorso, il presidente Barack Obama ha annunciato che il denaro destinato
a questo programma si ridurrà del 15%, sottraendo così 64 milioni di
dollari.
Ma questo annuncio della Casa Bianca sembra in contraddizione con le
proposte fatte dallo zar antidroga nordamericano.
Anzi, Brownfield ha dichiarato che questo possibile programma andrebbe
ad integrare quelli già in corso in Colombia e Messico.
“Dopo questo giro di incontri, e se abbiamo una coincidenza di
prospettive nella regione”, il governo statunitense si aspetta che sia
possibile “disegnare una nuova struttura, che potrebbe emergere per
aumentare la collaborazione tra i paesi della regione centroamericana e
anche gli altri paesi dell’emisfero che vogliano appoggiare questa
iniziativa”, ha dichiarato il funzionario nordamericano.
Per non lasciare dubbi riguardo all’obiettivo di Washington, Brownfield
non ha lasciato che le sue parole restassero vaghe promesse, ma ha
annunciato che il suo paese contribuirà con 200 milioni di dollari al
rafforzamento della lotta alla droga e alla criminalità nella regione.
L’iniziativa di un Piano America Centrale nuovo di zecca è stata
festeggiata dai governi della regione che ha visitato, soprattutto dal
regime dell’Honduras.
Il Ministro della Sicurezza dell’Honduras, Oscar Alvarez, non ha
nascosto la sua emozione e ha dichiarato che “abbiamo fatto cose
meravigliose senza avere molto sostegno e potremmo fare di più se
avessimo l’appoggio di Washington”.
Ma un Plan Colombia diretto al Centro America non punterebbe
direttamente alla lotta contro il traffico di droga, un fatto dimostrato
ripetutamente in varie occasioni.
Nel 2001 il sociologo statunitense James Petras metteva in guardia sul
fatto che il programma imposto sul territorio colombiano “è nello stesso
tempo una politica ‘nuova’ e la continuazione del precedente
interventismo statunitense” nel paese.
L’intellettuale ricordava che, a partire dagli anni ’60, il governo
dell’allora presidente John F. Kennedy “lanciò il suo programma di
controinsurrezione, addestrando forze speciali disegnate per attaccare”
quelli che indentificavano come “nemici interni”, ovvero organizzazioni
guerrigliere.
Un anno fa, la rivista uruguayana Brecha denunciava che il Plan Colombia
permetteva la fumigazione delle piantagioni di coca con il glifosfato,
un erbicida prodotto dalla multinazionale Monsanto, danneggiando le
province confinanti dell’Ecuador, una situazione che generò diverse
proteste.
Nel 2008, il direttore delle Politiche della Droga dell’Istituto di
Studi Politici di Washington, Sanho Tree, ricordò che il Congresso
nordamericano ha riconosciuto il fallimento del Plan Colombia, dal
momento che la quantità di coca che si coltiva ora nel paese è superiore
a quella che si coltivava quando iniziò il programma.
Intervistato da Telesur, l’esperto ha affermato che “nemmeno la
produzione di cocaina è diminuita, e questi sono gli indicatori
oggettivi che hanno dimostrato che questo programma non è un successo”.
Tree ha detto chiaramente che sia il Plan Colombia sia il Plan Mérida in
Messico sono simili “al programma di addestramento degli Stati Uniti in
Iraq”.
Queste truppe addestrate da Washington hanno finito per essere quelle
che “stavano eseguendo i massacri in Iraq”, ha detto Tree.
Un piano finanziato e diretto dagli Stati Uniti in America Centrale si
trasformerebbe in una nuova minaccia per i paesi che fanno parte
dell’Alleanza per i Paesi della Nostra America (Alba), come ad esempio
il Nicaragua, e punterebbe a demonizzare come terroriste organizzazioni
come il Fronte Nazionale di Resistenza Popolare (FNRP) dell’Honduras.
Un’iniziativa di questo tipo non risulta strana, se si tiene conto del
consolidamento delle basi militari statunitensi a Panama, in Honduras,
El Salvador e Costa Rica.
Come il caso dell’Honduras ha dimostrato, la base di Palmerola no viene
utilizzata solo per semplici “esercizi militari”, ma è stato il punto
strategico usato per rovesciare il presidente Manuel Zelaya nel giugno
del 2009.
El Acuerdo para la instalación de 7 bases
militares estadounidenses en Colombia es inconstitucional
Resolución de la Corte Constitucional
de Colombia
La Corte Constitucional colombiana declaró
la inconstitucionalidad del convenio, mediante el cual el gobierno de
Uribe entregó 7 bases militares a las Fuerzas Armadas Estadunidenses,
comprometiendo la soberanía y dignidad del pueblo colombiano. La
decisión de la Corte Constitucional es un aporte a la lucha de miles de
organizaciones que, en todo el mundo, buscan hacer realidad el principio
de autodeterminación de los pueblos. La Corte Constitucional de Colombia emitió
la resolución 288/10 el pasado 17 de Agosto, en referencia a la demanda
de inconstitucionalidad del “Convenio de cooperación y asistencia
técnica en defensa y seguridad entre los gobiernos de la República de
Colombia de los Estados Unidos de América”, suscrito en Bogotá el 30 de
octubre de 2009.
INREDH felicita a las organizaciones
colombianas que apoyaron este proceso, en especial al Colectivo de
Abogados José Alvear Restrepo, y a todas las organizaciones de la
Coalición No Bases Colombia y otros colectivos que denunciaron esta
nueva agresión estadounidense. Estamos conscientes que la lucha por la
dignidad y soberanía de nuestros pueblos es aún muy larga, pero
reivindicamos esta primera victoria como la semilla que dará más frutos
para la construcción de una América libre de bases militares extranjeras.
URGENTE COLOMBIA
por CHAMPA GALIOTTI
En
Audiencia Pública el 22/Julio/2010, el mismo día que el gobierno de
Uribe solicitó la convocatoria urgente de la OEA para denunciar a
Venezuela, una delegación extranjera compuesta por 10 dirigentes
sindicales, 6 miembros del Parlamento Europeo, 3 miembros del
Parlamento Británico, 3 delegados de España y 2 de Estados Unidos
atestiguaron la existencia de la gigantesca fosa común en Colombia, al
sur de Bogotá, Departamento del Meta, en el Pueblito de la Macarena.
* En el pequeño pueblo de La Macarena, región del Meta, 200 kilómetros
al sur de Bogotá, una de las zonas más calientes del conflicto
colombiano, se acaba de comprobar la existencia de la mayor fosa común
de la historia reciente de Latinoamérica, con una cifra de
aproximadamente 2.000 cadáveres.
* Se trata del mayor enterramiento de víctimas de un conflicto del que
se tenga noticia en este continente.
* El secretario del Comité Permanente por la Defensa de los Derechos
Humanos de Colombia Jairo Ramírez, quién acompañó a una delegación de
parlamentarios ingleses al lugar, hace algunas semanas, cuando empezó
a descubrirse la magnitud de la fosa de La Macarena exclamó: "Lo que
vimos fue escalofriante, infinidad de cuerpos, y en la superficie
cientos de placas de madera de color blanco con la inscripción NN y
con fechas desde 2005 hasta hoy".
* Ramírez agregó: "El comandante del Ejército nos dijo que eran
guerrilleros dados de baja en combate, pero la gente de la región
afirma eran líderes sociales, campesinos y defensores comunitarios que
desaparecieron sin dejar rastro".
La localización de estos cementerios clandestinos ha sido posible
gracias a las declaraciones de los mandos medios, presuntamente
desmovilizados del paramilitarismo y acogidos a la controvertida Ley
de Justicia y Paz que les garantiza una pena simbólica a cambio de la
confesión de sus crímenes. El jefe paramilitar John Jairo Rentería,
alias Betún, reveló ante el fiscal y los familiares de las víctimas
que él y sus secuaces enterraron al menos a 800 personas en la finca
Villa Sandra, en Puerto Asís, región del Putumayo y cínicamente agregó:
"Había que desmembrar a la gente, todos en las Autodefensas tenían que
aprender eso y muchas veces se hizo con gente viva".
Reflexión:
Esa Audiencia Pública se realizó el mismo día (22-07-2010) en el cual
el gobierno colombiano, sospechosamente, solicitó una reunión con
carácter de urgencia a la OEA para denunciar la presencia en
Venezuela, de miembros de las FARC y el ELN. Esto devela el juego
malévolo y canallesco del gobierno colombiano para distraer la
atención mundial de lo que la Audiencia revelaría ese día, sobre las
masacres y los falsos positivos de Uribe Vélez, hechos que son
considerados delitos de lesa humanidad, imprescriptibles, y por los
que Uribe tendrá que responder ante la Corte Penal Internacional al
entregar su mandato.
La trampa
de las encuestas surtieron el efecto deseado: hacer triunfar a Juan
Manuel Santos
Por Carlos Maldonado
Lo que estaba más claro
que agua de manantial pasó: Juan Manuel Santos, el candidato seguidor de
la política guerrerista de Estados Unidos que fortaleció Álvaro Uribe,
ganó la presidencia en Colombia.
Si alguien pensó
realmente que en Colombia iba a haber cambios porque Antanas Mockus, el
candidato de los “verdes”, salió a la palestra y cual burbuja, creció
rápidamente en las encuestas, no tomó en cuenta que éste fue un producto
propagandístico insuflado por los medios para engañar al electorado con
un propósito claro: asegurar el triunfo de Santos.
La trama, si bien
pretendía asegurar el triunfo del candidato uribista, también tenía como
objetivo de profundidad, borrar del espectro político toda posibilidad
al Polo Democrático y es más, debilitarlo a tal punto de suprimirlo en
esta contienda del imaginario colombiano. Para esto, se necesitó de la
ayuda de las empresas encuestadoras quienes unas semanas antes de la
votación daban una ventaja considerable a Antanas Mockus ante el
oficialista. Eso fue publicitado ampliamente por la otra herramienta al
servicio de los poderosos de aquel país y del gobierno de Washington que
mantiene fuertes lazos con la oligarquía colombiana: los medios de
comunicación tanto nacionales como extranjeros.
Lo anterior, dio como
resultado que un buen porcentaje de votantes que, en un principio, se
inclinaban por la alternativa de izquierda, aún ante la escasa
posibilidad de triunfo, pero que pretendían con su apoyo convertirla en
una importante fuerza política, cayeran en la trampa. Votar por Antanas
que aunque no era el candidato de su predilección presentaba, según las
“tramposas encuestas”, una buena posibilidad para evitar el continuismo
de la política de Uribe que obviamente Santos seguirá.
Para llevar a cabo la
estrategia mediática de medición engañosa, las encuestadoras, como por
arte de magia, unos días antes de la elección, callaron. No presentaron
ningún dato aduciendo fallas en sus procesos estadísticos y la
prohibición de la ley, dejando en la mente de los colombianos la
seguridad que Antanas llevaba la delantera. Empero, la verdad pronto
saldría a luz. Antanas no era, ni por asomo, el candidato que derrotaría
el continuismo, por tanto ni siquiera el mínimo obstáculo para los
planes de la Casa Blanca ni de la oligarquía colombiana. No sólo resultó
ser, -comprobado por sus palabras en las entrevistas que le hicieron
poco antes de la segunda vuelta, -una variante de la derecha más cercana
al uribismo que a otras alternativas, sino que iba muy rezagado en las
encuestas con relación al candidato oficialista. La trampa funcionó. Los
votantes que cambiaron al Polo por Antanas sufrieron la decepción de ver
que su movida ni siquiera representó una reñida competencia para la
segunda vuelta. Pero el mayor triunfo para la derecha fue que el Polo
Democrático no pudo ubicarse en una posición que le permitiera influir
en la política colombiana que ahora dominan plenamente los herederos de
Uribe no sólo por haber alcanzado la presidencia de la República sino la
mayoría en el Congreso así como el apoyo de las fuerzas más
reaccionarias de ese país, incluyendo a las de su comodín Mockus. Aunado
a esas triquiñuelas, se sumó el operativo militar que llevó a las
fuerzas armadas a rescatar a cuatro rehenes de las FARC unos días antes
del proceso electoral. Eso fue explotado por los medios -por todos los
medios- con el fin de asegurar el voto duro para Santos y aupar a los
indecisos. Sin embargo, ni aún con ello, la derecha logró obtener mayor
participación del pueblo. Al contrario, el abstencionismo se impuso
cinco puntos porcentuales en la segunda vuelta lo que da una luz al
final del túnel que indica que el pueblo colombiano no acepta esos
subterfugios que más que reforzar la democracia la socava.
Esto debe servir para
reflexionar a las fuerzas de izquierda de acá y acullá, que pretenden
competir contra la derecha en lo electoral para que tomen en
consideración que aquellas utilizarán los recursos legales e ilegales
para alcanzar el poder. Que tienen a su favor a los medios y a las
famosas “empresas encuestadoras” para crear escenarios ficticios como el
que se creó en Colombia.
Con los desvaríos de la
mal llamada social-democracia en nuestro país, la variante de la derecha
más recalcitrante tiene una fuerte opción por llegar al poder ya que
ahora, como en Colombia, no les importa si sus gobiernos son
representativos. Por ejemplo, para la segunda vuelta en Colombia apenas
votó el 45% de los empadronados, lo que indica que con un padrón de 30
millones votaron 13, de los cuales sólo 9, aproximadamente, escogieron a
Santos. ¿Se puede llamar democracia la no representatividad? Claro que
no, pero a la derecha eso le vale un pepino. Ahora, alcanzado el
objetivo primario que era asegurar el gobierno en forma contundente, con
el Congreso bajo su control; haber reducido a su rival más ferviente en
la legalidad parlamentaria, el Polo Democrático, a la mínima expresión,
con los medios a sus ordenes, quienes tienen y han empezado ya a
legitimar “mediáticamente” al gobierno de Santos que en la realidad es
tan escuálido como muchos de su perfil en Latinoamérica, se comienza a
trazar la estrategia guerrerista de Washington y la oligarquía
colombiana de lograr convertir a Colombia en un enclave político-militar
en América para frenar los procesos revolucionarios que se han erigido
en América del Sur que presentan un estorbo en la consecución y control
de los recursos naturales y energéticos que tanto necesita el Imperio
para sobrevivir. No obstante, eso no
puede ser expresado tan notoriamente por esa oligarquía, por eso es
oportuno entender que en la parafernalia de la toma de posesión, Santos
extendió la mano a Venezuela y Ecuador, sin embargo, todos sabemos que
detrás de esos gestos conciliatorios se agazapan los intereses
imperialistas de Washington que ha asegurado con el triunfo de la
derecha en Colombia una importante cabeza de playa en sus planes de
invasión y derrocamiento de gobiernos que han escapado por ahora de su
égida. Esa es su estrategia; ahora veremos que tienen que decir los
pueblos y sus gobiernos ante esa amenaza que se fortaleció con el
triunfo del uribismo en Colombia.
Las Damas de Blanco y las Madres de
Soacha. Cuba
y Colombia: comparaciones que gritan verdades
Capitulo 1. Elegancia, caminatas,
y cámaras
Las
Damas de Banco se visten de blanco y muy elegantes llevan
flores, y caminan en protesta de un malvado gobierno y sistema
social que le garantiza a toda la población de Cuba el acceso a la
vivienda, a la educación gratuita, a la salud gratuita, a la
salubridad urbana y rural, a la cultura, al desarrollo humano,
intelectual y artístico pleno de cada persona; ya que el malvado
sistema cubano estima que la salud, la vivienda, la educación, la
cultura y la sanidad no son un lujo o una mercancía, sino un
derecho humano de todas y todos. Las Damas de Blanco caminan
siempre muy elegantes, porque saben que las cámaras y espacios
mediáticos mundiales van a captar y difundir cada una de sus
marchas, cada uno de sus pasos.
Las
Madres de Soacha no se visten de blanco, se visten con ropas
variopintas y a veces dispares, remendadas y lavadas a mano en el
agua gélida de un grifo popular, ya que muchas de ellas no tienen
agua en sus casuchas de madera, plásticos y zinc. Las Madres de
Soacha también caminan, pero no sólo en el sitio en que las
cámaras internacionales las van a captar, como lo hacen las Damas
de Blanco; de hecho las cámaras internacionales no suelen captar a
las Madres de Soacha… Las Madres de Soacha sortean miles de preocupaciones básicas
mientras llevan en el alma y en el llanto el recuerdo de sus hijos:
caminan kilómetros y kilómetros al día, para ir a ofertar su
fuerza de trabajo en casas de ricos, como “empleadas de servicio”
a cambio de míseras sumas y de esas ropas variopintas y gastadas
que tienen el mal gusto de ponerse. Caminan kilómetros a diario ya
que muchas de ellas viven en zonas a las que no llega el
transporte público, y menos se “atreve” a llegar un taxi, debido a
la inseguridad que causan las condiciones paupérrimas del lugar en
el que habitan. Las Damas de Blanco no se preocupan por los básicos de la
supervivencia cotidiana, ellas están a otro nivel, más
filosófico; no se preocupan por su vivienda, ya que en Cuba la
vivienda es un derecho básico que cada cual tiene, y no una
mercancía, con lo cual ellas no conocen la preocupación del
alquiler, el desahucio, los cortes de luz por impago, y todas esas
preocupaciones terrenales que las alejarían de la escenificación y
brillo que les corresponden, y de la difusión de la “necesidad de
establecer en Cuba la Libertad”; la libertad de comprar como en
Miami, y de morirse por falta de diálisis, como en Miami.
Capitulo 2.
Hijos, comodidad y riesgos
Las Madres de Soacha han criado a
sus hijos milagrosamente: solas, sin ayuda del estado, sin
guarderías infantiles, sin salubridad, viviendo en medio de
cloacas, y en casuchas que pueden caerse de la loma a la primera
lluvia… Siempre nerviosas por el niño o la niña mientras iban a
trabajar; algunas debiendo optar por dejarlos solitos con escasos
3 o 4 años de edad, a la merced de los accidentes mortales del
hogar. Las Madres de Soacha han criado a sus hijos haciendo
equilibrismo entre el agua con sal, el agua con azúcar, y el
indispensable par de zapatos para el hijo al momento de mandarlo a
la escuelita, si es que había alguna no muy lejos, cuya cuota de
inscripción fuera accesible. Muchas han conocido desplazamientos
forzados, en el segundo país con más desplazados del mundo…
(1) En Colombia hay más de 4,5
millones de personas despojadas y desplazadas de sus tierras y
hogares mediante el terror para beneficio de la oligarquía
colombiana y de las multinacionales del agro-industrial o de la
extracción.
Las Damas de Blanco han criado a sus hijos con todas las
necesidades cubiertas, y además con acceso a la cultura, a los
deportes y a una sociedad sana. Nunca se han preocupado por el
asunto de las guarderías infantiles, ya que en Cuba las guarderías
infantiles son un derecho básico, y las hay en todos los barrios.
Nunca se han preocupado de accidentes de sus niños obligados a
estar solos en el hogar… Nunca se han preocupado de deslaves, e
incluso en las catástrofes naturales, como los ciclones que azotan
periódicamente a Cuba, han gozado de un eficaz plan de evacuación,
de asistencia social, de salubridad, que hace que Cuba, gracias a
su sistema, sea el único país de la región en el que esos ciclones
no dejan centenares o miles de muertos, como sí es el caso en
Haití, Republica Dominicana, Honduras, USA (Nueva Orleans),
Nicaragua, etc.…
Las Damas de Blanco nunca se han preocupado por la insalubridad,
ya que en Cuba la salubridad es un básico resuelto en el que la
desarrollada medicina preventiva cubana pone mucho énfasis. Capitulo 3. Libertad
Las Damas de Blanco claman “Libertad
y Justicia”, según unos conceptos que estipulan que la Libertad es
la libertad a la propiedad privada, y la “Justicia” significa que
sus allegados y sus familiares puedan poner bombas en hoteles o
cines de Cuba, puedan delinquir y asesinar, pagados por la CIA, y
que se les aplique la “justicia” de dejarlos en libertad
(2).
Las Madres de Soacha y las madres de los 7.500 presos políticos en
Colombia claman “Justicia y Libertad”. Las madres de Soacha piden
que no haya impunidad para militares, generales y planificadores
de algo llamado “falsos positivos” (3);
las madres de los presos políticos en Colombia piden la Libertad
de sus hijas e hijos, encarcelados bajo montajes judiciales
(4), (5):
estudiantes, sindicalistas, campesinos, indígenas, afro
descendientes, líderes feministas, sociólogos, maestros, algunos
condenados a penas que rondan los 40 años de cárcel, por su
pensamiento crítico y reivindicación social. Capitulo 4. Sobrevivientes
Muchas de Las
Madres de Soacha son sobrevivientes de las masacres
perpetradas por la Herramienta paramilitar y militar del estado
colombiano y de las multinacionales
(6); masacres perpetradas para desalojar a campesinos,
indígenas y afro descendientes. Con estos traumas sicológicos a
cuestas viven en Bogotá, o más bien en sus barrios periféricos,
aquellos reservados a los más empobrecidos, como lo es Soacha. Sus
rostros envejecidos por el terror y la miseria son marginados de
difusión mediática: mujeres valientes, golpeadas, avanzan
invisibles en el trasegar de los pueblos. Las Damas de Blanco llegan a sus casas, después de una marcha,
como “sobrevivientes”… sobrevivientes al calor habanero
multiplicado por las cámaras múltiples, e intensificado por la
multitud que siempre se aglutina en torno a ellas cuando salen a
hacer sus mediatizadas marchas: con el fin de abuchearlas, no de
aplaudirlas (7). La multitud
les grita que el pueblo cubano no se cree sus mentiras, que no
alienten las políticas del bloqueo genocida de USA contra Cuba…
Las Damas de Blanco, visiblemente desacreditadas por la pasión con
la que el pueblo cubano sale a las calles a recriminarles su
mercenariato, caminan disgustadas por lo que ellas más tarde
llamarán ante los mass-media mundiales: “el lavado de cerebro
castrista”, pues ellas no pueden entender que el pueblo cubano
prefiera defender a Cuba revolucionaria y no caer en un sistema de
privilegios para pocos y exclusiones correlativas para las
mayorías, como lo es el capitalismo. No obstante el ostensible
repudio popular que suscitan las Damas de Blanco en Cuba, los
mass-media ocultan y deforman sin cesar la realidad. Las
arregladas caras de las Damas de Blanco, ofuscadas por el oprobio
de no poder hacer de Cuba un país capitalista, llenan las
pantallas del mundo entero. Capitulo 5. Traumas
Las Madres de
Soacha viven cotidianamente con imágenes de horror estampadas
en el alma: imágenes de las masacres con moto-sierra que acabaron
con la vida de sus familiares; las imágenes del horror inyectado
por la Estrategia paramilitar del estado colombiano y sus
militares (8)… Estas Madres
deben acostarse y levantarse cada día, y avanzar sorteando el
miedo y la angustia, con un corazón de praderas irreales. Estas
Madres han sobrevivido sin embargo a las masacres, y han “echa´o
pa´lante” para la ciudad a criar a sus hijos… Las Damas de Blanco viven cotidianamente traumatizadas por
“la dictadura castrista” que les impide acumular tierras y lujos,
que les impide desposeer a otros cubanos, para tener sobre ellos
un privilegio feudal. Con estos traumas sicológicos a cuestas
viven las Damas de Blanco, como habaneras en La Habana… o mejor
dicho viven en la Habana como estadounidenses-habaneras, ya que
gozan de una paga en dólares suministrada por la “Oficina de
Intereses de Estados Unidos en Cuba”. Se duermen y se despiertan
con la omnipresencia de las imágenes de los grandes
shopping-centers de Miami, en el alma, estilizada y plastificada;
siempre listas para influenciar a sus hijos y a otros jóvenes con
la propaganda de “lo maravilloso que es vivir en el capitalismo”,
al que ellas llaman “Mundo Libre”. Capitulo 6. En la Guerra mediática unas apuñalan y otras son
apuñaladas
Entre lo
superfluo “útil” sobre-mediatizado y lo macabro “útil” escondido…
35 000 niños muriendo por causas evitables cada día son un “detalle”;
la parábola de la uña rota frente al hospital devastado… Las Damas de Blanco apuñalan propaganda; son parte de una
maquinaria de guerra mediática adelantada por la ex oligarquía
que había en Cuba antes de la revolución y por el gran capital
transnacional. La propaganda inyectada a través de los mass-media
mundiales y los grupúsculos financiados en Cuba por la CIA, busca
acabar con la revolución cubana, preparando internacionalmente una
matriz de opinión en la que se presenta a Cuba como un sistema
nefasto, lleno de pobreza e injusticia, y a su gobierno como un
régimen despótico. En Cuba, esta propaganda busca convencer de
“las maravillas del capitalismo”, obviando que en el “Mundo Libre”
cada 7 segundos muere de hambre un niño de menos de diez años.
Ninguno en Cuba.
En el “mundo Libre”, 200 millones de niños viven y duermen en las
calles; ninguno en Cuba.
842 millones de personas sufren de malnutrición crónica (FAO).
Ninguna de ellas es cubana.
Cada día mueren en el mundo por causas totalmente evitables unos
35 000 niños (9), ninguno de
ellos en Cuba. Cuba, a pesar de ser un país bloqueado, posee
índices de salud iguales a los del “primer mundo” (“una tasa de
mortalidad infantil de 4,7 por cada mil nacidos vivos y 26 de los
169 municipios cubanos presentan mortalidad cero» (UNICEF))… esto
porque hay voluntad, decisión política, y sobre todo porque el
sistema cubano no permite la libertad de acumular y capitalizar en
grandes monopolios. Es esta capitalización la que excluye a las
mayorías del acceso a suplir sus necesidades más vitales, como
pasa en el “Mundo Libre”.
En América Latina y el Caribe hay 228 millones de pobres, 102
millones de indigentes, o sea el 42% de la población en la pobreza
y el 20% en total indigencia. Ninguno de ellos es cubano. (CEPAL).
(10)
En América Latina mueren decenas de miles de personas, cada año,
por falta de atención médica; salvo en Cuba: Cuba es el país del
mundo que tiene la más alta cifra de médicos por habitante, y la
medicina en Cuba no es una mercancía, sino un derecho humano.
Actualmente mueren casi dos millones de niños al año en el mundo,
sólo por falta de agua potable y saneamiento adecuado… Ninguno de
ellos en Cuba. (11)
Pero las Damas de Blanco, muy a la par de los Menticientes de
Miami, no toman en cuenta estas cifras, estos “detalles” acerca de
la vida y la muerte de millones de personas; ellas tienen una
jugada política que hacer, y es para lo cual les pagan. Una jugada
política amplificada por los mass-media de propiedad de los mismos
que las financian, para que funjan de “víctimas” del único sistema
social que antepone el beneficio del ser humano al del gran
capital. Sus financistas, acumuladores de riquezas y de patrañas,
tienen en las Damas de Blanco y en demás grupúsculos desprovistos
de ética, la base idónea para sus montajes mediáticos. Las Madres de Soacha fueron apuñaladas por la propaganda; han
sido molidas por la perversión de una maquinaria de guerra
adelantada por la oligarquía colombiana y el gran capital
transnacional. La propaganda inyectada mediante los mass-media
busca presentar una realidad virtual de Colombia que no
corresponde con la realidad objetiva, creando internacionalmente
una matriz de opinión en la que se presenta al Estado colombiano
como un Estado “desbordado” entre “bandas de extrema izquierda y
bandas de extrema derecha”: tapando la realidad de que el Estado
colombiano es un Estado-instrumento de la oligarquía colombiana y
de las multinacionales para viabilizar el saqueo de los recursos,
acallando mediante la represión atroz toda reivindicación social.
La propaganda busca ocultar que es en ese este marco de Terrorismo
de Estado al servicio del gran capital, que se desarrolla la
Estrategia paramilitar.
La propaganda busca presentar a la Estrategia Paramilitar del
Estado colombiano y las multinacionales, como “bandas de extrema
derecha” de surgimiento “espontáneo” “frente a las bandas de
extrema izquierda”; cuando en realidad no hubo tal “surgimiento
espontáneo en respuesta a”: el Paramilitarismo fue, y es, una
herramienta del terror del Estado y las multinacionales
(12) para asesinar sindicalistas, comunistas,
ecologistas y todo aquel que reivindique los derechos económicos,
sociales, ecológicos y culturales del pueblo de Colombia
(13). La Herramienta Paramilitar
es coordinada por los militares, por los asesores USA y del Mossad;
y en pago por su “labor” de asesinar comunistas y opositores, le
han dado parte de la gestión del narcotráfico a algunos capos
paramilitares: éstos comparten la gestión del narco con la
oligarquía secular, bajo la supervisión de la CIA, que gestiona
los dineros del narco a nivel internacional. La mayoría del dinero
del narcotráfico termina en las plazas financieras de USA y UE,
quedándose una parte sustancial en manos de la CIA para financiar
sus operaciones encubiertas en toda América: golpes de Estado (el
caso más reciente es el de Honduras), desestabilización y
financiación de paramilitarismo contra el proceso de emancipación
de Venezuela, paramilitarismo contra la resistencia en Honduras,
reactivación de terror paramilitar en Perú (particularmente en las
zonas de alto interés para las empresas mineras), paramilitarismo
y terror en México (otro país clave), fomento de las Maras y otras
estructuras destinadas a la desintegración social en
Centro-América, coordinadas en Guatemala por las sanguinarias PAC
de Ríos Montt, operaciones contra Cuba, etc.…
La Madres de Soacha han visto cómo sus hijos eran asesinados y sus
cadáveres usados para los siniestros montajes militaro-mediáticos
del Estado colombiano: conocidos como “falsos positivos”. Capitulo 7. Montajes mediáticos:
Cómo ocultar un genocidio y sus causas en Colombia, y cómo
inventarse disidentes en Cuba Guerra mediática y sus insumos: miles de asesinatos perpetrados
por el Estado colombiano, y Damas de Blanco caminando mientras los
Damos ponen bombas… La Madres de Soacha tienen las vidas atravesadas por los
Montajes mediáticos. En los barrios periféricos donde viven,
el Estado busca a sus víctimas para los “falsos positivos”. Los
militares del ejército de Colombia secuestran niños y jóvenes
pobres en barrios como Soacha, se los llevan, los asesinan y los
presentan como “guerrilleros dados de baja en combate”. La ONU ya
ha reconocido al menos 2000 casos de niños y jóvenes asesinados
por el ejército colombiano para la fabricación de sus “falsos
positivos”, y la cifra adelantada por las organizaciones de
derechos humanos supera los 5000 asesinatos: y esto es sólo la
punta del iceberg de lo que es una política estatal, determinada
por la directiva presidencial 029, que incentiva estos crímenes
mediante un perverso mecanismo de recompensas
(14).
Los “falsos positivos” benefician al Estado pues este aduce que su
política contra-insurgente arroja “resultados reales”. El
disfrazar de guerrilleros a los civiles asesinados, le permite
también al Estado asesinar sindicalistas, estudiantes, campesinos,
y hacerlos pasar por “guerrilleros muertos en combate”. Colombia
es el país más peligroso del mundo para ejercer el sindicalismo, y
eso no parece “ameritar” ser noticia mundial. Miles de
sindicalistas han sido asesinados y el genocidio sigue en medio
del más absoluto silencio internacional que beneficia al Estado y
su estructura militar-paramilitar.
La práctica de montajes de todo tipo es uno de los caballos de
guerra más desarrollados del Estado colombiano. Es un Estado que
practica incluso el auto-atentado (15),
(16) con tal de provocar
muertos para poder sustentar su guerra mediática, como ha sido
corroborado por funcionarios del propio DAS, y recientemente
incluso por documentos escritos del DAS: “Montajes (…) Sabotaje,
Terrorismo: explosivos incendiarios servicios públicos,
tecnológico (…)” (16). Entre
los raptados por el ejército y sus paramilitares para
posteriormente asesinarlos y disfrazarlos en sus “falsos positivos”,
hay varios niños… Presentarlos como “guerrilleros muertos en
combate” potencia la campaña de desprestigio contra la guerrilla
que adelanta el Estado (documentos DAS)
(16). El Estado es experto en fabricar “pruebas”, poco
importa que eso implique asesinar.
En Colombia la guerra física y la guerra mediática adelantadas
contra el pueblo por el gran capital, mediante las estructuras del
Estado (militares y paramilitares), han llegado al paroxismo
absoluto: se habla de “Guerra mediática y cadáveres útiles al
Estado”
El Terrorismo de Estado en Colombia ha desaparecido a más de
200.000 personas (17), El
Terror Estatal ha desplazado de sus tierras a más de 4,5 millones
de personas (1), mediante sus militares y su Herramienta
paramilitar, ofreciendo así las tierras vacías de habitantes y
reivindicaciones a latifundistas y multinacionales. El régimen
colombiano tiene más de 7.500 presos políticos encarcelados
mediante montajes judiciales (4).
La Damas de Blanco tienen las vidas atravesadas por los montajes
mediáticos: son financiadas por la mafia de Miami y la CIA,
vinculada con Damos como Posada Carriles, responsable del atentado
contra el avión de Cubana de Aviación en 1976, en el que murieron
73 personas (18). Estos
grupúsculos son la minúscula y terrorífica base social mercenaria,
que le ha causado a Cuba muchos muertos y lisiados, y que además
adelantan permanentemente una campaña de mentiras contra la Isla.
Esta minoría mercenaria es la que, a través de la lupa y
deformación de los mass-media, se proyecta como multitudinaria.
Los mass media adelantan la conquista de la opinión pública contra
Cuba. Las acciones de las Damas de Blanco sirven de sustento a los
montajes mediáticos, ya que, a nivel mundial, cualquier caminata
de las Damas de Blanco es sobre-mediatizada, con una lectura del
asunto completamente descontextualizada, distorsionada y mentida…
de un puñado de “Damas” los mass-media fabrican titulares como:
“Pueblo cubano protesta contra la dictadura castrista”, y de una
evacuación popular de las Damas de Blanco, los mass-media
mundiales titulan “Los Castro revientan a golpes la protesta de
las Damas de Blanco” (19).
Todos los diarios del grupo español Vocento titulaban hace poco:
“Castro se ensaña con la protesta pacífica”, y afirmaban que “la
protesta pacífica “fue “desbaratada a golpes por la Policía
cubana” (19). Los ejemplos de desinformación y mentiras, en los
que se transforma a un puñado de asalariadas de Estados Unidos en
“una multitud”, y en los que se transforma a las mujeres policías
cubanas (que curiosamente llevan tacones para “reprimir”) en
agresivas fuerzas de represión abundan… Se impone la comparación
entre lo que los mass-media nombran “la brutal represión”
refiriéndose a la policía cubana, y las verdaderas represiones
brutales que nunca tienen cabida para ser denunciadas por los
mass-media… En México, Colombia, o Nigeria son con frecuencia
asesinadas personas por la policía, que Sí reprime brutalmente las
manifestaciones… Y sin salir de Europa: los policías
anti-manifestaciones parecen más Robocops que seres humanos
(20).
José Manzaneda relata así la realidad de las marchas organizadas
en Miami en contubernio con las realizadas por las Damas de Blanco
en La Habana (21): “El pasado
25 de marzo, una marcha recorría las calles de Miami en favor de
las llamadas Damas de Blanco, grupo de familiares de presos que
cumplen condena en Cuba por colaboración con el gobierno de EEUU.
La manifestación fue convocada por la cantante Gloria Estefan,
quien pertenece a una de las familias que huyeron a Miami por sus
vínculos con la dictadura de Fulgencio Batista, a cuya guardia
personal perteneció su padre. El acto fue secundado por
organizaciones que apoyan no sólo el bloqueo, sino la intervención
militar en Cuba, y contó con la presencia de Posada Carriles,
terrorista protegido por el gobierno de EEUU y autor confeso,
entre otros muchos atentados, de la voladura de un avión de Cubana
de Aviación en pleno vuelo en 1976, que causó 73 víctimas mortales.
La persona que introdujo refugiado en EEUU a este criminal, en el
interior de su propio yate, es Santiago Álvarez Fernández-Magriñá,
uno de los financiadores de las Damas de Blanco, a través de la
asociación que preside, Rescate Jurídico
(22)” Capitulo 8. el Drama silenciado y
el Teatro vociferado
Las Madres De
Soacha y sus familiares han conocido de lleno el Terrorismo de
Estado en Colombia por reclamar que sean condenados los asesinos
de sus hijos, y que se castigue la criminalidad del Estado.
Han sufrido la desaparición y asesinato de otros de sus hijos y
familiares, amenazas por denunciar, han visto la liberación e
impunidad para los militares autores materiales de los crímenes,
así como la libertad e impunidad para los autores intelectuales de
los crímenes (que ni siquiera fueron imputados)… Las Madres de
Soacha han sido criminalizadas, y muchas deben esconderse, ya que
varios testigos y denunciantes en los casos de los “falsos
positivos” han sido asesinados para asegurar la impunidad dentro
del marco de una estrategia estatal (23).
Si de su sufrimiento hay que hablar… la voz misma se quiebra de
angustia ante el genocidio y la indiferencia internacional que se
abate sobre el pueblo colombiano. El llanto largo e invisibilizado
de las Madres de Soacha no goza de la solidaridad de
“intelectuales y artistas” a nivel mundial. Los mass-media
internacionales guardan silencio acerca de este drama. Las
Damas de Blanco y sus familiares han conocido de lleno las
embajadas de varios países europeos,
cuyos funcionarios también atizan el odio contra Cuba y su sistema
social. Ninguna Dama de Blanco ha sido desaparecida o asesinada.
Si de su “sufrimiento” hay que hablar… tal vez han sufrido sus
trajes de lino blanco por marchar en los calores habaneros… El
perpetuo martilleo mediático de cualquier ademán de las Damas de
Blanco goza de la solidaridad de “intelectuales y artistas” a
nivel mundial. Los mass-media internacionales han hecho gran
alboroto con esta farsa. Capítulo 9. Dos realidades mentidas
y ocultadas: Antípodas cuya comparación desvela la manipulación de
los medios de comunicación
El que se haya
descubierto en Colombia la mayor fosa común del continente
americano, con 2000 cadáveres, producto de desapariciones y
asesinatos de la Fuerza Omega del ejército, no es noticia mundial
(24), cuando debería ser un
escándalo mayúsculo, dada la dimensión del crimen, sólo comparable
a las fosas nazis. Para buscar información acerca de este hecho
dantesco hay que convertirse en un arqueólogo de los archivos,
mientras que basta con teclear “Damas de Blanco”, y aparece toda
la falsimedia contra Cuba, que, obviamente, también oculta a Cuba.
Colombia y Cuba son dos realidades mentidas y ocultadas: la
primera es la realidad del pueblo que mayor genocidio y dictadura
conoce de todo el continente americano, y la segunda es la
realidad del pueblo que goza de mayor respeto a los derechos
humanos y mayor libertad de todo el continente americano, la
realidad que le da al ser humano vitamina de esperanza… Pero la
falsimedia muestra de Colombia un “Estado democrático”, ocultando
de un plumazo a los 200.000 desaparecidos… y de Cuba muestra a “un
Estado irrespetuoso de los derechos humanos”… ¡Qué cinismo
macabro!
Notas:
(1)
Colombia es, según informes de la ACNUR y de CODHES el segundo
país con más desplazados del mundo, después de Sudán, incluso
delante de Irak o Afganistán. Hay más de 4,5 millones de personas
despojadas y desplazadas de sus tierras, las cifras de varios
organismos de derechos humanos en Colombia, refieren 5,5 millones
de personas desplazadas.
(4)
Presos políticos en Colombia. Campaña europea 2009-2011 por la
liberación de los presos políticos en Colombia. Son 7500, en su
mayoría presos de opinión y activistas sociales que luchan por una
Colombia digna, con paz y justicia social. Las asociaciones y
personas del mundo que quieran apoyar la campaña por la liberación
de los presos políticos en Colombia, son bienvenidas. Para firmar
pinchar aquí:
(7) La
población cubana abuchea a las Damas de Blanco cuando salen a
hacer sus mediatizadas marchas,
VIDEO:
(8)
Los testimonios de paramilitares, de sobrevivientes y los
resultados de los equipos forenses evidencian que la Estrategia
paramilitar del Estado diseñó un método para descuartizar a seres
humanos: dictando “cursos” utilizando a personas vivas llevadas
hasta sus campos de entrenamiento. Francisco Villalba, el
paramilitar que dirigió en el terreno la barbarie del Aro (Antioquia),
en la que torturaron y masacraron a 15 personas durante 5 días,
revela detalles de esos “cursos”: "Eran personas que llevaban en
camiones, vivas, amarradas (...) Se repartían entre grupos de a
cinco (...) las instrucciones eran quitarles el brazo, la cabeza...
descuartizarlas vivas(…) Ellos salían llorando y le pedían a uno
que no le fuera a hacer nada, que tenían familia"
Los “cursos de descuartizamiento” eran para adiestrar a los
paramilitares en su función más específica: infundir terror en la
población, para lograr “disuadir por el terror” y lograr desplazar
a los sobrevivientes que habían presenciado las masacres. Así se
expresó el paramilitar Veloza, alias HH, refiriéndose al ejército
oficial de Colombia: “Nosotros éramos ilegales y son más culpables
ellos que nosotros, porque ellos representaban al Estado y estaban
obligados a proteger a esas comunidades y nos utilizaban a
nosotros. Nosotros cometimos muchos homicidios y tenemos que
responder, pero ellos también deben responder…” 'H.H' revela
vínculos de AUC con Byron Carvajal y Rito Alejo del Río:
"39
millones de personas más caerán bajo el nivel de pobreza en
América Latina en el 2010", indicó la OCDE en su informe 'Panorama
Económico', 2009. Las estimaciones de pobreza en América Latina,
contrastando varias de las fuentes más optimistas como la CEPAL,
arrojan que las cifras alcanzarían los 228 millones de pobres, y
más de 102 millones de indigentes: tras los números, se esconden
las tragedias humanas que a diario sufren millones de personas:
muerte por desnutrición, malformaciones congénitas por
desnutrición, por polución de las aguas, por fumigaciones;
violencia intrafamiliar, homicidios, violaciones, prostitución
adulta e infantil galopante, esclavitud moderna, trabajo infantil…
o sea violaciones sistemáticas a los más básicos derechos humanos
de alimentación, vivienda, educación, sanidad, salubridad y vida
digna… mientras unas pocas corporaciones y familias oligarcas
monopolizan ganancias y destruyen culturas y bosques.
En el
caso de los “falsos positivos” de Soacha ya han asesinado a varios
familiares. Carmenza Gómez Romero tenía tres hijos, al primero lo
asesinó el Estado para sus montajes de “los falsos positivos”, y
al segundo lo asesinaron por denunciar. John Nilson fue abaleado
el 4 de febrero de 2009; ya había sobrevivido a un atentado contra
su vida. Tras el asesinato de John Nilson la familia sigue
recibiendo amenazas. Luz Nidia, hija de Carmenza, recibe amenazas
telefónicas: “Conque ha puesto denuncias... ¿Qué es lo que quiere
triple hijueputa […]?”
Militares e inspiradores de ejecuciones extrajudiciales, impunes
asesinando testigos
(VIDEO):
Como dicen en mi tierra se junto el hambre con la necesidad, angelino se
había vendido al uribismo por una plato de lentejas, y ahora se vende a
la casa Santos por mucho menos.
Quienes hacen cábalas con la idea de que Garzón le aporta pueblo a la
campaña oligarca de la casa Santos, se equivocan, Garzón hace tiempo,
dejó de representar algo que tenga que ver con la izquierda en Colombia.
Un trásfuga jamás podrá presentarse ante nadie, como defensor los
intereses del pueblo.
Y para completar, el trásfuga Garzón, antes de aceptar la propuesta de
la casa santos protagonizó de nuevo otra traición, quizás la última,
porque dudamos que alguien le crea una vez más: Resulta que en Cali, por
falta de orientación política en el seno del polo, "mucho cacique y poco
indio" el polo se dividió en dos sectores, uno que dirige Jorge Iván
Ospina, el actual alcalde de la ciudad, bajo el nombre "Podemos Cali" y
el Polo-Polo digamos, el mismo que postuló, desde Bogotá a un buen actor,
nacido en Cali, pero cachaco desde hace mas de 30 años y que no tiene ni
puta idea del casting sobre los problemas de la ciudad. Esta obtusa
decisión política partió al polo en Dos. Jorge Iván Ospina le había
ofrecido a Garzón la candidatura para ser el próximo alcalde de la
ciudad. Este le había respondido que sí. Lo que Ospina no sabía es que,
todo oportunista, según la definición de la real academia, está
pendiente sólo de sus intereses personales, y en fusión de las
posibilidades que él, o los otros le forjan, cambia de camiseta y de
partido, como cambiarse de calzones.
Pues bien, Ospina se quedó con la brocha colgada, o mejor como dicen los
médicos, se le fue la luz en medio de la operación. Garzón se fue a la
casa Santos, ahora Ospina busca candidato a la alcaldía de Cali.
Interesados enviar hojas de vida a la alcaldía. Ospina ha intentado
llamar en varias ocasiones a Garzón, pero este ya no le responde el
teléfono. El teléfono de Garzón sólo se contesta ahora, si timbra con el
número de la de la casa santos.
Vueltas que da la vida, los Garzones politiqueros se han montado en los
buses equivocados. El otro Garzón que no vota ni por él mismo, pasó de
carga maletas de Petro a sube calzones de Mockus. Y ahora este
travestido, presentado hoy como el personificador del pueblo en la casa
santos. Qué barbaridad.
Varios votos menos, aunque Santos piensa que es el hombre clave para
aprobar el TLC, o para hacer olvidar los Falsos Positivos.
¡Que miseria ¡
Colombia vive una 'hecatombe' por la Registraduría:
Valencia Cossio
El ministro del Interior, Fabio Valencia Cossio, aseguró
en rueda de prensa que Colombia vive una "hecatombe" por la falta de
información sobre las elecciones del domingo y manifestó que si las
cosas siguen así, no hay garantías para los comicios presidenciales.
Pero luego aclaró en el programa Hora 20, de Caracol Radio, que no
utilizó la palabra "hecatombe" con intención política, pidió desligarla
de la expresión utilizada por el presidente Alvaro Uribe en medio del
pasado debate sobre la frustrada segunda reelección y sostuvo que sólo
quería referir que el proceso electoral ha sido un desastre. Valencia
Cossio desmintió que el Gobierno quiera utilizar la situación para
intentar que se cancelen las elecciones presidenciales.
Valencia había convocado una rueda de prensa para pedir la cabeza del
Registrador del Estado Civil y manifestar que llevó al país a una
“hecatombe” muy grave, porque tres días después de las elecciones no se
conocen los resultados del Senado, de la Cámara, ni de las consultas de
los partidos.
Señaló que la decisión del Consejo Nacional Electoral de suspender los
escrutinios, si no se solucionan de inmediato los problemas en los
sistemas de información, es muy grave. "Es una verdadera catástrofe que
se debe a una "falta de gerencia" en la Registraduría y "su director
debe asumir las responsabilidades", apuntó.
El Ministro también dijo que el registrador Carlos Ariel Sánchez es
responsable, por acción y por omisión, de la violación de la Ley Seca
porque se estaba consumiendo licor en la sede de la Registraduría donde
se debía hacer el conteo de los votos.
Valencia calificó de ridículo expresar que tiene una herida contra el
Registrador por el hundimiento del referendo reeleccionista y aún más
que se diga que está contra los contratistas de sistemas, que pertenecen
a una empresa que su sector político controló por mucho tiempo.
"Son ridiculeces frente a esta catástrofe, esta hecatombe", dijo
Valencia cuando se le preguntó por esa situación, y agregó que la
situación es grave y no se debe buscar el ahogado río arriba.
Cuando los periodistas le dijeron al Ministro que según la ley la
Registraduría debe parar el preconteo de votos a las 11:00 de la noche y
de ahí en adelante los escrutinios corresponden a las comisiones
judiciales y al Consejo Electoral, el Valencia Cossio insistió en que
todo es culpa del Registrador, que supuestamente ya estaba advertido por
la Procuraduría de lo que iba a suceder.
La "hecatombe" de Valencia originó de inmediato una polémica en el
programa "Hora 20" de Caracol Radio por la connotación política de esa
palabra y porque el Ministro hablaba de "no garantías para las
elecciones presidenciales".
Valencia se comunicó con el programa y afirmó que "usó la palabra de
manera desprevenida" y dijo que si hay otra connotación la borrará de su
diccionario.
Hecatombe en
Mafiolandia
por
Fernando Moncada
Mafiolandia es un reino donde hacer plata es muy fácil. Pero construir
mafiolandia fue difícil, sobre todo desaparecer a los pesimistas, a
quienes hubo que encarcelar, matar o eliminar de los periódicos, los
televisores y los radios.
Para que mafiolandia pudiera existir fue necesario cambiar
paulatinamente el lenguaje, la ética, la moral y en general toda la
educación, a la que se le llamó “empresarismo”; en mafiolandia todos son
multimillonarios o sueñan serlo.
El rey de mafiolandia les enseña a todos que él es amigo de Dios y que
todos deben ser policías y soldados para defender la continuidad del
reino, y también les enseña que hacer trampa, robar, estafar, mentir y
eliminar a la competencia son valores necesarios para poder ser
ciudadano o sea empresario.
Para elegir a sus gobernantes o reemplazar al rey de mafiolandia se
escogen a los más tramposos de todos los más ladrones y entre ellos se
ponen de acuerdo para repartirse las ganancias y por supuesto entre
ellos también se hacen trampas, y si por algún descuido estas corren el
riesgo de hacerse evidentes ellos dicen que hay una “hecatombe”.
NOTA: Para entender el contexto de esta nota, leer Colombia vive una 'hecatombe'
por la Registraduría: Valencia Cossio, en relación con "Reelección, solo
si hay una 'hecatombe'", dijo presidente Uribe a miembros de su
coalición
Rebelión ha publicado este artículo con el permiso del autor mediante
una licencia de Creative Commons, respetando su libertad para publicarlo
en otras fuentes
La farsa del
sufragio
Corresponsal ANNCOL/Colombia
Asistimos en Colombia a los desafueros de la pseudo democracia. Ante la
opinión nacional y mundial se presenta el festín electorero como un
atributo de legitimidad, en el que la danza del dinero, la corrupción,
la compra de votos, el Terrorismo de Estado, el torrente dinerario del
narco paramilitarismo desbordado a sus anchas y la incompetencia de un
sistema de Registro Electoral elevado al fiasco sean la constante, en un
sistema podrido y nauseabundo de gobierno en la que en modo alguno hay
una participación activa popular en los destinos de la nación
colombiana. Tal como este medio de prensa alternativo en Colombia lo
viene denunciando, pasado el reajuste del poder legislativo, los
candidatos que quedan en el juego por la sucesión presidencial obedecen
todos al mismo patrón: la oligarquía criolla santanderista colombiana y
el Imperio. Un escueto registro del resultado electoral del día de ayer
14 de marzo de 2010, refleja el impacto de la cruenta y genocida guerra
de terror impuesta por el Estado y que conlleva, pese a los inmensos
costos económicos al erario publico y de la legitimación activa de
capitales en ese festón electoral, que la abstención llega a un 75% en
las zonas rurales y semirurales (municipios con hasta 100 mil habitantes)
y el 60% en las grandes ciudades.
Que un partido político mesiánico con o sin el cáliz presidencial,
sindicado como la mas impune asociación para delinquir; se erija, del
brazo del narco paramilitarismo, como un fortín político, junto con el
cadáver histórico del fratricida y genocida partido conservador;
presupone el mayor reto a la socialdemocracia, en extremo legalista y
pusilamine, contribuyendo a la catástrofe de la atomización de los
objetivos populares, permitiendo la posibilidad de castrar una salida
política y negociada al conflicto político, militar, económico y social
que asola a Colombia.
En tanto, la corriente revolucionaria presente en el movimiento popular,
sindical, gremial, comunal, campesino e indígena, continua brebando en
las canteras del socialismo, inspirada en la confianza que solo en
momentos tan aciagos de la vida nacional le fortalece la existencia de
una Insurgencia valerosa que ha sabido demostrar en Colombia la dignidad
y fortaleza de la soberanía e identidades nacionales.
Los fementidos resultados electorales, registran que los patrocinadores,
hijos, hermanos etc, de los narco para políticos presos, con los
partidos de la U, PIN, conservador aseguraron escaños: El hijote de La
Gata, Héctor Julio Alfonso López. La hermana, no propiamente de la
caridad, del Gordo García, Teresita Garcia R. El hijo del ex coronel del
ejercito Colombia-USA, reconocido narco paramilitar y torturador en
Santander, Nerthferney Mauricio Aguilar Hurtado. Carlos Emiro Barriga
Peñaranda, investigado por la Corte por patrocinador narco paramilitar
al lado de la bestia humanoide alias El Iguano; son algunos de los
favorecidos.
La colcha de retazos del zoo parlamento colombiano ya esta centrado al
objetivo de la justicia popular en Colombia. Lamentable resulta tener
que tomar de nuestros redactores regionales de la prensa alternativa,
cómo la actuación de las milicias insurgentes, en algunas regiones del
país, controlaron la libre modalidad de los impunes narco para políticos.
Que en ciudades como en Ocaña, "cacos" visitan la residencia del
traqueto representante a la Cámara Ciro Rodríguez Panzón, se llevan su
computadora personal y documentos de campaña y le respetan su integridad
personal (…) Mientras los veinticinco contendores políticos de la
oposición del movimiento campesino en el Catatumbo fueron arrestados por
la orquestada iniciativa del general Padilla (Ladilla) de León, para
garantizarle el festín electoral al traqueto narco político y asegurarle
su ‘triunfo" electoral como impunemente ha sucedido.
Ese, lamentablemente, va a ser el crudo y reiterativo accionar de un
escenario político convulsionado en el que los resultados acomodaticios
por un Terrorismo de Estado, llevan al traste la tranquilidad ciudadana
y se trunque los planes de hegemonía política de una derecha genocida,
odiosa, antipatria.
Para la revolución colombiana en marcha al Socialismo del Siglo XXI y
por la Nueva Colombia los resultados de la farsa electoral, de todas
maneras nos sumergen en el análisis de ese acontecer político nacional.
Una de las mayores preocupaciones de los intereses oligárquicos y del
Imperio es el contundente golpe económico que esos aliados están
recibiendo en el eje fronterizo colombo-venezolano. La geopolítica
estratégica a sangre y fuego no podía permitir que voceros populares
llegaran al parlamento y el trabajo macartista de la gran prensa y
medios oficiales en que el "coco" del miedo chavista golpeó al
electorado del Polo Democrático. Ahora están en el gran dilema en la
definición del sucesosr de Uribe. La metida de manos del gobierno en el
Registro Electoral a la fecha logra que la definición de la "consulta
interna" del partido conservador se dilate hasta el próximo viernes.
Cuatro Díaz sancochando el guisado de la conveniencia que sea la Hiena
Santos o la irredenta Nohemi la que supla como Cipayo la continuidad del
próximo candidato presidencial. La juegan a todo para que no haya una
segunda vuelta y la imposición de la Hiena Santos constituye el más
irracional acto de la oligarquía y el Imperio que agudizará, para bien
del movimiento revolucionario colombiano, las contradicciones internas y
externas del gran capital mafioso colombiano.
La caída en desgracia del potencial electoral del Polo Democrático
Alternativo desprestigiado por su uribista candidato Gustavo Petro; el
repunte de los Verdes; la desaparición de los precandidatos Sergio
Fajardo y Vargas Lleras, indica que no todo el camino le esta trillado a
los uribistas, con o sin Uribe. Pero la izquierda revolucionaria en
Colombia no cae en galimatías electoreros. Insiste sí en el llamado a la
lucha popular por el logro de la democracia directa participativa del
pueblo colombiano, por la unidad nacional y la lucha de liberación por
la expulsión de las tropas usa del territorio colombiano.
Preliminares de las causas de un desastre anunciado. El PDA pierde
sintonía con el pueblo
Preliminares de las causas
de un desastre anunciado. El PDA pierde sintonía con el pueblo
Allende La Paz, NotiColombia Press
El PDA pierde dos senadores y eso es importante. No queda duda. Una
baja de ese tipo deberá ser analizada con espíritu autocrítico y los
responsables hacerse la correspondiente autocrítica.
Hemos dicho que el momento político no estaba para Gustavo Petro y sí
para Carlos Gaviria. Por muchas razones. Por su impecable hoja de vida.
Y porque ante tanto ”clientelista” despersonalizado en las filas
oficiales, ninguno como Carlos Gaviria con la estatura de estadista
para rescatar a Colombia del hoyo profundo en el cual ha colocado
Uribhitler. Amén de no tener rabo de paja de ninguna especie y poseer
la madurez necesaria que el momento requería.
Esto desde luego deberá verse con ese espíritu autocrítico y no
echarle culpas a los demás. Un candidato presidencial tiene el deber
de liderar a su partido o movimiento en las elecciones para parlamento
y él debe ponerse a la cabeza y no esperar que los candidatos hagan el
trabajo de ”carga-ladrillos”.
Evidentemente tendrán que abordarse los métodos y el trabajo de los
diferentes sectores. En momentos en que la media -tv, internet,
correos electrónicos, etc- es crucial para el trabajo político, debió
hacerse uso más prolífico en ese campo. Jorge Enrique Robledo, Gloria
Inés Ramírez, Gloria Cuartas, entre otros, hicieron un buen uso de
éste recurso y ya sabemos del resultado. Es necesario también resaltar
que no hubo la sintonía del PDA con las luchas populares. No es sino
viviendo la vida de los luchadores populares como sabremos cuáles
expectativas tienen y cuáles no. No es solamente ir a la manifestación,
sino vivir todo lo relacionado con la convocatoria, preparación,
organización, etc, como vamos logrando los vasos comunicantes entre
”líderes” y bases populares, e ir expandiendo ésta con el trabajo de
hormiga de concretar uno a uno a los votantes e irlos asimilando a las
estructuras de base del PDA.
De otra parte, el mantenimiento de un discurso aislado del sentir de
las masas aisló al PDA. No hay un programa decidido y claro sobre los
puntos que son el sentir del pueblo colombiano. Temas como el
Intercambio de Prisioneros de Guerra, búsqueda de la Paz a través de
diálogos con la insurgencia armada, lucha contra el neoliberalismo
practicado por Uribhitler y el señalamiento de su continuidad con los
candidatos ”oficiales”; además del señalamiento de la corrupción y el
narco-paramilitarismo, brillaron por su ausencia en el discurso
general del PDA.
Hemos dicho que el pueblo premió a los audaces. Y los audaces han sido
Jorge Enrique Robledo, Gloria Inés Ramírez y otros líderes, que han
sabido interpretar el sentir del pueblo con sus propuestas y el pueblo
les respondió. Jorge Enrique machaconamente llenaba nuestros correos
de sus pensamientos, sus denuncias, sus propuestas, y yo desde la
lejanía orienté a algunos familiares y amigos a depositar el voto por
él, también por Gloría Inés o Gloria Cuartas.
Es necesario también señalar que los ríos de dinero, así como los
fraudes a través de la comisión de delitos electorales, como el
denunciado de la presión sobre los votantes del programa gubernamental
”Familias en Acción” (4 millones de ”afiliados” en todo el país, pagos
con dineros estatales), le hizo un enorme daño al PDA, que no contó
con éste ”recurso”. De paso hay que decir de igual manera que
Uribhitler al entrometerse en las elecciones lo convierte, no en el
”gran elector”, sino en el ”maestro” del fraude y debemos recordar
aquella frase que hemos manejado, siguiendo a la senadora Piedad
Córdoba, que ”todos los caminos de la delincuencia conducen a Uribe”.
No quisiera terminar sin señalar que no todo está perdido. El
desencanto hará presa de algunos, pero nuestro deber es persisitir.
Deberá haber las evaluaciones del caso de los diferentes sectores que
se mueven al interior del POLO y comenzar el trabajo para encarar las
presidenciales. No podemos permitir dejarles el campo a los sectores
”oficiales” sin ninguna clase de lucha. Podremos quedar tendidos en el
campo, pero el enemigo del pueblo colombiano deberá pagar un caro
precio.
En ese orden de ideas, nada más saludable que arrancar ésta nueva
etapa con el recibimiento de los prisioneros de guerra que las FARC
entregará unilateralmente. En el movimiento COLOMBIANAS Y COLOMBIANOS
POR LA PAZ hay varios de los líderes populares del PDA y ellos
seguirán, estamos más que convencidos, jalonándo este proceso. Mas es
necesario que, ojalá, todo el POLO estuviera en todos y cada uno de
los procesos de lucha del pueblo colombiano
Puntualizando:
Verdes de la envidia y malos perdedores
José María Carbonell, NotiColombia Press
Aún
cuando se han comenzado a hacer los análisis de las elecciones
legislativas, quisiéramos puntualizar algunos puntos que nos parecen
importantes.
Malos perdedores
Tampoco hay duda. Noemí y ”Uribito” son malos perdedores.
Ni el uno ni la otra quieren reconocer al otro en caso de ganancia. Lo
que demuestra cómo es que manejan las cosas en las toldas uribistas
conservadoras. De todos modos, ante las denuncias de parte y parte de
fraude, tendrán que esperar el escrutinio, que al parecer será el
miércoles.
Verdes de la envidia
Con nadadito de perro, cuando todos -incluso nosotros en
NotiColombia Press- no dábamos por ellos ni cinco centavos, el partido
Verde irrumpió con fuerza. Lo que demuestra que el voto de opinión
cuenta y se podría pensar que los Verdes le ganaron ese pulso al PDA
quien era el más favorecido por la opinión de los colombianos. Esto
también demuestra que el trabajo serio, tesonero, coherente,
antiuribista, en defensa de la vida, da frutos políticos. Eso sí, Mockus,
por fa, no nos vaya a mostrar el culo otra vez porque es un espectáculo
dantesco, horrible. En cambio me quedaré esperando la que prometió
encuerarse si ganaba, pero no ganó.
Petrificado el POLO
El POLO está petrificado. Ya hemos dicho que íbamos al
despeñadero. Si no paramos ese curso con seguridad iremos a dar al
fondo. Es de resaltar que -como también lo hemos dicho- los sectores
antipopulares al interior del POLO están haciendo su trabajo para romper
al interior al PDA. En política definitivamente no podemos jugar con las
cartas del régimen, en ningún sentido.
Narco-paramilitarismo está vivo
El monstruo está vivo así su gestor sea un ca-dá-ver
viviente. El narco-paramilitarismo demostró estar vivo así su creador
diga que ”no hay paramilitarismo”. Los ríos de dinero, la coacción
armada a los electores, la coacción armada a los jurados de votación, y
no sabemos que delitos más, estuvieron a la orden del día.
La maquinaria estatal impide la libertad electoral
La maquinaria estatal ha demostrado que sigue ganando con
su 25%. Los trabajadores estatales que no consigan 5 votos por lo menos
son pateados y no come las migajas que tiran los ”grandes electores”.
Igual cosa sucedió con ”Familias en Acción” con sus 4 millones de
afiliados. Pero a pesar de esto sólo 1 de cada 4 colombianos inscritos
en el padrón electoral apoya al régimen narco-paramilitar empotrado en
la Casa de Nari. Y es que el pueblo sabe que ”el que escruta elige”.
La oposición
Muchos hablan de la ”oposición” en Colombia. La oposición
en Colombia está conformada por el PDA -aún cuando hay algunos
”rosaditos” infiltrados en él-, las FARC, el ELN, y el conjunto del
pueblo colombiano. El partido Liberal no puede llamarse de la
”oposición” por cuento lo que hace es una ”oposición sin oposición” y
más bien hay es una colaboración. Es más, los liberales son
co-responsables del narcoparamilitarismo y del neoliberalismo que
padecemos los colombianos. Claro que en el partido Liberal hay sus
excepciones, honrosas por demás, como la de la senadora Piedad Córdoba,
la cual luchó contra el uribismo y su gestor Uribhitler, por los
prisioneros de guerra en poder de las FARC y le ha ganado en franca lid.