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POLITICA - CULTURA |
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ANNOTAZIONI E
SPIGOLATURE CUBANE
a cura di
Gioia Minuti
PRESENTI NELLA SFILATA DEL 1º MAGGIO, MIGLIAIA DI AMICI DI
ALTRI PAESI
Circa 1000 amici di Cuba provenienti da un
centinaio di paesi hanno assistito alla
sfilata del 1º Maggio dallaa...[segue
SPECIALE 1° MAGGIO 2019]
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discorsi di Fidel

discorsi di
Miguel Díaz-Canel Bermúdez

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il romanzo cult
degli anni '90 |
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Una storia d'amore
nella Cuba dei primi anni '90, quando molti
italiani scoprirono le gioie ed i sogni che Cuba
riservava loro... |
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 LE PIU' BELLE FOTO DI CUBA
le foto di Rod |
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juaicaterra
COLOMBIA
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PER LA DECISIONE, LA LABORIOSITÀ,
L’INTELLIGENZA
E L’IMPEGNO DEL POPOLO CUBANO: SI
SÌ PUÒ!
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Discorso pronunciato da Manuel Marrero Cruz, membro
del Burò Politico e Primo Ministro della Repubblica di Cuba,
nella manifestazione per il 72º
Anniversario dell’assalto alle caserme Moncada e Carlos
Manuel de Céspedes, in Ciego de Ávila, il 26 di
Luglio del 2025, “Anno 67º della Rivoluzione”
Cari compatrioti: Incontrarci
oggi qui celebrando il Giorno della Ribellione Nazionale a
72 anni dalle eroiche gesta dell’assalto alle caserme
Moncada e Carlo Carlos Manuel de Céspedes, costituisce un
orgoglio per tutti perchè è una chiara mostra della capacità
di combattimento e resistenza del nostro popolo, per
preservare la sua indipendenza e sovranità nell’impegno
assoluto di costruire una società più giusta. Assumendo le
sfide che oggi affrontiamo, c’ispira il coraggio di quei
giovani che guidati dal Comandante in Capo, Fidel Castro Ruz,
furono protagonisti delle azioni del 26 di Luglio del 1953,
che marcano l’inizio dell’ultima tappa della nostra lotta
per la vera indipendenza. La Moncada fu continuità
dell’epopea cubana per la libertà, dalle gesta
indipendentiste del XIX secolo, lo scontro ai governi
codardi durante la pseudo repubblica, sino al crollo della
tirannia di Fulgencio Batista. “Quanto sacrificio e
difficoltà! Quante volte dovette riniziare la lotta dopo
ogni sconfitta!” esclamò il Generale d’Esercito Raúl Castro
Ruz ricordando questa epica storia di perseveranza. Dopo
l’azione della Moncada vennero la prigione e l’esilio dei
rivoluzionari, lo sbarco del Granma, la lotta nella Sierra
Maestra e nel piano , sino a che –cinque anni, cinque mesi e
cinque mesi dopo la Moncada, giunse il trionfo della nostra
invitta Rivoluzione, il Primo Gennaio del 1959. Nei primi
giorni del trionfo il nostro Comandante in Capo disse ben
chiaro che il cammino non sarebbe stato facile. Nel suo
primo discorso a L’Avana precisò che forse nel domani tutto
sarebbe stato più difficile, preparando il popolo per le
enormi sfide che sarebbe venute. Celebriamo la
manifestazione nazionale in terra avilegna, scenario di
numerose battaglie per conquistare e preservare
l’indipendenza e la sovranità della Patria. [...] In questo
giorno di memoria e impegno riaffermiamo l’irrinunciabile
fedeltà alle idee di Martí, Fidel e Raúl, una continuità
basata nella lealtà ai principi della Rivoluzione. Ciego de
Ávila ha meritato la sede per il 26 di Luglio data la sua
stabilità nell’esecuzione dei principi e degli impegni negli
ambiti politico, economico e sociale, ai quali ha
contribuito un’efficace sistema di lavoro e coordinamento
del Partito e del Governo con il popolo, dove spicca la
partecipazione attiva dei piu giovani, espressione e
garanzia di continuità. Questo ha permesso d’avanzare nella
produzione degli alimenti, nella circolazione mercantile al
minuto, nell’industria alimentare e nel turismo, settore nel
quale si continua a sviluppare l’importante destinazione
turistica dei cayos a nord, i Giardini del Re, possibile per
la visione del Comandante in Capo, che precisamente nella
commemorazione del 26 di luglio del 1980 concepì l’idea di
costruire il terrapieno ,opera decisiva per questi
risultati. Si è avanzato nel recupero e la sostenibilità
delle installazioni sociali. Ci sono risultati
nell’educazione e nella gestione della scienza e
l’innovazione applicate allo sviluppo locale, che
contribuiscono a cercare e incontrare soluzioni ai problemi
della popolazione. Ugualmente s’avanza nella qualità dei
servizi e nella preparazione per la difesa. Siamo coscienti,
prima di tutto gli avilegni, che quanto realizzato è lontano
dal soddisfare le necessità e quindi non c’è spazio per
l’autocompiacimento, ma ugualmente sono scuro d’esprimere il
sentire del nostro popolo in nome della direzione del
Partito e del Governo e specialmente del caro Generale
d’Esercito Raúl Castro Ruz, ai compatrioti di questa
provincia per i risultati realizzati, e con loro ai
dirigenti del Partito, del Governo e delle organizzazioni di
massa e sociali. E anche se queste conquiste non si possono
definire rilevanti, abbiamo potuto constatare che esiste una
migliore organizzazione, con disciplina e con esigenza,
accompagnate da un forte impegno, responsabilità e
entusiasmo dei collettivi di lavoro. Con queste premesse e
mantenendo lo spirito del lavoro e la dedizione dimostrate,
è possibile consolidare quanto realizzato e continuare ad
avanzare alla conquista di mete superiori. Felicitiamo anche
Sancti Spíritus, che ha ottenuto la condizione di città di
spicco, che aveva meritato la sede di questa manifestazione
nel 2024 e ha mantenuto un lavoro stabile negli ultimi anni.
Ugualmente Guantánamo, ha meritato un riconoscimento per
l’impulso ai programmi prioritari e gli impegni associati
all’uragano Oscar. Sono le tre province che costituiscono in
questi momenti il plotone d’avanguardia. Alcune le seguono
da vicino e il resto sta realizzando uno sforzo encomiabile,
anche se con risultati più modesti. Oggi, come mai prima,
Cuba affronta sfide enormi, sia interne che esterne e noi, i
suoi figli, lo facciamo con la stessa dignità e ottimismo di
quella mattina della Santa Ana, con la certezza assoluta
nella vittoria. La capacità di superare ogni ostacolo è
parte inseparabile della nostra identità nazionale e della
storia rivoluzionaria del popolo cubano. Seguendo l’esempio
della Generazione del Centenario, siamo qui per dire al
mondo che la Rivoluzione Cubana è sempre in
piedi,combattendo e senza rinunciare a costruire una società
sovrana, indipendente, socialista, democratica, prospera e
sostenibile, con la fronte in alto e la dignità intatta! Gli
Stati Uniti, fedeli alla loro storia d’interventismo in
questo continente, hanno reagito con ostilità di fronte
all’esempio che Cuba rappresenta per un emisfero marcato
dalla povertà e lo sfruttamento. La risposta di Washington
fu lanciare politiche d’attacco permanente: tentativi
d’invasione sabotaggi, terrorismo di Stato e in particolare,
da circa 63 anni, un’aggressione economica multi
dimensionale che si estende ad altri paesi e dai quali
applica un blocco economico, commerciale e finanziario
crudele e genocida, con effetto extra territoriale. Questo
maltrattamento sostenuto e spietato è paragonabile a un
assedio in tempi di guerra. Il Generale
d’Esercito Raúl Castro Ruz lo ha definito chiaramente:
«Il blocco economico degli Stati Uniti (…)
costituisce realmente un’implacabile guerra contro il nostro
popolo». Compagne e compagni:
Questa politica crudele persiste, e l’attuale
amministrazione statunitense non ha variato la sua strategia
d’asfissiare economicamente Cuba per provocare disperazione
e scontento interno. Dall’ infame Memorandum del vice
segretario assistente di Stato, Lester Mallory, nel 1960,
che proponeva di provocare fame, disperazione e il crollo
del Governo in Cuba, alle più recenti sanzioni, tutti i
governi degli Stati Uniti e in particolare la nuova
amministrazione dalle sue prime ore nella Casa Bianca, hanno
mantenuto l’ obiettivo di piegare per fame e necessità il
popolo cubano. Ma non ci sono riusciti e
non ci riusciranno! L’ aggressione esterna è
permanente e danneggia fortemente e considerevolmente tutti
i settori della società, ma saperlo e denunciarlo in ogni
Forum possibile non significa che incroceremo le braccia e
attribuiremo tutti problemi unicamente al blocco. Esistono
difficoltà interne, errori, deficienze che dobbiamo
affrontare e risolvere con i nostri stessi sforzi, convinti
che “Sì si può”, prima di tutto per la decisione, la
laboriosità, l’intelligenza e l’impegno del popolo cubano.
Certo sono molti i problemi che restano e non tutti si
potranno risolvere con la rapidità che desideriamo.
Nonostante, posso assicurare che continueremo a cercare per
ognuno di questi la soluzione più razionale e la portata
delle possibilità dell’economia. Sono sforzi che si
presentano ogni giorno in atteggiamenti pratici e in un
maggior impegno del nostro popolo. Un problema serio e
bruciante che abbiamo di fronte è ridurre i molesti apagones
che danneggiano tanto la popolazione, l’economia e in
generale la vita del paese. […] Quí non c’è spazio per la
sconfitta. Se qualcosa ci insegna la storia di Cuba è che
quando ci sono l’unità, la resistenza, il coraggio e le idee
chiare, non esiste un nemico invincibile! Sappiano quelli
che s’impegnano per distruggere la nostra Rivoluzione che
Cuba non si arrende! Cuba non zoppica, non si mette in
ginocchio davanti a nessuno! La nostra dignità nazionale non
è negoziabile e la difenderemo al prezzo che sarà
necessario! Gloria eterna agli eroi e ai martiri del 26 di
Luglio! Viva la Rivoluzione! Vivano per sempre Fidel e Raúl!
Viva Cuba libre! Patria o Morte!
Venceremos! |
CUBA
NOMINATA AI PREMI WANDERLUST
COME
DESTINAZIONE TURISTICA INTEGRALE
•
Cuba é stata nominata ancora una volta ai prestigiosi
WanderlustTravelAwards 2025, uno dei premi piú influenti del settore
turistico nel Regno Unito. Una pubblicazione nel sito del Ministero delle
Relazioni Estere di Cuba segnala che in questa edizione l’Isola grande delle
Antille compete in due delle categorie principali: Paese più desiderabile
del mondo e Isola più desiderata del mondo, in riconoscimento
ai suoi paesaggi naturali, la sua ricchezza culturale e l’ospitalità del suo
popolo. L’ Avana figura anche tra le candidate a Città più desiderata del
mondo, mentre l’Isola spicca in altre nomine come Paese più desiderato per
la sua cultura e patrimonio, per la sua natura e vita silvestre, per
l’avventura, per la sua gastronomia e per la sua sostenibilità. Cuba, nei
WanderlustTravelAwards Cuba è stata riconosciuta in edizioni precedenti,
includendo il premio all’Isola più desiderata del mondo nel 2021, e questo
riafferma la sua posizione come destinazione turistica integrale che combina
spiagge paradisiache, città patrimoniali, paesaggi unici, una ricca eredità
culturale e un popolo riconosciuto per la sua ospitalità e il caldo affetto.
La votazione per il premio resterà aperta sino al 17 ottobre del 2025,
attraverso il sito ufficiale della rivista Wanderlust, e si attende la
partecipazione di circa 200.000 votanti individuali. Il turismo è uno dei
settori strategici dell’economia cubana, essenziale per generare entrate e
lavoro, specialmente nel contesto del blocco economico, commerciale e
finanziario imposto dal governo degli Stati Uniti. Un buon risultato nel
WanderlustTravelAwards contribuisce a rinforzare l’ immagine di Cuba come
destinazione responsabile e sostenibile, capace d’ attrarre viaggiatori di
tuto il mondo e di differenziare la sua offerta in cultura, natura,
avventura, gastronomia e sostenibilità. I WanderlustTravelAwards sono premi
annuali organizzati dalla rivista britannica WanderlustTravel Magazine, una
pubblicazione riconosciuta nel settore del turismo e dei viaggi. Questi
hanno come premessa segnalare e celebrare le migliori destinazioni,
esperienze e imprese in accordo con l’opinione dei viaggiatori e degli
esperti del turismo nel mondo. I premi si basano in gran misura nelle
votazioni dei lettori della rivista e dei
viaggiatori in generale che danno una messa a
fuoco autentica partendo dalle esperienze reali. Le categorie delle migliori
destinazioni per paesi, città e regioni includono le migliori attrazioni
turistiche, le migliori linee aeree e compagnie di viaggi, sostenibilità e
turismo responsabile. Questi premi sono considerati dei riferimenti
nell’industria e questo permette di promozionare destinazioni e servizi
d’alta qualità.
IL GIOCO D'AZZARDO A CUBA
L’iconografia di una Cuba prima della rivoluzione si basa su di una specie
di Eden del piacere dominato dalla mafia e tacitamente approvato dal
presidente Fulgencio Batista. Nei più sfarzosi hotel dell’Avana non era raro
incontrare elementi come Lucky Luciano o Meyer Lansky che trasformarono la
capitale cubana in un porto franco dell’illegalità dove tutto era
consentito. Dal gioco d’azzardo alla prostituzione, ogni cosa era condita
dalla corruzione di un potere politico alquanto disponibile quanto capace di
approfittare di facili compensi. L’immagine di una Cuba felice tra ballerine
e mambo suonati da abili orchestre, si scontrava con il quotidiano di
milioni di poveri cubani che dovevano arrabattarsi solo per avere di che
sopravvivere. Si può dire a posteriori che la dissolutezza a Cuba era
originata dalla criminalità e dal potere politico, ovviamente tutelato da
forze militari appositamente addestrate, che avevano trovato un denominatore
comune. Ovvio che anche al di fuori dai patrii confini, la nomea che a Cuba
ci si poteva divertire senza alcun limite, provocava una forte domanda
turistica e non solo provenienti dai vicini Stati Uniti. Al giorno d’oggi,
trascorsi diversi decenni dal trionfo dei barbudos che rovesciarono il
regime del dittatore Batista e l’impostazione di un socialismo tropicale,
L’Avana e altre storiche città, hanno riacquistato quella dignità che nega
qualsiasi virtuale contatto con quella che era la Cuba ante rivoluzione
anche se, dal tessuto urbano – profondamente restaurato – alle vecchie
automobili americane che ancora miracolosamente si muovono per l’isola, sono
testimoni di un tempo oramai passato. Per chi volesse assaporare l’epoca
d’oro del gioco d’azzardo, al giorno d’oggi esistono altri sistemi che
possono essere sfruttati da qualsiasi device connesso ad Internet attraverso
il quale entrare in diretto contatto con la fortuna. È sufficiente andare
sul sito
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per tentare
la sorte con tanti divertenti e coinvolgenti giochi d’azzardo come se foste
davanti ad un tavolo verde attenti a sviluppare il vostro gioco.
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NEWS DA CUBA
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El rincón de la poesía
Siamo entusiasti di
aprire una nuova collaborazione che speriamo sia ben accolta da tutti i
nostri visitatori. Diamo il benvenuto a
Yuleisy Cruz Lezcano
poetessa, scrittrice e professionista della salute originaria di Cuba.
Laureata in Scienze Biologiche e successivamente in Scienze
Infermieristiche e Ostetriche presso l’Università di Bologna, ha unito
la formazione scientifica a una profonda vocazione umanistica.
Attualmente frequenta un master universitario di secondo livello in
Gestione della violenza in ambito sociale, sanitario ed educativo,
tema su cui è attivamente impegnata anche attraverso un progetto
educativo itinerante che promuove la sensibilizzazione contro la
violenza sulle donne.[segui...]
FIDEL, IL CHE E IL 26 DI LUGLIO: SIMBOLI IMPRESCINDIBILI
di Rafael Hidalgo Fernández
I processi
storici, soprattutto se hanno radici e obiettivi rivoluzionari di carattere
socialista, necessitano volti che li incarnino e che simbolizzino le domande e
le speranze di maggior significato per la società. Questo è il caso di Fidel e
del Che nella Rivoluzione Cubana. I due forgiarono una delle più belle e
profonde relazioni d’amicizia della storia contemporanea. In attesa del 72º
anniversario dell’assalto alla Moncada, di Santiago di Cuba, e Carlos Manuel de
Céspedes, di Bayamo, del 26 di luglio del 1953, e a poche settimane dal 99º
compleanno di Fidel, questi appunti minimi raccolgono il modo in cui il Che
ponderò la figura di Fidel e il significato storico del 26 di luglio del 1953,
partendo dalla sua prospettiva politica rivoluzionaria di base marxista e
umanista. E, com’è inevitabile, come Fidel valutò il Che. Trascorre il 1954. Il
giovane Ernesto Guevara, che approfitta il soggiorno in Guatemala per
approfondire le sue letture di filosofia, marxismo e altre materie fondamentali
per intendere il mondo e contribuire a cambiarlo, conosce vari emigrati cubani
che erano stati assaltanti delle caserme citate. Tra loro simpatizza, in maniera
speciale, con Antonio (Ñico) López. Conosce, per questa vía, quello che è
avvenuto a Santiago de Cuba e a Bayamo, e riceve le prime informazioni su Fidel
Castro. Si può dedurre in che termini si approssima a Cuba e a quello che sarà
il suo leader storico. La sconfitta della Rivoluzione Guatemalteca, nel secondo
semestre del 1954, partendo dal piano ordido dalla CIA con l’appoggio della OSA
e dei governi vassalli dell’America Centrale, anticipa la decisione di Ernesto
d’andare in Messico. Lì, nel giugno del 1955, incontra di nuovo Ñico López. Poi
conosce Raúl Castro e questi gli dà la possibilità, pochi giorni dopo l’arrivo
di Fidel nella capitale messicana, di realizzare con lui un intenso dialogo di
tre ore, nella casa di Maria Antonia. L’incontro terminò con Guevara come uno
dei primi membri della spedizione dello yacht Granma. Quel suo primo incontro
con Fidel alla metà di luglio del 1955, Ernesto lo riflette così: «È un
avvenimento politico aver conosciuto Fidel Castro, il rivoluzionario cubano, un
uomo giovane, intelligente, molto sicuro di sé e di straordinaria audacia; credo
che simpatizzammo reciprocamente …». Anni dopo, in una nota intervista data a
Gianni Miná, Fidel apporta elementi che rivelano come percepì il suo
interlocutore dall’inizio: «Lui aveva già una buona formazione
rivoluzionaria,una buona formazione marxista, era molto
studioso. Si era laureato in medicina, faceva investigazioni, era molto
rigoroso nello studio delle questioni del marxismo». In quella prima riunione
tra Fidel e Ernesto avvenne –visti i fatti successivi– una convergenza con
valore storico dei due uomini di vastissima cultura umanista, molto superiore
alla media dell’epoca; convinti ugualmente che la guerra rivoluzionaria era
l’opzione che le classi dominanti e l’imperialismo avevano lasciato ai popoli,
padroni della logica del pensiero che permetteva loro d’anticipare scenari con
l’abilità propria degli strateghi, che sanno essere a loro volta efficienti
tattici e forse la cosa più importate per tutti i tempi: uomini con un senso
accelerato dei valori morali e dei principi etici, così come dell’importanza
cruciale della coscienza e del protagonismo del popolo nei processi di cambio
rivoluzionario. In un momento dei preparativi, una parte dei futuri ribelli del
Granma termina in prigione. Dopo la liberazione del gruppo, resta in carcere
quello che era già il Che per i cubani. Fidel lo
visita e ascolta con attenzione le sue proposte, tutte orientate a non essere un
ostacolo per la missione maggiore. In quel momento di tensione l’etica fidelista
s’impone. Gli dice con decisione «io non ti abbandono». Alcuni giorni dopo, il 7
luglio del 1956, il Che scrive 'Rapsodia a Fidel', sintesi d’ammirazione e
rispetto, che cresceranno nel tempo, come lui stesso rivelerà in forma
ricorrente. Il 25 novembre parte il Granma per Cuba. Sarà qui, nel caimano
ribelle che lo accolse come un figlio, dove si perfezionerà come «un
rivoluzionario autentico». Lo sviluppo della guerra rivoluzionaria e il
complesso processo politico per conquistare il potere favoriscono
un’identificazione maggiore tra Fidel e il Che. Questa identità si moltiplica e
si consolida di più nella tappa della Rivoluzione al potere. Il Che si trasforma
per il massimo leader cubano in un interlocutore imprescindibile per l’esame dei
temi e delle decisioni di maggior importanza, dalla redazione della Legge di
Riforma Agraria a delicate conversazioni con i sovietici in temi cruciali per
l’economia e la difesa del paese, citando solo due esempi tra molti. Due
articoli e una lettera del Che a Fidel condensano come percepiva, già nelle
cornici della Rivoluzione al potere, il giovane audace e sicuro di sè stesso che
aveva conosciuto in Messico quattro anni prima. Nel primo articolo, 'L’America
dal balcone afroasiatico', riflette le sue impressioni dopo aver presieduto una
delegazione in dieci paesi afroasiatici, membri del Patto di Bandung, un periplo
orientato da Fidel per ampliare le relazioni internazionali di Cuba e dare
contenuto alla sua precoce vocazione terzo mondista. Qui scrive: «L’America
prende forma e si concreta. L’America, che vuol dire Cuba; Cuba, che vuol dire
Fidel Castro (un uomo che rappresenta un continente con lui solo pedestallo
delle sue barbe guerrigliere)». Chi inter-relaziona superficialmente queste
affermazioni con il contenuto della Rapsodia a Fidel, potrebbe attribuire al Che
un’ammirazione a partire da componenti essenzialmente emotive, ma la sua
posizione era determinata da ragionamenti di maggior densità, che non
escludevano l’ammirazione abituale per il capo, che considerava eccezionale.
Così lo descrive con dettagli eloquenti in Cuba, eccezione storica o avanguardia
della lotta anticolonialista? «…Ha le caratteristiche del gran conduttore, che
sommate alle sue doti personali d’audacia, forza e valore, e al suo
straordinario affanno di auscultare sempre la volontà del popolo, lo hanno
portato al luogo d’onore che oggi occupa. Ma ha altre qualità importanti, come
la sua capacità d’assimilare le conoscenze e le esperienze per comprendere tutto
il congiunto di una situazione, senza perdere di vista i dettagli, la sua fede
immensa nel futuro e la sua ampiezza di visione per prevenire gli avvenimenti e
anticipare i fatti, vedendo più lontano e meglio dei suoi compagni …». La
Lettera di Commiato, letta da Fidel il 3 ottobre del 1965, contiene queste
affermazioni che non necessitano commenti di sorta: «Il mio unico errore
abbastanza grave è stato non aver avuto più fiducia in te dai primi momenti
della Sierra Maestra e non aver compreso con chiarezza sufficiente le tue
qualità di guida e rivoluzionario». (Fidel considerò questa autocritica del Che
come «un eccesso di onorabilità»). Sui fatti del 26 di luglio, il Che esprime
due riferimenti principali che ê opportuno evocare. Nel primo testo descrive
quello che accadde in ambito strettamente militare, ma sottolinea questa idea
con un valore simbolico a livello politico: «I sopravvissuti finirono in carcere
per iniziare di nuovo, dopo l’amnistia, la lotta rivoluzionaria». Questa opzione
di rimarcare la decisione della lotta è presente in tutte le sue messe a fuoco,
in qualsiasi circostanza e di fronte a qualsiasi disfatta: un altro punto di
sintonia con il pensiero politico di Fidel. Il 26 di Luglio del 1967, il
significato storico di questa data appare così nel suo diario in Bolivia: «Nella
notte una piccola chiacchierata sul significato del 26 di Luglio, ribellione
contro l’oligarchia e i dogmi rivoluzionari…». Il Che sintetizza uno dei tratti
definitori della massima guida rivoluzionaria cubana e di Fidel in particolare:
la difesa di un pensiero politico proprio e di radice martiana. In conseguenza,
di «radice nazionale e ampiezza universale», come si afferma in 'El Moncada,
preludio di una nuova era…'; contrario all’accettazione acritica di esperienze e
schemi d’attuazione importati. Il 26 di Luglio fu per lui, in essenza, una
conferma inequivocabile della visione creatrice anti dogmatica e indipendente di
Fidel, imprescindibile per il presente cubano: tre attributi che c’interpellano
e illuminano per andare avanti e ricreare nuovi assalti contro tutto quanto
intorpidisce o debilita il progetto di liberazione piena del nostro popolo e la
sua marcia verso il socialismo.
UN ALTRO PASSO PER DARE, A CHI LO
NECESSITA,
UNA VITA PIÙ DEGNA
di Freddy Pérez Cabrera
Santa
Clara.–Come una mostra del lavoro sostenuto dal paese in funzione dell’appoggio
alle persone in situazione di vulnerabilità, è stato inaugurato, a Villa Clara,
un nuovo Centro di Protezione Sociale, che avrà la missione d’offrire protezione
e assistenza sociale a persone con questa condotta. Con la capacità per
accogliere 60 malati, il Centro ubicato alla periferia di questo municipio offre
tutte le condizioni igienico-sanitarie per ricevere chi necessita questo aiuto e
inoltre conta con uno staff multidisciplinare di specialisti, tra i quali
medici, infermiere e lavoratori sociali, ha assicurato Maraiky León Iglesias,
capo del Dipartimento di Prevenzione Sociale nel territorio. Villa Clara contava
già con un altro centro con caratteristiche simili, sempre a Santa Clara, al
quale si somma ora questa nuova istituzione, ha detto la specialista che ha
riconosciuto che il fenomeno si è accentuato per via della situazione economica
del paese, l’invecchiamento della popolazione e la crescita della migrazione
territoriale, tra le varie cause. Poi ha precisato che l’obiettivo del nuovo
Centro di Protezione sociale sarà risolvere le necessità di base di queste
persone e questo comprende la loro identificazione e un’analisi precisa della
loro situazione psicosociale, oltre alla realizzazione di una diagnosi clinica.
Partendo da questi protocolli si determina la condotta da seguire, che può
essere il loro trasferimento verso un’istituzione psichiatrica se è il caso, o a
una casa per anziani o il loro reinserimento nel nucleo familiare. A questo
processo, partecipano vari organismi del Ministero del Lavoro e la Sicurezza
Sociale, con quello di Salute, il Ministero degli Interni, la Procura e la
Difesa, struttura incaricata di proteggere, garantire e ristabilire l’esercizio
dei diritto delle persone in situazione di vulnerabilità socio-giuridica, ha
detto ancora León Iglesias.
RAGIONI DEL PATRIOTTISMO E
DELL’ARTE
di
Ortelio González Martínez
Con la
presenza di Miguel Díaz-Canel Bermúdez, Primo Segretario del Comitato Centrale
del Partito Comunista di Cuba (PCC) e Presidente della Repubblica, si è svolta
nella serata la Gala dell’arte di questa città, che dalla cultura ha reso
omaggio al momento storico dell’assalto alle caserme Moncada e Carlos Manuel de
Céspedes, il 26 di luglio del 1953. La Gala è stata realizzata nel Teatro
Principal, monumento locale nel centro storico della città ed ha avuto come filo
conduttore l’omaggio agli eroi e ai martiri della Generazione del centenario,
protagonista dell’epica azione militare. Audiovisivi, solisti, poeti,
cantautori, gruppi di ballerini e statue viventi hanno ricordato i fatti come
Giorno della Ribellione Nazionale, i carnevali dell’epoca in Santiago di Cuba,
e altre allegorie dell’effemeride. Con la direzione di
Orlando Concepción González, della compagnia D’Morón Teatro, la coerenza e il
buon gusto della Gala hanno presentato anche un periplo per la cultura avilegna,
delle sue radici contadine, del folclore, con strizzatine d’occhio colte e scene
di costume, balli tradizionali come il danzon e il mozambique. Hanno assistito
alla gala, nella quale l’arte si è fusa con il patriottismo, vari membri del
Burò Politico e altre autorità del Partito, dello Stato e del Governo.
AMERICA LATINA
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I GIOCHI CHE HANNO AVUTO ORIGINE IN SUD
AMERICA
Il Sud America è una regione nota per le sue
tradizioni e cultura. Le persone che vivono qui
sono tra l’altro gentili, amichevoli e ospitali.
Premesso ciò, va altresì aggiunto che mentre
questo territorio è principalmente conosciuto
per la sua musica, i balli tradizionali e la
cucina straordinaria, le persone che vivono qui
amano anche un'altra attività ossia i giochi da
casinò con alcuni di questi che sono persino
nati in loco.
Il boom dei giochi online in Sud America
I giochi da casinò sono creati da alcuni dei
fornitori più rinomati al mondo e presentano
decine di elementi che si richiamano propri alla
cultura latino-americana. Questo gioco ha preso piede in tutta Europa,
nonostante, la sua fama, non ha mai potuto
superare quella del blackjack, oggi molto
giocato anche nel nostro paese, grazie agli
operatori legali come
starcasino.it/blackjack,
con...
[segue]
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