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POLITICA - CULTURA |
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ANNOTAZIONI E
SPIGOLATURE CUBANE
a cura di
Gioia Minuti
PRESENTI NELLA SFILATA DEL 1º MAGGIO, MIGLIAIA DI AMICI DI
ALTRI PAESI
Circa 1000 amici di Cuba provenienti da un
centinaio di paesi hanno assistito alla
sfilata del 1º Maggio dalla base del
monumento a José Martí in Piazza della
Rivoluzione de l’Avana...[segue
SPECIALE 1° MAGGIO 2019]
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discorsi di Fidel
discorsi di
Miguel Díaz-Canel Bermúdez
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il romanzo cult
degli anni '90 |
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Una storia d'amore
nella Cuba dei primi anni '90, quando molti
italiani scoprirono le gioie ed i sogni che Cuba
riservava loro... |
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LE PIU' BELLE FOTO DI CUBA
le foto di Rod |
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juaicaterra
COLOMBIA
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LA DECISIONE DI
BIDEN: SFIDANTE E PERICOLOSA
di Elson Concepción Pérez
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Tutto indica che il mondo è in
presenza di un presidente degli USA –Joe Biden– disposto,
«all’ultima ora», a incendiare il pianeta Terra, con tutti i
suoi abitanti dentro, prima di abbandonare il suo mandato.
La sua ultima decisione –irresponsabile, sfidante e
pericolosa– l’ha assunta domenica 17, quando ha autorizzato,
per la prima volta, l’Ucraina ad «attaccare l’interno del
territorio della Russia con missili a lunga portata forniti
dagli Stati Uniti, come ha pubblicato il quotidiano The New
York Times. Ogni giorno risulta più evidente che il tuttavia
mandatario vuole terminare i suoi giorni alla Casa Bianca
creando condizioni irreversibili per far sì che scoppi una
nuova conflagrazione mondiale. A sua volta, l’ex candidato
presidenziale statunitense e nominato segretario di Salute
del prossimo governo, Robert F. Kennedy Jr., ha segnalato
che «gli uomini anonimi con la cravatta, che attualmente
dirigono la politica estera degli USA sembra vogliano
iniziare la 3ª Guerra Mondiale prima di abbandonare la Casa
Bianca». Il portavoce presidenziale russo, Dmitri Peskov, ha
avvertito che «tale decisione del mandatario statunitense,
d’attaccare la Russia con missili Atacms, presenta una nuova
scalata di tensione e implicazione degli Stati Uniti nel
conflitto dell’Ucraina». Nel settembre scorso, il presidente
russo, Vladímir Putin, aveva avvertito che: «Se gli Stati
Uniti e la NATO decidono di permettere a Kiev d’attacare il
territorio russo con armi a lunga portata, questo
significherebbe che i paesi di questo blocco sarebbero in
guerra con la Russia». «Se questa decisione è stata
effettivamente formulata e posta a conoscenza del regime di
Kiev, allora, ovviamente, si tratta di una scalata di
tensione e di una situazione qualitativamente nuova nei
termini d’implicazione degli Stati Uniti in questo
conflitto. E forse prima di tutto prenderemo questo come
punto di partenza», ha dichiarato Peskov. Domenica 17, il
quotidiano Le Fígaro ha pubblicato presunte decisioni della
Francia e del Regno Unito, d’autorizzare l’Ucraina a
realizzare attacchi al territorio russo con missili a lunga
portata Storm Shadow-Scalp. Lunedì 18, il Governo francese
ha smentito il quotidiano Le Figaro per qesute affermazioni
sugli attacchi alla Russia: «Diciamo apertamente che è
un’opzione che potremo esaminare (...) Non ci sono novità in
questo tema »,ha commentato il titolare del ministero degli
Esteri, Jean-Noël Barrot, al margine del Consiglio dei
Ministri degli Esteri dell’Unione Europea (UE). Josep
Borrell, rappresentante per i Temi Esteri e la Politica di
Sicurezza della UE , ha affermato che «si spera che gli
Stati membri giungano ad un accordo per permettere che
l’Ucraina usi armi occidentali di lunga portata per
attaccare obiettivi nel territorio della Russia». «Ho detto
ripetutamente che l’Ucraina dovrebbe poter usare le armi che
le forniamo non solo per fermare le frecce ma anche per
poter colpire gli arceri», ha detto Borrell prima di una
riunione con i ministri dei Temi Esteri della UE a
Bruxelles. In contrapposizione, il ministro delle Relazioni
Estere dell’Ungheria,Peter Szijjártó, ha avvertito che: «L’
Unione Europea e gli Stati Uniti rischiano di estendere il
conflitto ucrainiano a tutto il mondo», ed ha aggiunto che
Washington ha lanciato «un attacco finale disperato contro
la nuova realtà, fatto che non solo è antidemocratico, ma è
anche – come lo ha definito – estremamente pericoloso.
«Apparentemente i partitari della guerra, nella loro
disperazione, non tentano nemmeno d’evitare il peggio, ossia
l’espansione del conflitto dell’Ucraina a scala globale», ha
scritto Szijjártó nelle reti sociali,citato da Sputnik.
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PROFETI E
BUFFONI
di Ernesto Estévez Rams
La professione di profeta è, concettualmente, mal
definita. Non è credendo nella parola di un altro che si costruiscono
realtà. Nel mondo obiettivo, le realtà costruiscono profeti.
Sembra una cosa minore, ma non lo è.
Non per questo si deve intendere che il profeta,
storicamente parlando nel suo senso religioso era un truffatore. In molti
casi profetizzare era la maniera di guidare un popolo verso il suo destino
desiderato. I profeti allora erano leaders che necessitavano, per le
circostanze storiche, invocare un potere soprannaturale per far sì che gli
altri confidassero nella loro direzione. Per puntellare le profezie come
conoscenza concessa da un ente sacro, nella maggioranza delle occasioni gli
oracoli realizzano delle cerimonie per rendere esplicito che non si tratta
di loro ma del canale di comunicazione che hanno con la condizione
soprannaturale. Il profeta si presenta come un veicolo attraverso il quale
un’entità superiore comunica con noi.
Tali cose sembrano materiali del passato, ma la
cocciutaggine ci fa girare lo sguardo. Nonostante il discorso, in apparenza
opposto, il post modernismo, negandoci la necessità delle profezie, ha
lasciato nella pratica, un posto vacante per renderlo abbordabile a tutto un
mucchio di ciarlatani. L’operazione ovviamente è abilitata dall’ideologia
assoluta del denaro come valore di tutto e di tutti. In questo mondo. la tua
capacità di fare soldi è proporzionale alla tua percezione pubblica come
autorità assoluta: non importa il tema. Alcuni non si trattengono
dall’esprimerlo:«Dico qualcosa e questo generalmente avviene. Forse non nel
momento previsto, ma generalmente avviene», ci regala Elon Musk, una delle
persone più ricche del pianeta e a quanto pare il profeta del momento. Elon
predice il collasso della popolazione mondiale per mancanza di nascite, così
come ci rivela i segreti per dimagrire, pronostica (sbagliandosi) il calo
dei morti per la Covid-19 durante la pandemia negli Stati Uniti Inoltre ci
dice che quest’anno l’intelligenza artificiale supererà quella umana o parla
di colonizzazione di Marte. Considera che le sue opinioni, soprattutto sul
terreno e sul divino, meritano copertura planetaria e i media egemonici
sembrano dargli ragione. Certo, non ci soffermiamo su questo. Ci sono sfoghi
più infami, come quando ha minacciato di licenziare i lavoratori da una
delle sue imprese se si sindacalizzavano. Il profeta milionario non riuscì a
frenarsi quando fu segnalato come una delle forze oscure dietro il colpo di
Stato contro Evo Morales e pronunciò quella perla: «Faremo colpi di Stato
dove vorremo. Vivi con questo!». Per non variare, ha inviato 50 messaggi
contro il presidente del Venezuela Nicolás Maduro e, in questi giorni,
pettina le zazzere con il Brasile per proteggere nella sua rete sociale i
partitari dell’ex-presidente Jair Bolsonaro, che utilizzano la piattaforma
per promuovere la violenza. Ma, siamo onesti, non si tratta del milionario
sudafricano. Il mestiere di profeta è una delle professioni più redditizie
di questo mondo rincretinito. Non ci stupiremo di un Elon messia in un
pianeta dove la profezia auto realizzata è meccanismo quotidiano di
controllo delle masse; un mondo dove Vanity Fair ci dice come dobbiamo
vestirci nel prossimo inverno, e dopo averci martellato per tutte le vie, si
stupisce quando la gente usa i suoi suggerimenti quando fa freddo. È che
Elon, in fondo, con tutti i suoi bilioni, è uno strumento del sistema. Un
buffone con un ego smisurato che salta come una capra su una piattaforma
assieme a Trump, per intrattenere il popolaccio. E questo che il capitale
accumulato fa il profeta, realmente non si sostiene molto storicamente, e
nemmeno teologicamente. Alla fine e in principio tutte le costruzioni del
paradiso in tutte le religioni che adottano il concetto, hanno in comune che
lasciano fuori il denaro.
IL
MINISTRO DELLE SITUAZIONI D’EMERGENZA DELLA
FEDERAZIONE
DELLA RUSSIA È A CUBA
di Francisco Arias Fernández
Nel pomeriggio di martedì 12 è arrivato a Cuba il Tenente
Generale Alexander Viacheslavovich Kurenkov,
Ministro delle Situazioni d’Emergenza della Federazione della Russia, che
realizza una visita di lavoro sino ad oggi, 14 novembre, e ha svolto in
questo tempo incontri con i capi del MININT e dello Stato Maggiore Nazionale
della Difesa Civile, e consegnerà donazioni al Corpo dei Pompieri di Cuba.
Questi nuovi contatti contribuiranno a rinforzare gli stretti vincoli
d’amicizia e solidarietà tra i due paesi , consolidando la cooperazione
bilaterale nell’impegno di affrontare situazioni eccezionali e d’emergenza
L’anno scorso il governo della Russia ha regalato a Cuba 21 veicoli per
estinguere gli incendi, che permettono di moltiplicare le capacità di
risposta del nostro paese agli incendi in basi di
magazzinaggio di combustibili, aeroporti, porti e altre istallazioni.
MEDAGLIA D’ORO E D’ONORE PER TRUJILLO
L’allenatore di Mijaín López ha ricevuto il titolo
Honoris Causa, assegnato dall’Università di Matanzas «Compagnerismo,
semplicità e umiltà, oltre a un alto grado di preparazione in quanto a
conoscenza tecnica, sono le sue qualità. Più che un allenatore, il
professore è stato un padre e un esempio per tutti nella lotta a Cuba e nel
mondo». Il cinque volte campione olimpico di lotta greco romana, Mijaín
López, lo ha detto,quando il suo allenatore, Raúl Trujillo, che lo ha
portato ai suoi ultimi tre titoli olimpici, ha ricevuto il titolo Honoris
Causa in Scienze della Cultura Fisica, distinzione che gli ha assegnato
l’Università di Matanzas, nella sala José White. La decana della Facultà di
Scienze della Cultura Fisica e lo Sport della casa di alti studi, Mercedes
Estupiñán, ha detto che «incorniciare Trujillo solamente nella sua
biografia, minimizza la traiettoria di un eccellente cubano, di un uomo
molto legato alle sue radici matanzere e a quelli che lo hanno aiutato nella
sua formazione professionale».
Con più di 50 anni dedicati allo sport della lotta,
Trujillo, visibilmente emozionato, ha detto che è in questa università che
si è formato come professionista, per cui ricevere questo riconoscimento è
un momento alla vetta della sua vita.
IL GIOCO D'AZZARDO A CUBA
L’iconografia di una Cuba prima della rivoluzione si basa su di una specie
di Eden del piacere dominato dalla mafia e tacitamente approvato dal
presidente Fulgencio Batista. Nei più sfarzosi hotel dell’Avana non era raro
incontrare elementi come Lucky Luciano o Meyer Lansky che trasformarono la
capitale cubana in un porto franco dell’illegalità dove tutto era
consentito. Dal gioco d’azzardo alla prostituzione, ogni cosa era condita
dalla corruzione di un potere politico alquanto disponibile quanto capace di
approfittare di facili compensi. L’immagine di una Cuba felice tra ballerine
e mambo suonati da abili orchestre, si scontrava con il quotidiano di
milioni di poveri cubani che dovevano arrabattarsi solo per avere di che
sopravvivere. Si può dire a posteriori che la dissolutezza a Cuba era
originata dalla criminalità e dal potere politico, ovviamente tutelato da
forze militari appositamente addestrate, che avevano trovato un denominatore
comune. Ovvio che anche al di fuori dai patrii confini, la nomea che a Cuba
ci si poteva divertire senza alcun limite, provocava una forte domanda
turistica e non solo provenienti dai vicini Stati Uniti. Al giorno d’oggi,
trascorsi diversi decenni dal trionfo dei barbudos che rovesciarono il
regime del dittatore Batista e l’impostazione di un socialismo tropicale,
L’Avana e altre storiche città, hanno riacquistato quella dignità che nega
qualsiasi virtuale contatto con quella che era la Cuba ante rivoluzione
anche se, dal tessuto urbano – profondamente restaurato – alle vecchie
automobili americane che ancora miracolosamente si muovono per l’isola, sono
testimoni di un tempo oramai passato. Per chi volesse assaporare l’epoca
d’oro del gioco d’azzardo, al giorno d’oggi esistono altri sistemi che
possono essere sfruttati da qualsiasi device connesso ad Internet attraverso
il quale entrare in diretto contatto con la fortuna. È sufficiente andare
sul sito
NetBet
per tentare
la sorte con tanti divertenti e coinvolgenti giochi d’azzardo come se foste
davanti ad un tavolo verde attenti a sviluppare il vostro gioco.
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GÓMEZ NOSTRO
di Pastor Batista Valdés
Nemmeno se dedicata totalmente a lui, questa edizione
potrebbe comprendere la dimensione
umana, politica e militare dell’uomo che nacque il 18
novembre del 1836, a Baní, in Repubblica Dominicana, che poi si dedicò
completamente all’indipendenza di Cuba, dove ottenne il titolo di Generale in
Capo dell’Esercito Liberatore.
La sintesi attorno a Máximo Gómez Báez può mediare tra il
quasi impossibile e l’ingiusto, da quando, con soli 16 anni s’incorpora
all’esercito dominicano o quando va Cuba e cospira nella zona di El Dátil.
Constano il suo sollevamento in armi, la nomina a Maggior Generale da parte di
de Céspedes, il primo attacco al machete con lui come protagonista, preludio
terribile per il nemico. Parlo di chi, destituito dal comando nel 1872, per un
malinteso, assume poi nuove responsabilità: riorganizza le truppe a Camagüey e a
Las Villas, e rifiuta d’entrare a far parte del movimento per destituire
Céspedes come Presidente. L’esilio,
la spaventosa miseria familiare in Giamaica, lavorare la terra in piena montagna
per sopravvivere, la prigione nella Fortezza Ozama (Repubblica Dominicana) per
cospirare in Cuba… niente lo piega. Posso immaginare Martí quando gli chiede
d’assumere il comando militare nelle futura guerra, e Gómez gli risponde: «D’0ra
in poi lei può contare con i miei servizi». E poi il Manifesto di Montecristi,
lo sbarco a Playita de Cajobabo, l’Invasione a cavallo col machete in pugno,
l’epica attraversata dalla Trocha de Júcaro a Morón: inespugnabile secondo gli
spagnoli. Brillante quella strategia quando, in fuga apparente, retrocedette di
alcuni chilometri per realizzare un’avanzata avvolgente verso Occidente,
distruggendo la linea ferrea e le comunicazioni nemiche. I generali spagnoli
erano sconcertati a L’Avana, perchè evitava il combattimento aperto, si
rifugiava nei cayos di montagna e riappariva nella retroguardia con azioni brevi
e fulminanti. Fu irreparabile il dolore per la norte in combattimento di Maceo e
del suo adorato figlio Panchito. Ma continuò, anche dopo la fatidica fine della
guerra, perché Gómez continua ad essere Gómez. Nel suo saggio Porvenir de Cuba,
esporrà: «… e lì abbiamo la Legge Platt, eterna licenza convertita in
obbligazione per far sì che gli americani si mescolino ai nostri temi». Insigne,
indomabile, suggerisce di creare le Milizie Cubane, con 15.000 uomini che
«avrebbero reso inutile l’intervento di truppe americane e della stessa Guardia
Rurale». Il 17 giugno del 1905 chiude gli occhi convinto che «sul suolo intriso
da tante lacrime e sangue deve ondeggiare solo una bandiera, quella che ha
sostenuto il sacro ideale della Patria». Cominciava, in verità, a vivere l’uomo
che disse un giorno:«I miei gradi e il mio significato politico, troncati in
momenti solenni della storia, le mie glorie recise e tutto questo, non valgono
nulla; è effimero, ma nessuno potrà mai negare che io sono stato un soldato
leale per la libertà di Cuba. Questo mi basta e non voglio altro».
GUARIMBAS: I
GESTORI DEL CAOS CHE
AGISCONO CONTRO
IL VENEZUELA
di Raúl Antonio Capote
Il Venezuela è vittima di una guerra multiforme di carattere
non convenzionale, che vuole far arrendere il suo popolo e far cadere il Governo
Rivoluzionario chavista, con il fine d’appropriarsi
delle grandi ricchezze del suo suolo e sottosuolo. Nelle ore successive al
processo elettorale, il Venezuela ha sofferto un’ondata di violenza, incentivata
da reti sociali, che si è scontrata fortemente contro la realtà. In un periodo
di quattro giorni sono state assassinate 27 persone e 120 hanno riportato
ferite. Inoltre sono state danneggiate in modo importante diverse infrastrutture
pubbliche. La Guarimba è un tipo d’operazione paramilitare e terrorista, che
viene usato tatticamente tra forme di «guerra no convenzionale», col fine di
generare alti gradi d’instabilità politica, mediante la manipolazione strategica
di un’ ira sociale anticipatamente generata, con fini insurrezionali di cambio
politico. si possono determinare le sue caratteristiche specifiche: Sono formate
da persone giovani (soprattutto uomini),minori di 30 anni. *La loro importanza è
numericamente minore di altre forme di manifestazione politica, marce, blocchi e
colpi su casseruole. * Sono identificabili per il tipo di materiali iniziali che
utilizzano: sacchi di spazzatura e pneumatici d’auto da incendiare, così come
altri oggetti della via pubblica. * Si organizzano in quadranti che si
mantengono in un punto specifico, divisi in gruppi secondo le capacità o le
funzioni individuali. * Gruppi di scontro: di solito stanno in prima fila per
lanciare pietre e rilanciare i gas lacrimogeni. * Aiutanti e annuncianti:
seconda fila composta da individui che avvisano dei pericoli. * Gruppi d’aiuto
medico: incaricati di soccorrere i feriti e dare i primi soccorsi * Utilizzano
strategie che implicano la fuga dei coinvolti dalla scena, quando arrivano le
forze della sicurezza pubblica. Favoriscono scontri tattici per poi tornare allo
stesso punto specifico. * L’84 % delle vittime sono state uccise tra il 29 e il
30 luglio. * Le morti si possono attribuire ai detti Comanditos, dopo le
investigazioni e le expertise biologiche, fisiche e le chiamate telefoniche. *
Il maggior numero dei decessi è avvenuto a Caracas e nello stato di Aragua, con
sette morti in ogni regione. Ci sono stati morti anche negli stati di Bolívar,
Yaracuy, Miranda e Zulia. * Il 68 % degli omicidi è avvenuto di notte.
LA VIOLENZA CONTRO IL CHAVISMO: ATTACCO ALLE ISTITUZIONI
* Dodici università del paese, sette centri d’educazione
iniziale, 21 scuole d’educazione primaria e 34 licei sono stati assaltati. *
Attacchi e vandalismi in tre ospedali, sei centri di diagnosi integrale, un
centro di salute d’alta tecnologia, 30 ambulatori e una farmacia. * Sei
magazzini di alimenti e supermercati clap. * Incendio della Hidrocaribe,
l’impresa idrologica di Nuova Sparta. * Una radio comunitaria (Radio Venceremos,
in Carora, stato di Lara). * Undici stazioni della metropolitana di Caracas, un
treno incendiato a Carabobo e 38 unità di bus. * Aggressione a 27 monumenti e
statue, includendone alcuni di Simóm Bolívar, Hugo Chávez, del Cacique Coromoto
e hanno tentato di farlo con il monumento di José Gregorio Hernández. * Dieci
sedi del Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV), dieci sedi militari,
come la caserma di San Jacinto in Aragua; dieci sedi del Conseglio Nazionale
Elettorale e nello stesso numero di Stati;un incendio nelle municipalità di
Carirubana e Quíbor. * Hanno distrutto la piazza pubblica della Parrocchia El
Valle e la stazione della metro di El Valle, a Caracas. Inoltre hanno attaccato
lo zoologico di Maracay. *Aggressioni, minacce o incitamento all’odio *
Assassinio di Silva Vielma, leader del PSUV a La Julia, parrocchia Turmero del
municipio Santiago Mariño, dello stato di Aragua. * Assassinio della leader
comunitaria, Isabela Cirila Gil, segnalata come chavista a El Callao, stato di
Bolívar. * A Caracas sono stati contati 3.600 leaders del PSUV aggrediti nelle
loro case, mentre nello stato di Miranda sono stati registrati 4.000 attacchi
simili. * Attacchi contro 60 sorveglianti
internazionali, che stavano nella tenda degli osservatori in Piazza Caracas. *
Sono state registrate nell’applicazione Ven App più di 5.000 minacce a leaders
popolari di base. * Due soldati della Forza Armata Nazionale Bolivariana sono
stati assassinati. * Sono stati feriti: un generale di brigata, un tenente
colonnello, un primo tenente, 21 truppe professionali e 120 funzionari della
Polizia Nazionale Bolivariana.
* È stato realizzato un attacco alla sede del Ministero del
Potere Popolare per la Casa a Chacao, con proiettili e bombe molotov, dove si
trovavano lavoratori di questa istituzione, con figli e figlie.
COSA CERCA IN VENEZUELA IL GOVERNO DEGLI USA?
Il Venezuela possiede la più grande riserva di gas e di
petrolio, è membro fondatore di grande influenza nella OPEP. * La più grande
riserva di petrolio a livello mondiale, con il 25 % del prezioso prodotto. * La
prima riserva di gas in America Latina e l’ottava a livello mondiale. * Una
grande quantità di minerali, come oro, diamanti, ferro, bauxite,nichel, coltan,
rame, tra gli altri.
AMERICA LATINA
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I GIOCHI CHE HANNO AVUTO ORIGINE IN SUD
AMERICA
Il Sud America è una regione nota per le sue
tradizioni e cultura. Le persone che vivono qui
sono tra l’altro gentili, amichevoli e ospitali.
Premesso ciò, va altresì aggiunto che mentre
questo territorio è principalmente conosciuto
per la sua musica, i balli tradizionali e la
cucina straordinaria, le persone che vivono qui
amano anche un'altra attività ossia i giochi da
casinò con alcuni di questi che sono persino
nati in loco.
Il boom dei giochi online in Sud America
Fino a pochi anni fa, gli unici posti in cui
in Sud America e in parte di quella centrale era
possibile divertirti con i giochi di casinò
erano le strutture terrestri. Nel 2015 è
nata una nuova tendenza che va sotto il nome di
casinò online e le popolazioni locali ne sono
state molto attratte. Questi siti infatti
offrono grandi vantaggi rispetto ai casinò
tradizionali in quanto forniscono un'esperienza
di gioco unica. Ci sono tra l’altro molti
giochi di qualità tra cui scegliere, i siti sono
sicuri e accettano numerosi metodi di pagamento. I giochi da casinò sono creati da alcuni dei
fornitori più rinomati al mondo e presentano
decine di elementi che si richiamano propri alla
cultura latino-americana. Questo gioco ha preso piede in tutta Europa,
nonostante, la sua fama, non ha mai potuto
superare quella del blackjack, oggi molto
giocato anche nel nostro paese, grazie agli
operatori legali come
starcasino.it/blackjack,
con...
[segue]
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