SEZIONI

POLITICA  - CULTURA
CULTURA A CUBA
EDITORIALI PRECEDENTI
SPECIALE HUGO CHAVEZ
STORIA
AMERICA LATINA
ULTIME NOTIZIE
 
CUBA OGGI
OBAMA A CUBA
SPECIALE USA-CUBA

LA VITTORIA STRATEGICA

RIFLESSIONI DI FIDEL
RESISTENCIA EN HONDURAS
CORSO DI SPAGNOLO
speciale Marti'
OFF TOPIC
pagine DI UN POETA
SCARICA LIBRI CUBANI GRATIS
CUBANEWS
DALL'AMBASCIATA
CANESCIOLTO
RACCONTI  CUBANI
100$ PER UN AMORE
non solo CUBA
RACCONTO DEL MESE
MONDOCANE
uaicaterra  COLOMBIA
LA CUBA DI GIN
Corrispondenze da Cuba (esp.)
ULTIME DALLA COLOMBIA (esp)
GUERRA DELL'IMPERO
QUE ME CUENTAS
FIHAV 2018
 

ANNOTAZIONI E SPIGOLATURE CUBANE

a cura di
Gioia Minuti

 

PRESENTI NELLA SFILATA DEL 1º MAGGIO, MIGLIAIA DI AMICI DI ALTRI PAESI

 

Circa 1000 amici di Cuba provenienti da un centinaio di paesi hanno assistito alla sfilata del 1º Maggio dallaa...[segue SPECIALE 1° MAGGIO 2019]

 

 

 

speciale Siporcuba
sui 5 patrioti cubani
discorsi di Fidel

 

discorsi di Miguel Díaz-Canel Bermúdez


 

PL notizie, info e molto di piu'

il romanzo cult degli anni '90

Una storia d'amore nella Cuba dei primi anni '90, quando molti italiani scoprirono le gioie ed i sogni che Cuba riservava loro...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LE PIU' BELLE FOTO DI CUBA

le foto di Rod


juaicaterra
COLOMBIA

 

 

 


 

IL 3 OTTOBRE DEL 1965 NACQUE IL QUOTIDIANO GRANMA


 

di Arlin Alberty Loforte

 

60 anni fa vide la luce una pubblicazione risultato del processo unitario delle forze politiche cubane agli inizi della Rivoluzione, il quotidiano il cui nome si rese pubblico nello stesso giorno in cui annunciò i nomi dei membri del primo Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba, e quando lesse il testamento politico del Che: la sua lettera di commiato. Lo yacht, come lo chiamano coloro che crescono nel giornalismo dalle sue pagine, assunse il nome della nave che portò quel gruppo di giovani che diede la luce definitiva alla Patria con il trionfo del gennaio del 1959. Da Granma si è narrata la speranza di questo arcipelago, sono state denunciate le ingiustizie – la Palestina che tanto addolora – si è lottato per la pace, si sono contate le ore più dure, sono stati riconosciuti errori e si è anche messo il dito nella piaga. Nelle sue pagine si è raccontata Cuba per sè e per il mondo, si attaccato il nemico, si è posto la spalla per il fratello … questo e molto di più lo ha detto Granma. “Lo dice Granma”, era quel che gridavano gli strilloni che vendevano ne L’Avana Vecchia i quotidiani ancora odorosi d’inchiostro fresco. “Lo dice Granma” era più che uno strillo, era più della voce del Partito che per diritto proprio abbiamo scelto: se lo dice Granma è sinonimo di Verità. Questa casa, con 21 Premi Nazionali di Giornalismo José Martí per l’opera della vita –tra i quali quelli contati dal Comandante in Capo –, è lo spazio nel quale due di loro, nel pieno esercizio della professione, oggi condividono le trincee con un collettivo giovane. Granma ha nella sua agenda di viaggio, la trasformazione, le rotte diverse che ci portano per i cammini dell’apprendistato di un multimedia con lettori e linguaggi diversi, con volti e voci singolari che si uniscono nell’impegno con Cuba e la sua Rivoluzione, con le cause giuste lì dove esistono. Granma è stato per il Comandante in Capo quello che il periodico Patria per Martí, e continuerà ad essere uno scenario di lotta: lo yacht che contro il vento e la marea continua a navigare, che custodisce tra i suoi tesori milioni di documenti, foto inedite, e i ricordi delle notti di chiusura di stampa con un Fidel giornalista presente.

 


CUBA  ATTUALITA'
  

 

 

BOLA DE NIEVE, IL PIANO MAN DI CUBA


 

di Oni Acosta Llerena

 

Quando il 2 ottobre del 1971 morì Bola de Nieve in città del Messico, un capitolo della musica cubana si chiudeva con lui. Ignacio Villa Fernández ebbe una relazione molto speciale con la canzone e precisamente con il pianoforte, strumento dal quale non volle-né potè- mai separarsi. Nato a Guanabacoa, culla di grandi nomi della nostra cultura, la sua inclinazione musicale s’impose al di sopra di altri interessi accademici. Cominciò la sua carriera accompagnando le pellicole mute di moda nel cinema Carral della città: in quella maniera iniziò una vita dedicata all’arte segnata da una raffinatezza stilistica e una grazia ineguagliabile, colmata dal suo contagioso carisma e dal suo virtuosismo pianistico. Bola cantava in inglese, francese, italiano e portoghese con una scioltezza sorprendente, e la sua mobilità nello scenario era una delle sue attrazioni. Si parla molto del suo soprannome e se in verità l’idea fu di Rita Montaner, figura con la quale Bola manteneva una stretta relazione di lavoro avallata dal fatto storico d’averlo accompagnato nel Hotel Sevilla, dove per la prima volta Rita cantò El manisero, di Moisés Simons, e Siboney, di Ernesto Lecuona. Il suo nome artistico sorse durante un giro in Messico nel gennaio del 1933,quando viaggiò come pienista accompagnante di La Única, e il suo nome apparve definitivamente nei cartelloni come Bola de Nieve. Poi furono contattati in quel paese per presentarsi nel teatro Iris, e lavorarono nella Rivista Cuba-Messico, e poi nella sala Politeama. Fu proprio lì che Bola cominciò quasi per caso la sua carriera di solista, perchè Rita era tornata a Cuba e lui dovette assumere un repertorio nel quale inserì opere dell’allora giovane poeta Nicolás Guillén, musicalizzate da Emilio Grenet, opere come Vito Manué, tú no sabe inglé e altre con grande accettazione del pubblico messicano. Bola, oltre alla sua maniera di suonare e interagire con il pubblico, fu autore di canzoni antologiche come Si me pudieras querer, o Arroyito de mi casa, e, senza dubbio non si considerava un compositore, e tanto meno di successo. Fu suo amico personale e grande collaboratore, Ernesto Lecuona, che lo animò in innumerevoli occasioni a continuare a comporre, ritornare a L’Avana a dare concerti e soprattutto sostenere uno stile quasi unico sino ad allora che ebbe in lui un’esponente quasi ineguagliabile : il detto piano man. Questa tipicità consiste in un cantante che agisce, parla e genera un filo narrativo in ogni presentazione, nel quale si stabilisce un vincolo visivo e musicale tra lui e lo strumento, carico di emotività e spazi sensoriali, dove il virtuosismo occupa un luogo primordiale. Bola de Nieve offerse il suo ultimo concerto a Cuba il 20 agosto del 1971, nel teatro Amadeo Roldán, in un omaggio a Rita Montaner e nello stesso anno la sua grande amica Chabuca Granda (della quale Bola aveva dato una versione, come pochi, della sua Flor de la canela) gli preparava un omaggio in Perù con colleghi e ammiratori ma Bola, asmatico e diabetico, non partecipò perchè decise d’andarsene presto nel parnaso dei grandi della nostra epoca.


 

CUBA E LA FAO NEL CAMMINO PER RINFORZARE


 

LA SICUREZZA ALIMENTARE



 

«Le campane che suonano oggi per quelli che muoiono di fame ogni giorno, suoneranno domani per l’umanità intera, se non avrà voluto, non avrà saputo o potuto essere sufficientemente saggia per salvare se stessa», disse il Comandante in Capo, Fidel Castro Ruz nel Vertice Mondiale sull’Alimentazione, nel 1996. Il Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito e Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, lo ha ricordato nel Forum Mondiale dell’Alimentazione, al quale Cuba ha partecipato in maniera virtuale. Il mandatario cubano ha sottolineato che Fidel aveva concesso all’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), sin dalla sua creazione, «un’alta importanza» e ha aveva fatto enfasi nel «suo permanente impegno come impulsore della solidarietà e la fraternità tra i popoli, per sradicare la fame e la povertà». Precisamente, nel 1978 fu stabilita ufficialmente una rappresentazione della FAO nell’Isola, che segnò l’inizio di una cooperazione chiave per rinforzare la sicurezza alimentare e lo sviluppo rurale sostenibile. In un contesto nel quale le guerre, il cambio climatico e le brecce sempre più ampie tra coloro che hanno e quelli che non hanno, tra i super ricchi e i miseri, gli affamati, i paria del mercato nell’era neo liberale, la sfida è, ha assicurato, ottenere un mondp libero dalla fame e dalla malnutrizione, dove l’alimentazione e l’agricoltura contribuiranno a migliorare in forma sostenibile i livelli di vita di tutte le persone». «L’Isola grande delle Antille, ha detto, ha posto le sue capacità e le esperienze a disposizione della cooperazione sud-sud ed ha ricevuto l’appoggio della FAO nella costruzione e l’implementazione delle politiche pubbliche per trasformare i sistemi alimentari locali, includendo la Legge di Sovranità Alimentare e Sicurezza Alimentare e Nutrizionale, così come altre politiche e normative. Con l’appoggio della FAO, nel 2025 s’implementano in Cuba 13 progetti che coprono 59 municipi», ha precisato. L’incontro è stato propizio per riconoscere il lavoro di questo organismo assieme a Cuba «per ottenere una produzione migliore, una miglior nutrizione, un miglior ambiente e una vita migliore, senza lasciare indietro nessuno. «Con la FAO continuiamo a consolidare le nostre mete essenziali nel paese, per avanzare verso sistemi agro alimentari più efficienti e inclusivi, resistenti e sostenibili», ha sostenuto. Díaz-Canel ha approfittato, proprio nel 80º anniversario della FAO, per segnalarla come un attore chiave d’appoggio al paese nella trasformazione dei sistemi agro alimentari, lo scontro al cambio climatico e la conservazione della biodiversità. Inoltre nell’emancipazione delle donne e dei giovani nell’ambito rurale. Poi si è riferito alle aggressioni dell’impero, attraverso misure coercitive unilaterali, come il blocco, per piegare il popolo cubano per fame e necessità, così come utilizza altri metodi di genocidio in Gaza, dove la carestia è stata una costante negli ultimi due anni. Finalmente ha elogiato il merito di coloro che lavorano nell’organizzazione, allo sforzo per cancellare la fame dal pianeta.

 


 

 

LA PRESIDENTE DEL MESSICO, CLAUDIA SHEINBAUM,

 

 

NON PARTECIPERÀ


 

AL PROSSIMO VERTICE DELLE AMERICHE


 


 

Di fronte all’esclusione di Cuba, Venezuela e Nicaragua nel prossimo Vertice delle Americhe, previsto per il 4 e 5 dicembre, in Repubblica Dominicana, la presidente del Messico, Claudia Sheinbaum, ha annunciato che non parteciperà all’incontro come mostra della sua ferma posizione in difesa dell’inclusione e del rispetto regionale. Condannando ogni forma d’ingerenza straniera e in appoggio alla sovranità delle nazioni dell’area, ha assicurato che, in accordo con la politica estera del Messico:«Noi non saremo mai d’accordo sull’esclusione di nessun paese», ha informato il quotidiano La Jornada. La voce della denuncia e in favore della dignità della Presidente messicana,si somma a quella dei delegati di 35 paesi dell’ America Latina, dei Caraibi e di altre parti del mondo che hanno espresso la loro condanna per l’esclusione delle tre nazioni e come ammenda hanno convocato il Vertice dei Popoli in Santo Domingo.

 

   



NEWS DA CUBA

 

 

FIDEL, IL SUO PARTITO, IL SUO GIORNALE


 

di Elson Concepción Pérez
 


 

Martiano in tutta la dimensione umana, Fidel ha fatto delle idee dell’Apostolo, non solo la sua bandiera nella lotta, ma anche il concetto di contare con un Partito che prepara gli uomini e le donne del popolo ad essere capaci di difendere la Patria e il progetto di paese sorto dall’unione di tutti gli impegnati a contare con una Cuba migliore per il bene di tutti. Anche Fidel utilizzò nella sua lotta politica e guerrigliera la stampa martiana, il Cubano Libero, pubblicazione che il generale Antonio Maceo caratterizzò come «un pezzo di artiglieria». Il Comandante in Capo, con il suo genio di stratega politico, seppe unire le distinte forze in Partito e forgiare con lui un media della stampa che giungesse a tutti i settori della società. Fidel s’impegnò nel lavoro della stampa in tale maniera che nessuno poteva mettere in dubbio che si trattava di un periodo eccezionale, che chiedeva di tutto e «metteva in imbarazzo» i suoi interlocutori che non erano preparati per rispondere alle sue indagini e «a rispondere con la verità». Jorge Enrique Mendoza, combattente della Sierra e parte del gruppo che portò Radio Rebelde dai punti intricato della montagna, occupò la direzione del quotidiano Granma dal 1967 al 1987, e fu testimone dei prima linea ein quello che si può catalogare come «passione di Fidel» per conoscere, indagare, dibattere in qualsiasi terreno del sapeer, e il giornalismo non era un’eccezione . Piu di una volta ho avuto l’opportunità di sentire Mendoza dire: «Figlietto mio», se vogliamo fare un giornalismo in accordo con il nostro tempo e impgnatp con il processo rivoluzionario, studiamo Fidel,, leggiamo i suoi interventi nei Congressi e nei Plenum della UPEC, le sue presenze alla televisione o le interviste, dove passava reiteratamente da intervistato a intervistatore. Il quotidiano Granma, creato nel 1965, come risultato della fusione dei quotidiani Hoy e Revolución, fu luogo di reiterate visite del Comandante — di notte e all’alba, soprattutto—, dove non solo s’interessava di quello che si pubblica quel giorno. Leggeva le pagine di prova molte volte, faceva osservazioni, dava suggerimenti e tra questi quelli d’approfondire alcuni temi, abbordarli con articoli e in editoriali e dare un seguito dovuto. Ma Fidel nel «suo giornale» era molto più di un orientatore critico di quello che si pubblicava o non si pubblicava; era il Comandante che arrivava alla redazione o alla tipografia allora “linotipo”, dove si stampava il quotidiano, indagava lo stato di salute dei suoi lavoratori, che potevano ammalarsi per l’effetto del piombo usato nell’elaborazione e la stampa del Granma, come raccontava Mendoza. Il direttore di Granma d’allora, osservava che: «Il Comandante era molto preoccupato che il giornale uscisse dalla rotativa senza errori che non fossero corretti a tempo». Il suo quotidiano anche se oggi predominano in lui le nuove generazioni di giornalisti e dove i luoghi di stampa hanno dato il posto a una riconversione tecnologica con forme tecniche più moderne, abbiamo e teniamo in Fidel il giornalista, il creatore, l’impulsore assieme al Partito, di quest'opera inconclusa. I giornalisti cubani, di Granma o di qualsiasi altro media non possiamo dimenticare l’impegno etico professionale e rivoluzionario di continuare a portare avanti e perfezionare questa grande opera. Tutti abbiamo l’opportunità e l’obbligo morale d’offrire il nostro apporto. Per questo il «Concetto della Rivoluzione» che ci ha lasciato Fidel va portato ai nostri media in forma creativa, senza apologie né conformismi, come nostro impegno fondamentale. Granma deve convertire questo 60º Anniversario, nell’impegno di tutti i suoi lavoratori per far sì che questa nostra nave continui a solcare i mari, dando continuità a quello che ci ha insegnato il nostro maggior giornalista, il nostro Fidel.

 


UN VERTICE DEI POPOLI INCLUSIVO E SOLIDALE


 

di Laura Mercedes Giráldez

 

Con un ampio supporto è stato convocato un Vertice dei Popoli, a Santo Domingo, come ammenda di fronte all’esclusione di Cuba, Venezuela e Nicaragua, dal X Vertice delle Americhe. L’Isola grande delle Antille «non è sola». Per questo durante la chiusura del IX Incontro Continentale e Caraibico di Solidarietà con Cuba, realizzato in Messico,è stato convocato un Vertice dei Popoli in Santo Domingo, come ammenda alla sua esclusione con Venezuela e Nicaragua dal X Vertice delle Americhe, che si terrà in dicembre, a Punta Cana. Nel sito Sempre con Cuba, si legge che, citando la resistenza e la tenacia dell’Isola nella sua permanente battaglia per la sovranità, Roberto Payano Pantaleón, presidente della campagna dominicana di solidarietà con Cuba, ha sollecitato in nome dei presenti che il Governo del suo paese compia la promessa fatta dal Presidente, quando la Repubblica Dominicana è stata dichiarata sede e ha dato la sua parola che sarebbe stata uno spazio inclusivo. Non ci sono dubbi in tempi nei quali non stiamo «per vertici esclusivi», ha detto, e ha precisato che lasciare fuori queste «tre nazioni fraterne è un passo indietro del Governo del paese anfitrione di fronte alle brutali pressioni unilaterali degli Stati Uniti che tentano d’imporre di nuovo la Doctrina Monroe minacciando la pace, la sicurezza e la stabilità regionale. «Di fronte a un Vertice delle Americhe costruito sulla coercizione e l’esclusione e di fronte all’offensiva imperialista, promuoviamo la solidarietà, l’unità e la pace nella nostra regione». Il mondo indubbiamente ha la certezza del valore dei figli di Martí di difendere il loro diritto all’auto determinazione e ad alzare la voce per denunciare i crimini e l’ingiustizia. Questo è quello che teme l’impero, l’esempio di dignità e il decoro. Marcos Rodríguez Costa, ambasciatore cubano in Messico, ha espresso il suo ringraziamento per l’iniziativa che - ha detto - sarà uno spazio legittimo dell’incontro, dialogo e articolazione tra i movimenti solidali con Cuba e le cause giuste che difendiamo. Inoltre sarà eco delle voci che si pretendete silenziare lasciando fuori dall’incontro regionale questi tre paesi. E sarà espressione di un’America Latina e Caraibica che non accetta imposizioni né esclusioni. Il sostegno ricevuto da Cuba nell’incontro è stato palpabile anche attraverso la volontà delle centinaia di delegati di 35 paesi dell’ America Latina e dei Caraibi, della Spagna, Canada e Stati Uniti , che hanno accordato di rinforzare la lotta parlamentare governativa e dei popoli, per esigere la fine del blocco e perché si ritiri l’Isola delle Antille dall’infame lista degli Stati che-si presume-patrocinano il terrorismo.


 

DA CUBA, LE VOCI DELLA SINISTRA


 

di Jorge Ernesto Angulo Leiva


 

Tra poco, per cinque giorni, si lotterà per far vibrare il mondo da L’Avana con la realizzazione del Terzo Incontro Internazionale delle Pubblicazioni Teoriche dei Partiti e dei Movimenti di Sinistra, e del Primo Festival Internazionale Granma Rebelde. Luis Morlote Rivas, funzionario del Comitato Centrale del Partito e direttore della rivista Cuba Socialista, ha offerto questa informazione in una conferenza stampa, precisando che il primo di questi due avvenimenti si svolgerà dal 15 al 17 ottobre nell’Università del Partito Ñico López, mentre il secondo si svolgerà dal pomeriggio del 17 a domenica 19 in Linea e 18, nel Vedado avanero. Con uno stretto vincolo gli incontri riuniranno più di cento partecipati provenienti da più di 30 paesi, ha precisato. Le giornate tracceranno strategie collettive, toccheranno temi critici e scommetteranno sull’uguaglianza, la solidarietà e la democrazia. L’ Incontro delle Pubblicazioni, convocato da Cuba Socialista e coauspicato dalla Rete degli Intellettuali e Artisti in Difesa dell’Umanità e Casa de las Américas, conterà con la presenza di noti intellettuali, attivisti e politologi, tra i quali Ignacio Ramonet, incaricato della conferenza magistrale sulle sfide presentate alla sinistra dall’intelligenza artificiale quantica, ha commentato. Tra le altre figure di spicco ci sono l’artista e filosofo messicano Fernando Buen Abad; la dottoressa cubana in Diritto, in Scienze giuridiche, Filosofiche e in Pedagogia, Isabel Monal; del Partito Comunista della Spagna, José Luis Centella, e il direttore di La Iguana tv, Miguel Ángel Pérez Pirela. Parteciperanno anche delegazioni d’alto livello provenienti dalla Cina e dal Vietnam. L’evento accoglierà seminari e dibattiti simultanei su temi come il fascismo di nuovo tipo, la comunicazione politica e le gioventù per un futuro migliore. Si presenteranno libri sul pensiero di diversi leaders e si farà il lancio del numero appartenente al periodo 2024-2025 di Cuba Socialista, con un riassunto dell’edizione precedente dell’Incontro. Inoltre il Festival, dedicato all’anniversario 60 dei quotidiani Granma e Juventud Rebelde, così come ai centenari del primo Partito Comunista e del Comandante in Capo Fidel Castro Ruz, accoglierà esperienze di media di tutta l’Isola e stranieri. Artisti delle belle arti, musicisti e altri di prestigio, animeranno le date, ha dettagliato Yoerky Sánchez Cuellar, direttore del quotidiano Granma. Yuniel Labacena Romero, al fronte di Juventud Rebelde, ha detto che queste attività aperte al pubblico nel fine settimana dalle dieci di mattina alle diciannove, includono la realizzazione di vari dibattiti, come quello attorno alla figura di Fidel, al quale parteciperanno vari giornalisti che lo hanno conosciuto.

 


 


AMERICA LATINA
 

 

I GIOCHI CHE HANNO AVUTO ORIGINE IN SUD AMERICA

Il Sud America è una regione nota per le sue tradizioni e cultura. Le persone che vivono qui sono tra l’altro gentili, amichevoli e ospitali. Premesso ciò, va altresì aggiunto che mentre questo territorio è principalmente conosciuto per la sua musica, i balli tradizionali e la cucina straordinaria, le persone che vivono qui amano anche un'altra attività ossia i giochi da casinò con alcuni di questi che sono persino nati in loco.

Il boom dei giochi on line in Sud America

I giochi da casinò sono creati da alcuni dei fornitori più rinomati al mondo e presentano decine di elementi che si richiamano propri alla cultura latino-americana.  Questo gioco ha preso piede in tutta Europa, nonostante, la sua fama, non ha mai potuto superare quella del blackjack, oggi molto giocato anche nel nostro paese, grazie agli operatori legali come starcasino.it/blackjack, con... [segue]


 

IL GIOCO D'AZZARDO A CUBA

 

 

L’iconografia di una Cuba prima della rivoluzione si basa su di una specie di Eden del piacere dominato dalla mafia e tacitamente approvato dal presidente Fulgencio Batista. Nei più sfarzosi hotel dell’Avana non era raro incontrare elementi come Lucky Luciano o Meyer Lansky che trasformarono la capitale cubana in un porto franco dell’illegalità dove tutto era consentito. Dal gioco d’azzardo alla prostituzione, ogni cosa era condita dalla corruzione di un potere politico alquanto disponibile quanto capace di approfittare di facili compensi. L’immagine di una Cuba felice tra ballerine e mambo suonati da abili orchestre, si scontrava con il quotidiano di milioni di poveri cubani che dovevano arrabattarsi solo per avere di che sopravvivere. Si può dire a posteriori che la dissolutezza a Cuba era originata dalla criminalità e dal potere politico, ovviamente tutelato da forze militari appositamente addestrate, che avevano trovato un denominatore comune. Ovvio che anche al di fuori dai patrii confini, la nomea che a Cuba ci si poteva divertire senza alcun limite, provocava una forte domanda turistica e non solo provenienti dai vicini Stati Uniti. Al giorno d’oggi, trascorsi diversi decenni dal trionfo dei barbudos che rovesciarono il regime del dittatore Batista e l’impostazione di un socialismo tropicale, L’Avana e altre storiche città, hanno riacquistato quella dignità che nega qualsiasi virtuale contatto con quella che era la Cuba ante rivoluzione anche se, dal tessuto urbano – profondamente restaurato – alle vecchie automobili americane che ancora miracolosamente si muovono per l’isola, sono testimoni di un tempo oramai passato. Per chi volesse assaporare l’epoca d’oro del gioco d’azzardo, al giorno d’oggi esistono altri sistemi che possono essere sfruttati da qualsiasi device connesso ad Internet attraverso il quale entrare in diretto contatto con la fortuna. È sufficiente andare sul sito NetBet per tentare la sorte con tanti divertenti e coinvolgenti giochi d’azzardo come se foste davanti ad un tavolo verde attenti a sviluppare il vostro gioco.

Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.     
Questo sito può essere oggetto della protezione accordata dalla Legge sul Diritto d'Autore (Legge 633 / 1941)  
 
privacy e note legali -
CREDITI -  Tutti i diritti Riservati Copyright ©2000- 2025

direttrice della informazione da Cuba: Gioia Minuti