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POLITICA - CULTURA |
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ANNOTAZIONI E
SPIGOLATURE CUBANE
a cura di
Gioia Minuti
PRESENTI NELLA SFILATA DEL 1º MAGGIO, MIGLIAIA DI AMICI DI
ALTRI PAESI
Circa 1000 amici di Cuba provenienti da un
centinaio di paesi hanno assistito alla
sfilata del 1º Maggio dallaa...[segue
SPECIALE 1° MAGGIO 2019]
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discorsi di Fidel

discorsi di
Miguel Díaz-Canel Bermúdez

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il romanzo cult
degli anni '90 |
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Una storia d'amore
nella Cuba dei primi anni '90, quando molti
italiani scoprirono le gioie ed i sogni che Cuba
riservava loro... |
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 LE PIU' BELLE FOTO DI CUBA
le foto di Rod |
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juaicaterra
COLOMBIA
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IL 3 OTTOBRE DEL 1965 NACQUE IL
QUOTIDIANO GRANMA
di Arlin Alberty Loforte
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60 anni fa vide la luce una pubblicazione risultato del
processo unitario delle forze politiche cubane agli inizi
della Rivoluzione, il quotidiano il cui nome si rese
pubblico nello stesso giorno in cui annunciò i nomi dei
membri del primo Comitato Centrale del Partito Comunista di
Cuba, e quando lesse il testamento politico del Che: la sua
lettera di commiato. Lo yacht, come lo chiamano coloro che
crescono nel giornalismo dalle sue pagine, assunse il nome
della nave che portò quel gruppo di giovani che diede la
luce definitiva alla Patria con il trionfo del gennaio del
1959. Da Granma si è narrata la speranza di questo
arcipelago, sono state denunciate le ingiustizie – la
Palestina che tanto addolora – si è lottato per la pace, si
sono contate le ore più dure, sono stati riconosciuti errori
e si è anche messo il dito nella piaga. Nelle sue pagine si
è raccontata Cuba per sè e per il mondo, si attaccato il
nemico, si è posto la spalla per il fratello … questo e
molto di più lo ha detto Granma. “Lo dice Granma”, era quel
che gridavano gli strilloni che vendevano ne L’Avana Vecchia
i quotidiani ancora odorosi d’inchiostro fresco. “Lo dice
Granma” era più che uno strillo, era più della voce del
Partito che per diritto proprio abbiamo scelto: se lo dice
Granma è sinonimo di Verità. Questa casa, con 21 Premi
Nazionali di Giornalismo José Martí per l’opera della vita
–tra i quali quelli contati dal Comandante in Capo –, è lo
spazio nel quale due di loro, nel pieno esercizio della
professione, oggi condividono le trincee con un collettivo
giovane. Granma ha nella sua agenda di viaggio, la
trasformazione, le rotte diverse che ci portano per i
cammini dell’apprendistato di un multimedia con lettori e
linguaggi diversi, con volti e voci singolari che si
uniscono nell’impegno con Cuba e la sua Rivoluzione, con le
cause giuste lì dove esistono. Granma è stato per il
Comandante in Capo quello che il periodico Patria per Martí,
e continuerà ad essere uno scenario di lotta: lo yacht che
contro il vento e la marea continua a navigare, che
custodisce tra i suoi tesori milioni di documenti, foto
inedite, e i ricordi delle notti di chiusura di stampa con
un Fidel giornalista presente.

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BOLA DE NIEVE, IL PIANO MAN DI CUBA
di Oni Acosta Llerena
Quando
il 2 ottobre del 1971 morì Bola de Nieve in città del Messico, un capitolo
della musica cubana si chiudeva con lui. Ignacio Villa Fernández ebbe una
relazione molto speciale con la canzone e precisamente con il pianoforte,
strumento dal quale non volle-né potè- mai separarsi. Nato a Guanabacoa,
culla di grandi nomi della nostra cultura, la sua inclinazione musicale
s’impose al di sopra di altri interessi accademici. Cominciò la sua carriera
accompagnando le pellicole mute di moda nel cinema Carral della città: in
quella maniera iniziò una vita dedicata all’arte segnata da una raffinatezza
stilistica e una grazia ineguagliabile, colmata dal suo contagioso carisma e
dal suo virtuosismo pianistico. Bola cantava in inglese, francese, italiano
e portoghese con una scioltezza sorprendente, e la sua mobilità nello
scenario era una delle sue attrazioni. Si parla molto del suo soprannome e
se in verità l’idea fu di Rita Montaner, figura con la quale Bola manteneva
una stretta relazione di lavoro avallata dal fatto storico d’averlo
accompagnato nel Hotel Sevilla, dove per la prima volta Rita cantò El
manisero, di Moisés Simons, e Siboney, di Ernesto Lecuona. Il suo nome
artistico sorse durante un giro in Messico nel gennaio del 1933,quando
viaggiò come pienista accompagnante di La Única, e il suo nome apparve
definitivamente nei cartelloni come Bola de Nieve. Poi furono contattati in
quel paese per presentarsi nel teatro Iris, e lavorarono nella Rivista
Cuba-Messico, e poi nella sala Politeama. Fu proprio lì che Bola cominciò
quasi per caso la sua carriera di solista, perchè Rita era tornata a Cuba e
lui dovette assumere un repertorio nel quale inserì opere dell’allora
giovane poeta Nicolás Guillén, musicalizzate da Emilio Grenet, opere come
Vito Manué, tú no sabe inglé e altre con grande accettazione del pubblico
messicano. Bola, oltre alla sua maniera di suonare e interagire con il
pubblico, fu autore di canzoni antologiche come Si me pudieras querer, o
Arroyito de mi casa, e, senza dubbio non si considerava un compositore, e
tanto meno di successo. Fu suo amico personale e grande collaboratore,
Ernesto Lecuona, che lo animò in innumerevoli occasioni a continuare a
comporre, ritornare a L’Avana a dare concerti e soprattutto sostenere uno
stile quasi unico sino ad allora che ebbe in lui un’esponente quasi
ineguagliabile : il detto piano man. Questa tipicità consiste in un cantante
che agisce, parla e genera un filo narrativo in ogni presentazione, nel
quale si stabilisce un vincolo visivo e musicale tra lui e lo strumento,
carico di emotività e spazi sensoriali, dove il virtuosismo occupa un luogo
primordiale. Bola de Nieve offerse il suo ultimo
concerto a Cuba il 20 agosto del 1971, nel teatro Amadeo Roldán, in un
omaggio a Rita Montaner e nello stesso anno la sua grande amica Chabuca
Granda (della quale Bola aveva dato una versione, come pochi, della sua Flor
de la canela) gli preparava un omaggio in Perù con colleghi e ammiratori ma
Bola, asmatico e diabetico, non partecipò perchè decise d’andarsene presto
nel parnaso dei grandi della nostra epoca.
CUBA E LA FAO NEL CAMMINO PER RINFORZARE
LA SICUREZZA ALIMENTARE
«Le
campane che suonano oggi per quelli che muoiono di fame ogni giorno,
suoneranno domani per l’umanità intera, se non avrà voluto, non avrà saputo
o potuto essere sufficientemente saggia per salvare se stessa», disse il
Comandante in Capo, Fidel Castro Ruz nel Vertice Mondiale
sull’Alimentazione, nel 1996. Il Primo Segretario del Comitato Centrale del
Partito e Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, lo ha
ricordato nel Forum Mondiale dell’Alimentazione, al quale Cuba ha
partecipato in maniera virtuale. Il mandatario cubano ha sottolineato che
Fidel aveva concesso all’Organizzazione delle Nazioni Unite per
l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), sin dalla sua creazione, «un’alta
importanza» e ha aveva fatto enfasi nel «suo permanente impegno come
impulsore della solidarietà e la fraternità tra i popoli, per sradicare la
fame e la povertà». Precisamente, nel 1978 fu stabilita ufficialmente una
rappresentazione della FAO nell’Isola, che segnò l’inizio di una
cooperazione chiave per rinforzare la sicurezza alimentare e lo sviluppo
rurale sostenibile. In un contesto nel quale le guerre, il cambio climatico
e le brecce sempre più ampie tra coloro che hanno e quelli che non hanno,
tra i super ricchi e i miseri, gli affamati, i paria del mercato nell’era
neo liberale, la sfida è, ha assicurato, ottenere un mondp libero dalla fame
e dalla malnutrizione, dove l’alimentazione e l’agricoltura contribuiranno a
migliorare in forma sostenibile i livelli di vita di tutte le persone».
«L’Isola grande delle Antille, ha detto, ha posto le sue capacità e le
esperienze a disposizione della cooperazione sud-sud ed ha ricevuto
l’appoggio della FAO nella costruzione e l’implementazione delle politiche
pubbliche per trasformare i sistemi alimentari locali, includendo la Legge
di Sovranità Alimentare e Sicurezza Alimentare e Nutrizionale, così come
altre politiche e normative. Con l’appoggio della FAO, nel 2025
s’implementano in Cuba 13 progetti che coprono 59 municipi», ha precisato.
L’incontro è stato propizio per riconoscere il lavoro di questo organismo
assieme a Cuba «per ottenere una produzione migliore, una miglior
nutrizione, un miglior ambiente e una vita migliore, senza lasciare indietro
nessuno. «Con la FAO continuiamo a consolidare le nostre mete essenziali nel
paese, per avanzare verso sistemi agro alimentari più efficienti e
inclusivi, resistenti e sostenibili», ha sostenuto. Díaz-Canel ha
approfittato, proprio nel 80º anniversario della FAO, per segnalarla come un
attore chiave d’appoggio al paese nella trasformazione dei sistemi agro
alimentari, lo scontro al cambio climatico e la conservazione della
biodiversità. Inoltre nell’emancipazione delle donne e dei giovani
nell’ambito rurale. Poi si è riferito alle aggressioni dell’impero,
attraverso misure coercitive unilaterali, come il blocco, per piegare il
popolo cubano per fame e necessità, così come utilizza altri metodi di
genocidio in Gaza, dove la carestia è stata una costante negli ultimi due
anni. Finalmente ha elogiato il merito di coloro che lavorano
nell’organizzazione, allo sforzo per cancellare la fame dal pianeta.
LA PRESIDENTE DEL MESSICO,
CLAUDIA SHEINBAUM,
NON PARTECIPERÀ
AL PROSSIMO VERTICE DELLE
AMERICHE
Di
fronte all’esclusione di Cuba, Venezuela e Nicaragua nel prossimo Vertice
delle Americhe, previsto per il 4 e 5 dicembre, in Repubblica Dominicana, la
presidente del Messico, Claudia Sheinbaum, ha annunciato che non parteciperà
all’incontro come mostra della sua ferma posizione in difesa dell’inclusione
e del rispetto regionale. Condannando ogni forma d’ingerenza straniera e in
appoggio alla sovranità delle nazioni dell’area, ha assicurato che, in
accordo con la politica estera del Messico:«Noi non saremo mai d’accordo
sull’esclusione di nessun paese», ha informato il quotidiano La Jornada. La
voce della denuncia e in favore della dignità della Presidente messicana,si
somma a quella dei delegati di 35 paesi dell’ America Latina, dei Caraibi e
di altre parti del mondo che hanno espresso la loro condanna per
l’esclusione delle tre nazioni e come ammenda hanno convocato il Vertice dei
Popoli in Santo Domingo.
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NEWS DA CUBA
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FIDEL, IL SUO PARTITO, IL SUO GIORNALE
di Elson Concepción Pérez
Martiano in tutta la dimensione umana, Fidel ha fatto
delle idee dell’Apostolo, non solo la sua bandiera nella
lotta, ma anche il concetto di contare con un Partito che
prepara gli uomini e le donne del popolo ad essere capaci di
difendere la Patria e il progetto di paese sorto dall’unione
di tutti gli impegnati a contare con una Cuba migliore per
il bene di tutti. Anche Fidel utilizzò nella sua lotta
politica e guerrigliera la stampa martiana, il Cubano
Libero, pubblicazione che il generale Antonio Maceo
caratterizzò come «un pezzo di artiglieria». Il Comandante
in Capo, con il suo genio di stratega politico, seppe unire
le distinte forze in Partito e forgiare con lui un media
della stampa che giungesse a tutti i settori della società.
Fidel s’impegnò nel lavoro della stampa in tale maniera che
nessuno poteva mettere in dubbio che si trattava di un
periodo eccezionale, che chiedeva di tutto e «metteva in
imbarazzo» i suoi interlocutori che non erano preparati per
rispondere alle sue indagini e «a rispondere con la verità».
Jorge Enrique Mendoza, combattente della Sierra e parte del
gruppo che portò Radio Rebelde dai punti intricato della
montagna, occupò la direzione del quotidiano Granma dal 1967
al 1987, e fu testimone dei prima linea ein quello che si
può catalogare come «passione di Fidel» per conoscere,
indagare, dibattere in qualsiasi terreno del sapeer, e il
giornalismo non era un’eccezione . Piu di una volta ho avuto
l’opportunità di sentire Mendoza dire: «Figlietto mio», se
vogliamo fare un giornalismo in accordo con il nostro tempo
e impgnatp con il processo rivoluzionario, studiamo Fidel,,
leggiamo i suoi interventi nei Congressi e nei Plenum della
UPEC, le sue presenze alla televisione o le interviste, dove
passava reiteratamente da intervistato a intervistatore. Il
quotidiano Granma, creato nel 1965, come risultato della
fusione dei quotidiani Hoy e Revolución, fu luogo di
reiterate visite del Comandante — di notte e all’alba,
soprattutto—, dove non solo s’interessava di quello che si
pubblica quel giorno. Leggeva le pagine di prova molte
volte, faceva osservazioni, dava suggerimenti e tra questi
quelli d’approfondire alcuni temi, abbordarli con articoli e
in editoriali e dare un seguito dovuto. Ma Fidel nel «suo
giornale» era molto più di un orientatore critico di quello
che si pubblicava o non si pubblicava; era il Comandante che
arrivava alla redazione o alla tipografia allora “linotipo”,
dove si stampava il quotidiano, indagava lo stato di salute
dei suoi lavoratori, che potevano ammalarsi per l’effetto
del piombo usato nell’elaborazione e la stampa del Granma,
come raccontava Mendoza. Il direttore di Granma d’allora,
osservava che: «Il Comandante era molto preoccupato che il
giornale uscisse dalla rotativa senza errori che non fossero
corretti a tempo». Il suo quotidiano anche se oggi
predominano in lui le nuove generazioni di giornalisti e
dove i luoghi di stampa hanno dato il posto a una
riconversione tecnologica con forme tecniche più moderne,
abbiamo e teniamo in Fidel il giornalista, il creatore, l’impulsore
assieme al Partito, di quest'opera inconclusa. I giornalisti
cubani, di Granma o di qualsiasi altro media non possiamo
dimenticare l’impegno etico professionale e rivoluzionario
di continuare a portare avanti e perfezionare questa grande
opera. Tutti abbiamo l’opportunità e l’obbligo morale
d’offrire il nostro apporto. Per questo il «Concetto della
Rivoluzione» che ci ha lasciato Fidel va portato ai nostri
media in forma creativa, senza apologie né conformismi, come
nostro impegno fondamentale. Granma deve convertire questo
60º Anniversario, nell’impegno di tutti i suoi lavoratori
per far sì che questa nostra nave continui a solcare i mari,
dando continuità a quello che ci ha insegnato il nostro
maggior giornalista, il nostro Fidel.
UN VERTICE DEI
POPOLI INCLUSIVO E SOLIDALE
di Laura Mercedes Giráldez
Con un ampio supporto è stato convocato un Vertice dei
Popoli, a Santo Domingo, come ammenda di fronte
all’esclusione di Cuba, Venezuela e Nicaragua, dal X Vertice
delle Americhe. L’Isola grande delle Antille «non è sola».
Per questo durante la chiusura del IX Incontro Continentale
e Caraibico di Solidarietà con Cuba, realizzato in Messico,è
stato convocato un Vertice dei Popoli in Santo Domingo, come
ammenda alla sua esclusione con Venezuela e Nicaragua dal X
Vertice delle Americhe, che si terrà in dicembre, a Punta
Cana. Nel sito Sempre con Cuba, si legge che, citando la
resistenza e la tenacia dell’Isola nella sua permanente
battaglia per la sovranità, Roberto Payano Pantaleón,
presidente della campagna dominicana di solidarietà con
Cuba, ha sollecitato in nome dei presenti che il Governo del
suo paese compia la promessa fatta dal Presidente, quando la
Repubblica Dominicana è stata dichiarata sede e ha dato la
sua parola che sarebbe stata uno spazio inclusivo. Non ci
sono dubbi in tempi nei quali non stiamo «per vertici
esclusivi», ha detto, e ha precisato che lasciare fuori
queste «tre nazioni fraterne è un passo indietro del Governo
del paese anfitrione di fronte alle brutali pressioni
unilaterali degli Stati Uniti che tentano d’imporre di nuovo
la Doctrina Monroe minacciando la pace, la sicurezza e la
stabilità regionale. «Di fronte a un Vertice delle Americhe
costruito sulla coercizione e l’esclusione e di fronte
all’offensiva imperialista, promuoviamo la solidarietà,
l’unità e la pace nella nostra regione». Il mondo
indubbiamente ha la certezza del valore dei figli di Martí
di difendere il loro diritto all’auto determinazione e ad
alzare la voce per denunciare i crimini e l’ingiustizia.
Questo è quello che teme l’impero, l’esempio di dignità e il
decoro. Marcos Rodríguez Costa, ambasciatore cubano in
Messico, ha espresso il suo ringraziamento per l’iniziativa
che - ha detto - sarà uno spazio legittimo dell’incontro,
dialogo e articolazione tra i movimenti solidali con Cuba e
le cause giuste che difendiamo. Inoltre sarà eco delle voci
che si pretendete silenziare lasciando fuori dall’incontro
regionale questi tre paesi. E sarà espressione di un’America
Latina e Caraibica che non accetta imposizioni né
esclusioni. Il sostegno ricevuto da Cuba nell’incontro è
stato palpabile anche attraverso la volontà delle centinaia
di delegati di 35 paesi dell’ America Latina e dei Caraibi,
della Spagna, Canada e Stati Uniti , che hanno accordato di
rinforzare la lotta parlamentare governativa e dei popoli,
per esigere la fine del blocco e perché si ritiri l’Isola
delle Antille dall’infame lista degli Stati che-si
presume-patrocinano il terrorismo.
DA CUBA, LE VOCI DELLA SINISTRA
di Jorge Ernesto Angulo Leiva
Tra poco, per cinque giorni, si lotterà per far vibrare
il mondo da L’Avana con la realizzazione del Terzo Incontro
Internazionale delle Pubblicazioni Teoriche dei Partiti e
dei Movimenti di Sinistra, e del Primo Festival
Internazionale Granma Rebelde. Luis Morlote Rivas,
funzionario del Comitato Centrale del Partito e direttore
della rivista Cuba Socialista, ha offerto questa
informazione in una conferenza stampa, precisando che il
primo di questi due avvenimenti si svolgerà dal 15 al 17
ottobre nell’Università del Partito Ñico López, mentre il
secondo si svolgerà dal pomeriggio del 17 a domenica 19 in
Linea e 18, nel Vedado avanero. Con uno stretto vincolo gli
incontri riuniranno più di cento partecipati provenienti da
più di 30 paesi, ha precisato. Le giornate tracceranno
strategie collettive, toccheranno temi critici e
scommetteranno sull’uguaglianza, la solidarietà e la
democrazia. L’ Incontro delle Pubblicazioni, convocato da
Cuba Socialista e coauspicato dalla Rete degli Intellettuali
e Artisti in Difesa dell’Umanità e Casa de las Américas,
conterà con la presenza di noti intellettuali, attivisti e
politologi, tra i quali Ignacio Ramonet, incaricato della
conferenza magistrale sulle sfide presentate alla sinistra
dall’intelligenza artificiale quantica, ha commentato. Tra
le altre figure di spicco ci sono l’artista e filosofo
messicano Fernando Buen Abad; la dottoressa cubana in
Diritto, in Scienze giuridiche, Filosofiche e in Pedagogia,
Isabel Monal; del Partito Comunista della Spagna, José Luis
Centella, e il direttore di La Iguana tv,
Miguel Ángel Pérez Pirela. Parteciperanno anche
delegazioni d’alto livello provenienti dalla Cina e dal
Vietnam. L’evento accoglierà seminari e dibattiti simultanei
su temi come il fascismo di nuovo tipo, la comunicazione
politica e le gioventù per un futuro migliore. Si
presenteranno libri sul pensiero di diversi leaders e si
farà il lancio del numero appartenente al periodo 2024-2025
di Cuba Socialista, con un riassunto dell’edizione
precedente dell’Incontro. Inoltre il Festival, dedicato
all’anniversario 60 dei quotidiani Granma e Juventud Rebelde,
così come ai centenari del primo Partito Comunista e del
Comandante in Capo Fidel Castro Ruz, accoglierà esperienze
di media di tutta l’Isola e stranieri. Artisti delle belle
arti, musicisti e altri di prestigio, animeranno le date, ha
dettagliato Yoerky Sánchez Cuellar, direttore del quotidiano
Granma. Yuniel Labacena Romero, al fronte di Juventud
Rebelde, ha detto che queste attività aperte al pubblico nel
fine settimana dalle dieci di mattina alle diciannove,
includono la realizzazione di vari dibattiti, come quello
attorno alla figura di Fidel, al quale parteciperanno vari
giornalisti che lo hanno conosciuto.
AMERICA LATINA
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I GIOCHI CHE HANNO AVUTO ORIGINE IN SUD
AMERICA
Il Sud America è una regione nota per le sue
tradizioni e cultura. Le persone che vivono qui
sono tra l’altro gentili, amichevoli e ospitali.
Premesso ciò, va altresì aggiunto che mentre
questo territorio è principalmente conosciuto
per la sua musica, i balli tradizionali e la
cucina straordinaria, le persone che vivono qui
amano anche un'altra attività ossia i giochi da
casinò con alcuni di questi che sono persino
nati in loco.
Il boom dei giochi on line in Sud America
I giochi da casinò sono creati da alcuni dei
fornitori più rinomati al mondo e presentano
decine di elementi che si richiamano propri alla
cultura latino-americana. Questo gioco ha preso piede in tutta Europa,
nonostante, la sua fama, non ha mai potuto
superare quella del blackjack, oggi molto
giocato anche nel nostro paese, grazie agli
operatori legali come
starcasino.it/blackjack,
con...
[segue]
IL GIOCO D'AZZARDO A CUBA
L’iconografia di una Cuba prima della rivoluzione si basa su di una specie
di Eden del piacere dominato dalla mafia e tacitamente approvato dal
presidente Fulgencio Batista. Nei più sfarzosi hotel dell’Avana non era raro
incontrare elementi come Lucky Luciano o Meyer Lansky che trasformarono la
capitale cubana in un porto franco dell’illegalità dove tutto era
consentito. Dal gioco d’azzardo alla prostituzione, ogni cosa era condita
dalla corruzione di un potere politico alquanto disponibile quanto capace di
approfittare di facili compensi. L’immagine di una Cuba felice tra ballerine
e mambo suonati da abili orchestre, si scontrava con il quotidiano di
milioni di poveri cubani che dovevano arrabattarsi solo per avere di che
sopravvivere. Si può dire a posteriori che la dissolutezza a Cuba era
originata dalla criminalità e dal potere politico, ovviamente tutelato da
forze militari appositamente addestrate, che avevano trovato un denominatore
comune. Ovvio che anche al di fuori dai patrii confini, la nomea che a Cuba
ci si poteva divertire senza alcun limite, provocava una forte domanda
turistica e non solo provenienti dai vicini Stati Uniti. Al giorno d’oggi,
trascorsi diversi decenni dal trionfo dei barbudos che rovesciarono il
regime del dittatore Batista e l’impostazione di un socialismo tropicale,
L’Avana e altre storiche città, hanno riacquistato quella dignità che nega
qualsiasi virtuale contatto con quella che era la Cuba ante rivoluzione
anche se, dal tessuto urbano – profondamente restaurato – alle vecchie
automobili americane che ancora miracolosamente si muovono per l’isola, sono
testimoni di un tempo oramai passato. Per chi volesse assaporare l’epoca
d’oro del gioco d’azzardo, al giorno d’oggi esistono altri sistemi che
possono essere sfruttati da qualsiasi device connesso ad Internet attraverso
il quale entrare in diretto contatto con la fortuna. È sufficiente andare
sul sito
NetBet
per tentare
la sorte con tanti divertenti e coinvolgenti giochi d’azzardo come se foste
davanti ad un tavolo verde attenti a sviluppare il vostro gioco.
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