Il governo argentino ha nazionalizzato l’impresa petrolifera YPF E
l’impresa del gas della spagnola Repsol
Il Governo dell’Argentina ha proposto l’espropriazione del 51% dei
Giacimenti Petroliferi Fiscali (YPF acronimo in spagnolo) con il fine
di garantirne il funzionamento e svilupparne gli introiti ed ha
inoltre dichiarato di interesse pubblico l’auto approvvigionamento di
combustibile.
L’impresa YPF continuerà operando come una società anonima aperta.
Il Potere Esecutivo Nazionale ha informato d’aver inviato al Congresso
un progetto per dichiarare d’interesse pubblico nazionale lo
sfruttamento degli idrocarburi con l’obiettivo di raggiungere in
materia l’auto approvvigionamento.
Tra gli articoli del progetto si stabilisce la necessità di garantire
lo sviluppo economico, e la crescita “equa e sostenibile delle
province”.
Nel progetto, letto all’inizio dell’assemblea capeggiata dalla
presidentessa Cristina Fernández, si stabilisce che il Potere
Esecutivo “arbitrerà le misure all’entrata in vigore del documento con
la partecipazione dei governi provinciali ed il capitale pubblico e
privato nazionale ed internazionale”.
Dal Salone delle Donne del Bicentenario, nella Casa Rosada (sede del
Governo), la presidentessa dell’Argentina, aveva spiegato che i 19
articoli che costituiscono il testo di nazionalizzazione dell’impresa
sarebbero stati presentati al Senato della nazione, che li ha già
approvati.
Come la maggior parte delle imprese pubbliche, la YPF è stata
ristrutturata durante il governo di Carlos Menem.
Il primo passo in questo processo era stato il cambio del tipo di
società da Giacimenti Petroliferi Fiscali (che era una Società dello
Stato) a Società Anonima (YPF S.A.).
Nel 1993, lo Stato conservava il 20% delle azioni e l’azione d’oro,
mentre circa il 12% apparteneva agli stati provinciali. Il settore
privato era proprietario del 46% delle azioni, composto da banche e
fondi di investimento di diversi paesi.
Nel 1998, il settore privato possedeva quasi il 75% delle azioni,
anche se lo Stato conservava l’azione d’oro. Poi era stata
perfezionata la privatizzazione vendendo l’ultimo 24,7% di azioni
statali e provinciali alla società spagnola Repsol nel 1999, per un
valore di 15.169 milioni di dollari.
La Repsol aveva comprato nello stesso anno il restante 73% delle
azioni che appartenevano al settore privato.
Gral. M. Belgrano, 13 de enero de 2011
ESCLAVOS DEL SIGLO XXI
Mediante la presente el MoCaFor (Movimiento Campesino de Formosa),
organización de base del Frente Nacional Campesino (FNC), denuncia
ante la opinión publica la situación de servidumbre en la que
viven centenares de trabajadores rurales en establecimientos ganaderos
de la provincia de Formosa. Según se puede probar, centenares de
trabajadores son explotados y viven en condiciones inhumanas en los
nuevos establecimientos ganaderos propiedad de los que algunas
autoridades llaman “inversionistas”, la mayoría de los esclavizados
son trabajadores de origen paraguayos que son reclutados en su país
por punteros que prometen buena paga por los trabajos en campos de
patrones desconocidos. Los establecimientos ganaderos
involucrados en la explotación de los hermanos paraguayos, por lo
general, están ubicados dentro de una franja de 100 km al margen del
río pilcomayo frontera con la Republica del Paraguay, los trabajadores
paraguayos realizan trabajos de desmonte, destronques, limpieza de
campo, postes, alambrados, corrales, galpones, etc.; los precios
pagados por los trabajos realizados son irrisorios de los cuales se
les descuentan las mercaderías proveídas por los patrones. Entre las
mercaderías más consumidas por los trabajadores se encuentran: la
yerba mate, aceite de girasol, arroz, fideo y harina. Por cada kg de
comestible que cuesta $ 3 en el mercado el patrón le descuenta al
trabajador $ 10.
Los trabajadores son traídos en forma ilegal, son retenidos en el
interior de los campos hasta que terminen sus trabajos y generalmente
viven en chozas o en galpones de herramientas. Los hermanos paraguayos
no pueden hacer denuncias porque temen de sus situaciones irregulares,
situación que es aprovechada por los patrones para ejecutar grandes
obras a precios irrisorios y evadiendo impuestos y aportes patronales,
además se sabe que a varios de los trabajadores se les hace firmar
papeles en blanco. A modo de ejemplo, se sabe que la empresa
terrateniente Caminos Ganadera, con campos en Gral. Belgrano y
Villa Gral. Güemes Formosa, explota mano de obra paraguaya en forma
ilegal, y que otros establecimientos ganaderos de la nueva oligarquía
formoseña entre los cuales existirían políticos de alto rango también
cuentan obreros rurales sometidos a la servidumbre. Nos parece importante aclarar, que no es común este tipo de relaciones
de sometimiento entre los ganaderos criollos de Formosa, es decir no
es común que un productor formoseño nativo, pequeño o mediano, tenga
bajo sus dominios trabajadores rurales en situación de esclavitud. La
situación de ilegalidad y evasión esta muy relacionada a los prósperos
empresarios terratenientes.
En varios establecimientos de la provincia de Formosa en la frontera
con el Paraguay se desarrollan actividades ilícitas de mucha
gravedad: apropiación ilegal de tierras; trabajo esclavo; desmontes de
bosques nativos, aterrizajes ilegales de aeronaves. No todos los
establecimientos de la frontera están involucrados pero si la mayoría
de los nuevos “inversionistas”.
A veces nos preguntan porque no se hace las denuncias legales
correspondientes, la respuesta es simple: donde? Ante que institución?
es muy difícil que el denunciante y familia puedan seguir vivos
después de la denuncia. Y en Formosa que institución nos va a proteger
de estos poderosos delincuentes?
En Formosa tenemos mucho trabajo para la justicia federal, entre
otros: trabajo esclavo y pistas clandestinas de aterrizaje.
Es muy conocido, que en los primeros años de la colonización del
territorio de Formosa los empresarios beneficiados por el gobierno
argentino con grandes extensiones de tierras sometían a los
sobrevivientes paraguayos y a indígenas del territorio nacional en
forma de esclavos en medio de los montes en los grandes obrajes que
explotaban. A mas de 140 años del fin de uno de los genocidios mas
grande del mundo, la guerra de la triple alianza, hoy algunos
genocidas siguen explotando y matando a nuestros hermanos.
Ojala alguna vez se investigue y se haga justicia, por ahora tenemos
la oportunidad de que muchos argentinos sepan la verdad. Como pueblo
argentino no podemos permitir que sigan impunes semejante crímenes.
Benigno López
PRESIDENTE
MoCaFor
ARTE
PER COMBATTERE
E’ stata un'esperienza di lavoro realizzata in un quartiere
molto umile della nostra città che è un contributo concreto allo
sviluppo tanto necessario della coscienza popolare e all'esercizio di
partecipazione dal basso senza aspettare che la dirigenza indichi come
procedere . Tutto nacque a partire dalla lotta dei vicini per
reclamare contro l'inquinamento ambientale che produce la Repsol YPF,
distilleria petrolifera vicina a questo quartiere chiamato Generale
Mosconi (in omaggio ad un militare patriota che fu il baluardo della
nazionalizzazione del petrolio in Argentina), che negli anni novanta
-in piena euforia neoliberale- fu regalato dalla dirigenza politica
argentina. Nel processo di queste lotte gli abitanti formarono
distinti gradi di organizzazione, praticamente tutto quello che poteva
fare. Così crearono l'Unione Comunale Mosconi che, con lo sforzo ed il
sacrificio di molti, edificò una piccola costruzione sui terreni
municipali ubicati in diversi punti nel quartiere. E’ necessario
chiarire che il consiglio comunale deliberante di Ensenada, quello che
vede molti consiglieri di sinistra, si sono rifiutò fino ad ora, a
legalizzare l'uso di quelli terreni. Gente, però, ha continuato a
lottare fino a creare una Cooperativa di Servizi (Cooperativa Futuro
oggi Ensenadense), che integra 50 compagni del quartiere molti dei
quali, prima, disoccupati e con poche prospettive di lavoro e futuro,
in maggioranza giovani la cui vita si limitava a radunarsi in un
angolo a bere birra.
Durante questo processo decisero di creare nel quartiere
un'opera che simbolizzasse in qualche modo il senso delle loro lotte i
sogni ed il loro orizzonte e scelsero di contattare un compagna
muralista di questa città affinché realizzasse un murale con
l'immagine di "Che" Guevara, primo ed unico murale del "Che" in tutta
la regione che fu un vero impatto in molti settori di questa società.
È un fatto importante indicare che la realizzazione di quest’opera
contò sulla partecipazione di un compagna muralista degli Stati Uniti
,Greta McLain del Minnesota, che stava viaggiando per l'Argentina.
Credo che esperienze come queste debbano essere diffuse
perché mirano a fortificare l'idea che il paese debba prendere nelle
sue proprie mani la decisione del suo destino e che questo è
possibile solo tramite la volontà, l'organizzazione e la coscienza, e
sempre lottando. Questa compagna nordamericana sta per inaugurare un secondo
murale in questo quartiere, che è grande 20 metri per 4,5 e tratta
il tema della dignità del lavoro, la solidarietà e la lotta. Mi pare opportuno, trasmettere questa esperienza umile e
piccola ma che in essenza, credo che indichi la strada a seguire. Abbiamo lavorato con Greta, per il murale del quartiere,
dalle 9 alle 18 sotto il sole cocente e con 42° di calore e con
estremo disagio fisico ma con piena soddisfazione perché questo lavoro
è fatto dalla solidarietà della gente del quartiere. Abbiamo terminato il murale della cooperativa
dell'Ospedale. Il design fu fatto da Greta e del quale non ho ancora
ho foto ma voglio scrivere qualcosa su di lei. Perché ebbe alcune idee
interessanti: portò il bozzetto nel Minnesota per poi tornare qui a
realizzarlo e per informare la gente della sua importanza che tende a
sensibilizzare tutti di come conquistare un sistema di salute che sia
assicurati come diritto umano basilare alla popolazione e non che sia
un lusso dedicato solo a coloro che possano permetterselo.
Credo che l'esperienza sia stata molto positiva nella forma
artistica, in quella personale, e nella cosa sociale.